Un premio alle nuove generazioni di innovatrici e innovatori nel settore spaziale

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Nello specifico, il progetto “ASTRO” – nato da un brevetto depositato dai dottorandi Stefano Aliberti, Riccardo Apa e Catello Leonardo Matonti insieme a Marcello Romano, già docente del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS, e finanziato quindi da Fondazione Compagnia di San Paolo e da NODES per lo sviluppo di un Proof of Concept – prevede la realizzazione di innovative soluzioni di tecnologia elettro-ottica per il telerilevamento. Al centro, l’idea di progettare un sistema satellitare (Tethered Satellite System) specificamente ottimizzato per applicazioni radar ad apertura sintetica multi ingresso e multi uscita – particolarmente importanti per il progresso del telerilevamento satellitare poiché consentono prestazioni di gran lunga superiori ai tradizionali modelli monostatici. Un sistema, quello messo a punto dagli ideatori del progetto, che si basa su una tecnologia di stabilizzazione brevettata per assicurare la sicurezza del cavo che collega i satelliti in varie configurazioni, utilizzando metodi di controllo avanzati. Oltre ad un premio di 10mila euro per finanziare le prossime fasi della ricerca, il gruppo di ricerca ha ricevuto dalla giuria l’offerta a partecipare ad uno dei due programmi 2025 del Seraphim Space Camp Accelerator, segno che il progetto ha raggiunto il giusto grado di maturità per avanzare ad un successivo stadio di sviluppo.

Il progetto “ARDITO: A Modular and Sustainable Rover for the Future of Lunar and Planetary Exploration” – ideato dal team studentesco DIANA composto da Enrico Sabbatini, Federico Fantastico, Ludovica Giacconi, Stefano Giulianelli e Damiano Carra e coordinato dal ricercatore del DIMEAS Fabrizio Stesina – contempla invece lo sviluppo di una piattaforma modulare avanzata di rover planetario progettata per le operazioni sulla superficie lunare. Si tratta di un rover in grado di distinguersi per la sua particolare architettura flessibile, capace di operare autonomamente e di coordinare sciami di rover, e che possiede un sistema di locomozione avanzato e un’elettronica all’avanguardia. Un rover che consente inoltre aggiornamenti in situ e la riconfigurazione della missione da parte di squadre di astronauti o unità di sciame, ottimizzando di conseguenza la flessibilità dell’intera operazione. Per lo sviluppo del progetto la giuria ha consegnato al team DIANA un premio di 4mila euro.

“Questo traguardo rafforza ulteriormente il nostro impegno e la nostra determinazione nel portare avanti il progetto ASTRO – commentano Stefano Aliberti, Riccardo Apa e Catello Leonardo MatontiIn poco più di un anno, grazie ai finanziamenti di NODES e della Fondazione Compagnia di San Paolo, abbiamo avuto l’opportunità di sviluppare un prototipo innovativo, finalizzato ad aumentare il TRL del brevetto. La nostra soluzione si basa sull’uso di sistemi spaziali tethered, in cui i satelliti sono connessi tra loro tramite cavi. Controllando e mantenendo questo sistema in specifiche configurazioni, è possibile infatti migliorare le performance per applicazioni di telerilevamento, aumentando la risoluzione e abbassandone i costi. Un sentito ringraziamento va a tutte le persone che hanno contribuito e continuano a lavorare con impegno al progetto, così come ai nostri scientific advisors per il loro prezioso supporto”.

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“Siamo estremamente orgogliosi di questo premio, che dimostra il nostro impegno costante e la dedizione che ogni giorno investiamo nel campo della robotica spaziale – aggiungono i membri del Team DIANA Il nostro rover ARDITO si è distinto come un eccellente esempio di prototipo spaziale: la sua architettura modulare e versatile, la capacità di operare in modo autonomo in ambienti estremi e la possibilità di riconfigurarsi in situ lo rendono un caso concreto di come la robotica possa supportare l’esplorazione e l’utilizzo delle risorse extraterrestri. Desideriamo ringraziare il Politecnico, che ha reso possibile questo progetto attraverso il supporto finanziario e le risorse messe a disposizione, e ringraziamo inoltre il professor Fabrizio Stesina, la professoressa Sabrina Corpino e l’intero laboratorio di ricerca STAR lab per il loro costante supporto”.



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