La Commissione cerca soluzioni all’aggravarsi della crisi idrica in Europa

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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

L’esecutivo dell’Ue vuole sentire i governi, la società civile e l’industria dopo l’ennesimo rapporto che evidenzia l’entità del fallimento dell’Ue nel ripulire fiumi, laghi e mari

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Nonostante alcuni progressi, le acque dolci e marine dell’Europa rimangono fortemente inquinate, ha concluso la Commissione europea in un pacchetto di relazioni presentate martedì con l’intenzione di avviare un dialogo con gli Stati membri che dovrebbe sfociare in una strategia per la resilienza idrica.

L’esecutivo dell’Ue ha valutato l’attuazione di tre direttive chiave, la direttiva quadro sulle acque, la direttiva sulle alluvioni e la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino, un requisito legale che deve essere soddisfatto ogni sei anni.

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Solo il 37% di laghi e fiumi in Europa soddisfa gli standard ecologici

I risultati sono in linea con un recente rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), secondo il quale solo il 37 per cento dei laghi e dei fiumi europei soddisfa gli standard ecologici richiesti, mentre oltre due terzi sono affetti da un eccessivo inquinamento chimico.

La Commissione ha riconosciuto una “carenza di conformità”, in quanto i regolamenti dell’Ue non sono sempre stati pienamente recepiti nelle leggi nazionali o applicati correttamente.

Ad esempio, a quasi 35 anni dall’adozione della Direttiva Nitrati, le misure attuali rimangono insufficienti per raggiungere gli obiettivi prefissati, nonostante i nitrati siano gli inquinanti più frequentemente segnalati e la causa principale della cattiva qualità dell’acqua in 17 Stati membri.

Nonostante queste carenze, l’Ue sta optando per un approccio cooperativo con gli Stati membri piuttosto che intraprendere azioni legali immediate.

Serve uno sforzo collettivo europeo per affrontare la crisi idrica

“Per colmare questo divario, avvierò un dialogo strutturato con ogni Paese dell’Ue per creare lo slancio politico per un cambiamento significativo”, ha dichiarato la Commissaria per l’Ambiente Jessica Roswall. L’obiettivo di questo nuovo processo non sarà quello di attribuire colpe, ha detto Roswall, ma di avviare uno sforzo collettivo per affrontare la crisi idrica in corso.

“Per troppo tempo abbiamo trattato l’acqua come una risorsa infinita: dobbiamo cambiare questa mentalità”, ha dichiarato Roswall. Data l’immensa pressione sull’acqua dovuta alla crisi climatica, alla perdita di biodiversità e all’inquinamento, la tripla crisi planetaria, il rapporto esorta gli Stati membri e le parti interessate a concentrarsi sulla circolarità e sull’efficienza dell’acqua.

“Non possiamo più dare l’acqua per scontata. Dobbiamo lavorare insieme per costruire un’Europa resiliente entro il 2050”, ha aggiunto Roswall. Nonostante le diffuse carenze nel rispetto della legislazione ambientale dell’Ue in materia di qualità dell’acqua, l’esecutivo dell’Ue sembra riluttante ad avviare procedure di infrazione contro i governi degli Stati membri.

“Quello che vogliamo è una buona attuazione, il nostro obiettivo non è portare le persone in tribunale”, ha dichiarato un alto funzionario dell’Ue, aggiungendo che le discussioni con gli Stati membri avvengono sia a livello tecnico che politico. Il funzionario ha affermato che l’applicazione delle norme richiede talvolta un approccio “a bastone e carota”, ossia un equilibrio tra incentivi e azioni legali, con la Commissione che ricorre alla Corte di giustizia dell’Ue come ultima risorsa.

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Le prossime tappe per risolvere la crisi idrica in Europa

La relazione odierna e le discussioni che seguiranno confluiranno in una strategia di resilienza idrica dell’Ue, destinata ad affrontare le inondazioni e le siccità sempre più gravi che si sono verificate in Europa negli ultimi anni, e che è stata accantonata in modo controverso dalla Commissione precedente.

“L’obiettivo generale è chiaro: il ciclo dell’acqua, dalla terra al mare, è rotto e deve essere risolto. C’è un bisogno urgente di un approccio integrato alla gestione dell’acqua”, ha dichiarato Roswall.

La commissaria ha sottolineato la necessità di aumentare gli investimenti, evidenziando che l’86 per cento dei piani di gestione dei bacini fluviali indica la carenza di fondi come uno dei principali ostacoli. “I finanziamenti sono una questione fondamentale che voglio affrontare nella strategia di resilienza idrica”, ha aggiunto.

Roswell ha inoltre sottolineato la necessità di una collaborazione tra le varie aree politiche, poiché la gestione dell’acqua è strettamente legata alla competitività, all’agricoltura, alla sicurezza alimentare, alla salute degli oceani, alla pesca, alla prevenzione delle crisi e all’azione per il clima.

Raccomandazioni chiave per affrontare la crisi idrica

Affrontare l’inquinamento idrico rimane una sfida importante, che richiede investimenti in misure che riducano l’inquinamento da nutrienti proveniente dall’agricoltura, dalle acque reflue urbane e dalle sostanze chimiche industriali.

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La Commissione ha rilevato alcuni progressi, come la riduzione di quasi il 30 per cento dei rifiuti di plastica sulle spiagge europee, ma ha sottolineato la necessità di ulteriori azioni.

L’esecutivo Ue ha anche posto l’attenzione sull’urgente necessità di migliorare la gestione delle alluvioni. “Le alluvioni sono sempre più frequenti, più gravi, più intense e più mortali. Nessuna parte d’Europa è risparmiata”, ha avvertito Roswall, chiedendo maggiori investimenti nella prevenzione e nei sistemi di allarme rapido.

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Per sostenere gli Stati membri, la Commissione ha emanato raccomandazioni sull’uso efficiente e il riutilizzo dell’acqua, sollecitando al contempo una più ampia applicazione del principio “chi inquina paga”, l’eliminazione di sussidi ambientali dannosi e meccanismi di tariffazione equi e accessibili per gli utenti dell’acqua.



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