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LETTERA APERTA DELLA FIMMG REGIONALE LAZIO AGLI ISCRITTI FIMMG
DELLA REGIONE di Giovanni Cirilli.
Care colleghe e cari colleghi,
Tanti di voi mi sollecitano sulla questione del passaggio alla dipendenza che sarebbe
contenuto in un Decreto Ministeriale di prossima imminente pubblicazione e sulla proposta
di legge di Forza Italia che conferma , viceversa, il rapporto convenzionale ma con un
debito orario di 38 ore.
Vi è una grande confusione ed incertezza, ma noi dirigenti della Fimmg non abbiamo
incertezze Per Fimmg l’unica certezza è la tutela della professionalità del medico di
medicina generale nell’interesse legittimo dei nostri assistiti, e su questo
continueremo a lavorare e su questo tengo a precisare alcuni punti:
DIPENDENZA: è nota la nostra contrarietà al passaggio alla dipendenza , riassumo le
ragioni:
Perdita del rapporto di fiducia con il paziente
Il medico di medicina generale svolge un ruolo cruciale come punto di riferimento per i
pazienti, creando un legame di fiducia che si sviluppa nel tempo. La dipendenza da
una struttura centralizzata o un’organizzazione più rigida potrebbe minare questa
relazione diretta, poiché il medico non sarebbe più libero di operare secondo le esigenze
e i tempi specifici di ciascun paziente, ma dovrà conformarsi a norme generali imposte dal
sistema. La fiducia del paziente nei confronti del medico rischierebbe di indebolirsi,
compromettendo la qualità della cura.
Perdita della capillarità dell’offerta sanitaria
I medici di medicina generale, come professionisti indipendenti, sono in grado di
rispondere in modo tempestivo e specifico alle necessità della popolazione locale. Ogni
medico è a conoscenza delle peculiarità del territorio e delle esigenze specifiche della sua
comunità. Passando a un sistema di dipendenza, rischierebbe di venire meno la
capillarità dell’offerta sanitaria, con conseguente difficoltà nell’assicurare una copertura
efficace su tutto il territorio, soprattutto nelle aree più isolate o svantaggiate.
Perdita della prossimità delle cure
La medicina generale è caratterizzata dalla prossimità: il medico conosce il paziente
nel suo contesto familiare e sociale, seguendo la sua storia clinica e le sue necessità. In
un modello di dipendenza, il medico potrebbe trovarsi a lavorare in un contesto più
distante dalle reali esigenze del paziente, perdendo quella conoscenza diretta e personale
che consente di offrire cure più mirate e attente. La vicinanza del medico al proprio
paziente è una componente fondamentale per garantire una medicina di qualità, basata
sulla continuità e sulla personalizzazione delle cure. E’ evidente che immaginare il
trasferimento dei mmg all’interno delle case di comunità in una sorta di rapporto orario
annullerebbe di fatto la scelta fiduciaria mettendo fine alla figura del medico di
famiglia, noi riteniamo che questo peggiori la qualità delle cure erogate, il passosuccessivo sarebbe l’affidamento delle cure territoriali ai privati e via via il passaggio dal
sistema sanitario universale e solidale a quello delle assicurazioni.
Debito orario di 38 ore
Sembra che a tutti sfugga il grande sforzo che i medici di medicina generale (MMG)
stanno affrontando, specialmente dopo l’emergenza sanitaria del COVID-19. La difficoltà
nella gestione del carico di lavoro crescente, quella derivante da una burocrazia
diventata asfissiante, e dall’aumento di conflittualità nei rapporti con i pazienti ,
merita maggiore attenzione e riconoscimento. A volte, infatti, può sembrare che il
sacrificio e l’impegno dei medici fatto anche a scapito della loro vita privata non
vengano percepiti adeguatamente dalla società e dalle istituzioni. La discussione sui
contenuti dovrà prevedere una analisi attenta del lavoro svolto per la domiciliarità, per
l’aggiornamento professionale, per la gestione della mole di lavoro burocratico che via via
è stato affidato ai mmg e che questi svolgono al di fuori dell’orario di ambulatorio.
Alla politica diciamo che le Riforme Epocali non si annunciano, si realizzano con i
professionisti che operano sul territorio ( magari non contro di loro), che se si vuole una
sanità territoriale più efficace i medici vanno messi in condizione di lavorare più e
meglio, non demonizzati e “normalizzati” con ipotesi che alla fine mirano
semplicemente a ridurre l’autonomia gestionale dei professionisti, non a determinare
incremento dell’efficienza attraverso una visione chiara e obbiettivi concreti, ma anche,
che non siamo contrari a riempire le case di comunità hub di contenuti e servizi che
possano migliorare la sanità territoriale e contribuire a decongestionare i Pronto Soccorso.
Sarà bene che tutti noi ci mettiamo in gioco per far capire a tutti (cittadini,
amministratori locali, politici regionali e nazionali) che la misura è colma, i medici
non ce la fanno più, meritano rispetto non accuse generiche , soluzioni raffazzonate,
obiettivi nebulosi, MERITIAMO CERTEZZE E NON FUTURI INCERTI. Molti colleghi
giovani mi hanno chiesto che fare, fare il mutuo comprare lo studio, con grande amarezza
confesso di non saper rispondere, molti anziani mi hanno chiesto che fine farà l’Enpam , le
nostre pensioni, non lo so, lo ammetto e sono deluso.
Una cosa però la so: noi siamo importanti per i nostri assistiti, sono la nostra forza,
parliamoci, chiediamo il loro aiuto, ma, al contempo noi non possiamo accettare
soluzioni al ribasso, non possiamo accettare accordi che non si basino, realisticamente,
sul reale carico di lavoro del MMG.
E allora che fare se questi vanno avanti su dipendenza e ipotesi di forte riduzione o
annullamento dell’autonomia del mmg ?,
Rimane una sola soluzione : manifestare il nostro dissenso coinvolgendo cittadini ,
associazioni e gli amministratori locali fino , con il loro appoggio , fino alla
proclamazione dello lo sciopero generale della categoria.Lo sciopero
è sicuramente uno degli strumenti che i sindacati e le categorie professionali
possono usare per far sentire la propria voce, ma è una scelta che va ponderata con
attenzione. Un’azione di sciopero potrebbe avere impatti significativi sul sistema sanitario
e sui pazienti, quindi va preparata con una strategia di comunicazione chiara per spiegare
le ragioni di questa protesta e per evitare malintesi.
Venerdì ci sarà Consiglio Nazionale, se il direttivo della Fimmg mi darà il mandato,
se voi siete d’accordo, vi porterò queste considerazioni .
Giovanni Cirilli
Segretario Generale Fimmg Lazio
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