ROMA (ITALPRESS) – Come utilizzare al meglio le potenzialità delle rinnovabili rispettando, allo stesso tempo, in maniera concreta ed eticamente sostenibile, gli ecosistemi terrestri, marini e le comunità locali interessate dai progetti? Med Wind, il più grande progetto di parco eolico offshore flottante nel Mediterraneo, che sorgerà a oltre 80 km dalla costa siciliana, a largo di Trapani, è già un modello nelle strategie di sviluppo di una giusta transizione energetica per l’Italia. Un obiettivo che deve essere perseguito con una visione sistemica, promuovendo una crescita compatibile con l’ambiente e favorendo la democrazia energetica sui territori.
Grazie alle preliminari indagini ambientali, condotte con il supporto della Marina Militare e con il coinvolgimento della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli, unitamente alle indagini geofisiche, geotecniche e archeologiche, è stato possibile individuare l’area idonea ad ospitare l’impianto galleggiante Med Wind progettato da Renexia. La mappa tridimensionale, elaborata dalle indagini batimetriche, ha reso possibile pianificare, con la massima cura, il posizionamento delle turbine e garantire così la salvaguardia dell’ambiente circostante. Inoltre, grazie all’innovativa tecnologia “floating”, l’installazione delle strutture eoliche non comportano trivellazioni del fondale marino ma impiegano un sistema di ormeggi.
I dati dello Studio di Impatto Ambientale, realizzato dal RINA, sono stati presentati all’evento “Med Wind: sostenibilità ambientale, comunità locali e governance partecipativa”, promosso da Fondazione UniVerde, Stazione Zoologica “Anton Dohrn” e Renexia, che si è svolto oggi a Roma presso la Sala delle Colonne dell’Università Luiss Guido Carli e in diretta streaming su Radio Radicale, con l’event partnership di Seas Geosciences. Media partners: Askanews, Italpress, TeleAmbiente, Opera2030, Canale Energia, Next Gen.
Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente della Fondazione UniVerde) afferma: “Le transizioni ecologica e digitale sono una priorità assoluta per affrontare la crisi climatica, superare i combustibili fossili e percorrere l’obiettivo dell’indipendenza energetica per l’Italia. Proprio la diffusione, attenta e sostenibile, dell’eolico offshore può conciliare l’esigenza di costruire impianti a mare, lontano dalle coste, cogliendo l’opportunità di creare in quelle zone aree protette che favoriscano il ripopolamento e il recupero degli habitat, la conservazione delle risorse biologiche marine, mirando al rispetto della biodiversità che li popolano, a partire dai cetacei e dall’avifauna che li sorvola lungo le rotte migratorie. E’ importante che la realizzazione di questo impianto eolico offshore galleggiante sia stato preceduto da un’accurata validazione scientifica, assicurata dai ricercatori dell’Anton Dohrn. Le scelte virtuose rappresentano il tassello fondamentale per percorrere la giusta transizione energetica, capace di soddisfare le necessità di resilienza e sostenibilità. Occorre dimostrare che le rinnovabili possono essere realizzate in modo da garantire sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica”.
Riccardo Toto (Direttore Generale di Renexia) sottolinea: “Siamo veramente orgogliosi di aver illustrato lo Studio di Impatto Ambientale del nostro progetto Med Wind. Per Renexia è stato un investimento complessivo di circa 42 milioni di euro, uno dei più rilevanti in assoluto in questo ambito. E’ fondamentale porre delle basi solide per concretizzare un parco da 3 GW come Med Wind che assicurerà il 3% del fabbisogno energetico nazionale, evitando milioni di tonnellate di emissioni climalteranti. Oltre che su ambiente e transizione energetica, le ricadute positive si inquadrano anche dal punto di vista industriale, siamo di fronte alla possibilità di dare il via a una filiera nazionale industriale specializzata nell’eolico, rivolta anche ai mercati internazionali. La fabbrica di turbine a cui stiamo lavorando va proprio in tale direzione: creare una grande industria eolica italiana e far crescere l’occupazione”.
Per Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ‘l’eolico off-shore è uno dei grandi filoni di produzione, anche di elevate quantità di energia, per un Paese immerso nel Mediterraneo con aree a forte ventosità. La nostra programmazione di scenario al 2040 affida a questa tecnologia un ruolo fondamentale per rispondere alla crescente domanda di energia. Dobbiamo accompagnare il percorso di queste grandi tecnologie in evoluzione, che possono anche creare le condizioni per la piena tutela delle aree marine e della biodiversità del nostro Paese. Dobbiamo coniugare innovazione e sostenibilità, unendo la tutela della biodiversità con lo sviluppo delle rinnovabili”.
Tatjana Hema (Coordinatrice UNEP / MAP, Piano d’azione per il Mediterraneo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) ha sottolineato: “La regione del Mediterraneo si sta avviando verso una nuova era di energie rinnovabili per combattere il cambiamento climatico. Le energie rinnovabili marine e eoliche offshore possono avere un grande potenziale nel contribuire a questo impegno. L’UNEP/MAP sta esplorando da vicino le opportunità future per garantire che i possibili impatti negativi sull’ambiente marino e costiero siano meglio conosciuti e che le misure siano adottate in modo tempestivo per minimizzarli. Il successo dipende da politiche forti, collaborazione regionale e pratiche sostenibili. Abbracciando l’innovazione e lavorando insieme, possiamo creare un futuro energetico più pulito e resiliente, che salvaguardi i nostri mari, stimoli la crescita economica e garantisca un futuro migliore per le generazioni a venire”.
Roberto Danovaro (Professore all’Università Politecnica delle Marche e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione UniVerde) ha ricordato che “l’eolico offshore galleggiante rappresenta un’opportunità unica per il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza energetica per il nostro Paese. Questa tecnologia è in grado di coniugare la produzione di energia pulita a basso costo con la protezione dell’ambiente”.
La relazione sulle indagini per l’elaborazione dello Studio di Impatto Ambientale, relativo all’installazione dei generatori eolici galleggianti dell’impianto Med Wind, è stata presentata da Silvio Greco (Vicepresidente della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli) che ha illustrato le evidenze scaturite dalla campagna di ricerca, durata circa 18 mesi, condotta nello Stretto di Sicilia. Il tratto di mare esplorato ha mostrato ai ricercatori ambienti unici per l’abbondanza e la ricchezza di coralli, spugne e pesci, difficilmente osservabile in altri tratti del Mediterraneo. Le particolari condizioni oceanografiche dell’area permettono la crescita rigogliosa di magnifiche foreste sottomarine. In particolare, le indagini batimetriche, eseguite con un sofisticato ecoscandaglio multifascio, hanno permesso di elaborare una dettagliata mappa tridimensionale del fondale, eseguendo le esplorazioni con un veicolo robotico subacqueo dotato di telecamere ad altissima definizione.
Dalle ricerche è emerso un biota in larga parte mai osservato prima e alcune varietà di flora e fauna marine potrebbero rivelarsi nuove specie. Tuttavia, in alcuni tratti di mare sono molto evidenti i segni lasciati nel corso degli anni da attività di pesca illegale che hanno aperto profonde ferite sul fondale, distruggendo e spazzando via moltissimi coralli che avevano impiegato migliaia di anni per crescere.
Oltre la campagna di ricerca, quella oceanografica, durata circa due mesi, e ulteriori 12 mesi di ricerche relative all’avifauna, ai cetacei e ai rettili marini. Sono state inoltre eseguite campagne di pesca sperimentale e studi mirati sul marine litter dell’area. Le indagini condotte hanno visto impegnati i ricercatori e i tecnici della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli insieme ai colleghi delle Università di Messina, Palermo, Genova e del CNR di Capo Granitola, con il coordinamento scientifico del prof. Greco
Identificando il posizionamento ideale dei generatori galleggianti, le turbine di Med Wind potranno essere installate in mare aperto, evitando impatti paesaggistici, in siti marini che non minacciano gli habitat e le rotte migratorie, ad ampio sfruttamento delle risorse eoliche per massimizzare le prestazioni del parco offshore che assicurerà una produzione annua di energia pulita di circa 8-9 TWh, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie, contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 di circa 2,7 milioni di tonnellate all’anno.
Paolo Casciotti (Presidente di Seas Geosciences e General Manager di Marine Services Sealaska) ha spiegato: “Seas Geosciences condivide i valori e le priorità di Renexia ed è lieta di collaborare al progetto Med Wind che, peraltro, benefici alle comunità locali. Il team di esperti di geoscienze e ingegneria sottomarina di Seas è specializzato nel lavorare in modo efficiente e sicuro in acque profonde, per acquisire informazioni geotecniche. I nostri metodi di campionamento innovativi, con sistemi unici e gestiti da remoto, per studiare l’ambiente sottomarino, oltre alla capacità di lavorare in acque con profondità superiori a 900 metri, consentiranno a Renexia di definire e progettare i sistemi di ancoraggio più appropriati per le turbine e garantire la massima attenzione all’ecosistema circostante”. Inoltre, come parte di Woocheen, Seas trae ispirazione dall’eredità condivisa dei 26.000 azionisti nativi dell’Alaska di Sealaska, la cui gente ha vissuto in relazione con la terra e l’oceano per 10.000 anni: “Questa connessione, nel corso dei millenni, informa l’attenzione dell’azienda sulla salute degli oceani. Inoltre, i profitti di Seas sostengono direttamente le comunità native dell’Alaska con borse di studio, opportunità economiche, rivitalizzazione della cultura e della lingua indigena e molto altro”.
Lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), depositato presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stato presentato da Andrea Giovanetti (Health, Safety and Environment Project Management RINA).
L’evento è stato aperto dal saluto di benvenuto di Gianfranco Pellegrino (Professore di Filosofia Politica presso l’Università Luiss Guido Carli) che ha dichiarato: “La sostenibilità è un ecosistema che necessita di un equilibrio tra diversi fattori e dimensioni. Gli studi di impatto ambientale, come quello presentato oggi, sono importanti per preservare tale bilanciamento. Nell’ospitare questo evento, la Luiss conferma, ancora una volta, il proprio impegno concreto per la sostenibilità, ponendo l’attenzione sulla necessità di sviluppare nuovi modelli per affrontare le sfide della transizione energetica ed ecologica”.
Alla tavola rotonda, moderata da Donatella Bianchi (Giornalista e conduttrice televisiva), sono inoltre intervenuti:
Roberto Bardari (Commissario Referente del Gruppo Istruttori eolici offshore presso la Commissione tecnica PNRR-PNIEC, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha descritto “lo stato dell’arte sulle istanze in Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e in scoping di impianti eolici offshore in trattazione ed esitatati dalla Commissione Tecnica PNRR-PNIEC del MASE”.
Gaetano Armao (Presidente della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali della Regione Siciliana) ha ribadito l’importanza di “puntare sull’eolico marino galleggiante quale opportunità per alleggerire la pressione sulla terraferma, risparmiare sulle bollette energetiche a beneficio dei cittadini e per consentire alla Sicilia di diventare sempre più l’hub energetico rinnovabile del Mediterraneo”.
Giuseppe Onufrio (Direttore di Greenpeace Italia): “L’eolico galleggiante rappresenta una delle pochissime nuove tecnologie che possono dare un contributo rilevante per contrastare la crisi del clima globale. E’ una importante opportunità di sviluppo industriale che, con opportuna pianificazione, può essere associata alla riduzione degli impatti sull’ecosistema marino. Il progetto in discussione dà la possibilità di far partire con il piede giusto questa tecnologia così promettente”.
Nella realizzazione del pionieristico progetto, che prevede un investimento complessivo di circa 9,3 miliardi di euro con la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro, molti dei quali ad alta specializzazione, nell’arco di vita dell’impianto, Renexia ha adottato fin da subito un modello basato sull’inclusione e il dialogo con le comunità locali. Fin dalle prime fasi, è stato sviluppato con un approccio partecipativo, coinvolgendo istituzioni, associazioni e stakeholder locali per garantire la massima trasparenza e compatibilità con il territorio. Tra le principali iniziative promosse, l’importante collaborazione con il settore della pesca: il player ha infatti attivato un tavolo tecnico con pescatori e associazioni di categoria per mitigare l’impatto delle attività offshore e sviluppare programmi a lungo termine di supporto al comparto. Attraverso protocolli d’intesa con autorità locali e organizzazioni sindacali, Med Wind promuove altresì la crescita economica e la creazione di filiere produttive regionali, garantendo opportunità lavorative qualificate, non solo nella fase realizzativa ma anche per le attività di manutenzione nei 25 anni previsti dalla concessione.
-foto ufficio stampa Fondazione Univerde-
(ITALPRESS).
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