Esplorare la temporalità delle innovazioni sostenibili

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Comprendere la temporalità delle nostre innovazioni sostenibili è cruciale per rivelare il potenziale innovativo dei nostri approcci e sfida le narrazioni lineari dello sviluppo. Qual è la temporalità delle nostre azioni come progettisti e ricercatori? Dove ci troviamo nella transizione verso l’Industria 5.0 e come possiamo garantire che i nostri sforzi siano allineati con visioni di futuri sostenibili ed equi? Il Laboratorio di Design per la Sostenibilità (LDSLAB) dell’Università di Firenze sta affrontando alcune di queste domande attraverso i suoi progetti di design.

Le narrazioni lineari dell’innovazione spesso limitano la nostra comprensione dello sviluppo. Ad esempio, strumenti come il Technology Readiness Level (TRL) misurano il progresso attraverso prospettive strette, centrate sull’essere umano, e schemi incrementali. Le prospettive lineari rischiano di perpetuare ancora una volta idee coloniali e neoliberali di innovazione che privilegiano il benessere di pochi decision-makers rispetto al benessere collettivo. Gli studi sul futuro offrono un’alternativa promuovendo scenari plurali che spezzano questi schemi. Botha, A. P. (2018) sottolinea scale di misurazione alternative come i Future Readiness Levels (FRL), che misurano i livelli di capacità di tecnologia, comportamenti, eventi e pensiero sul futuro in un progetto o processo.

L’immaginario collettivo sul futuro è spesso limitato da un repertorio ridotto di futuri alternativi, il che può inibire il pensiero e l’azione innovativa. In particolare, quando si tratta di immaginari Uomo-Macchina, le nostre narrazioni sui futuri scenari di avanzamento tecnologico sono fortemente influenzate dall’industria dell’intrattenimento, che fuorvia le nostre visioni di futuri in cui l’industria si allontanerà dall’uomo verso i robot. Questa visione dicotomica ostacola la spinta verso un cambiamento comportamentale essenziale per abbracciare il paradigma delle transizioni bottom-up della transizione 5.0. Per rispondere a questa sfida, LDSLAB ha scelto di integrare gli studi sul futuro nelle proprie linee di ricerca.

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Mentre gli studi sul futuro offrono strumenti per valutare la temporalità degli approcci innovativi, la raccomandazione dell’Industria 5.0 della Commissione Europea, con la sua prospettiva post-umana, propone una nuova chiave di lettura: l’innovazione non come un distacco dalla natura, ma come un ritorno a una simbiosi post-industriale. Questo orientamento fornisce un quadro di riferimento essenziale per guidare questa transizione (Breque, M., et al., 2021).

Ad esempio, l’Industria 5.0 pone l’accento su pratiche industriali più umane, sostenibili e resilienti. In questa prospettiva, l’integrazione del benessere sociale e della tutela ambientale nello sviluppo industriale non si limita a migliorare efficienza e produttività, ma diventa un elemento strategico. In particolare, la collaborazione tra esseri umani e macchine, abilitata da tecnologie come l’intelligenza artificiale e la robotica, è al centro di questa visione, favorendo la creatività e contribuendo a risolvere le sfide sociali (Mourtzis, D., et al., 2023).

Questa transizione rappresenta un’opportunità per abilitare innovazioni di nicchia con obiettivi socio-ecologici più ampi, trasformando innovazioni isolate in un movimento collettivo, trasformativo e cooperativo.
Riel Miller, delegato della Futures Literacy dell’UNESCO a Parigi, sottolinea l’importanza di approcci partecipativi e collettivi agli scenari futuri. Miller sostiene che gli studi sul futuro promuovano scenari plurali che privilegiano la sostenibilità ambientale e l’equità sociale, allontanandosi dalle tendenze estrattive dei paradigmi industriali tradizionali.

I consumatori di domani, destinatari delle nostre innovazioni di nicchia, devono adottare una visione in cui le interazioni tra umani e non umani siano plurali e interdipendenti. Abbracciare narrazioni diverse e superare approcci semplificatori amplia gli orizzonti dell’immaginazione, permettendo di concepire e realizzare futuri possibili e sostenibili. Una sfida critica di questo tipo di narrazione innovativa partecipativa bottom-up nella transizione verso l’Industria 5.0 è il ripristino dell’agency per individui e comunità. Le narrazioni di paura e controllo che dominano le società contemporanee devono essere sostituite con spazi di speranza ancestrale e immaginazione collettiva (Inayatullah, S., 2002). Le iniziative bottom-up, combinate con quadri top-down in cui la temporalità delle nostre innovazioni è ben definita, possono sbloccare il potenziale dell’innovazione partecipativa e promuovere futuri più inclusivi, in linea con la transizione verso l’Industria 5.0.

a cura di Paria Bagheri Moghaddam

Bibliografia

Botha, A. P. (2018). Rapidly arriving futures: future readiness for industry 4.0. South African Journal of Industrial Engineering, 29(3).

Breque, M., De Nul, L., & Petridis, A. (2021). Industry 5.0: Towards a sustainable, human-centric and resilient European industry. European Commission, Directorate-General for Research and Innovation.

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Manzini, E. (2007). Design research for sustainable social innovation. Design Research Now, 233-245.

Miller, R. (2007). Futures literacy: a hybrid strategic scenario method. Futures, 39(4), 341-362.

Miller, R. (2018). Transforming the future: Anticipation in the 21st century (p. 300). Taylor & Francis.

Mourtzis, D., Angelopoulos, J., & Panopoulos, N. (2023). The future of the human–machine interface (hmi) in society 5.0. Future Internet, 15(5), 162.

Inayatullah, S. (2002). Reductionism or layered complexity? The futures of futures studies. *Futures*, 34(3), 245-267.



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