Caso Almasri, il governo riferisce in Parlamento mercoledì: informativa di Nordio e Piantedosi. Dopo le polemiche ok alla diretta tv al Senato

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Il governo Meloni riferirà al Parlamento domani, mercoledì, sul caso Almasri. A dare la versione dell’esecutivo saranno il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro della Giustizia Carlo Nordio, entrambi indagati con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano per favoreggiamento e peculato dalla Procura di Roma dopo l’esposto dell’avvocato Luigi Li Gotti. L’appuntamento alla Camera sarà alle 12,15, mentre al Senato il dibattito inizierà alle 15. Nel caso di Montecitorio il dibattito non sarà coperto dalla diretta televisiva su uno dei tre principali canali della Rai, come avviene per esempio per il question time, per i voti di fiducia, ma in generale per i fatti di particolare interesse. La richiesta era stata avanzata dalle opposizioni ma serviva l’unanimità. “Qualcuno in maggioranza non era d’accordo”, ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Nella fattispecie, secondo fonti del Fatto Quotidiano, a dire di no sono stati i rappresentanti di Forza Italia e Lega. Resterà naturalmente la consueta diretta attraverso i canali istituzionali come il sito e l’account Youtube della Camera. Decisione diversa è stata presa – forse anche per effetto delle polemiche – a Palazzo Madama: ci sarà il collegamento Rai in diretta dall’Aula, come ha confermato il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri.

“Il governo non scappa dal Parlamento, non c’era nessuna volontà dilatoria” ha sottolineato il ministro Ciriani. L’informativa, sottolinea, sarà tenuta da “due ministri molto importanti, quindi sono in grado di dare le risposte adeguate“. Interpellato su una eventuale altra informativa della premier Giorgia Meloni, chiesta a gran voce dalle opposizioni, ha risposto: “Ci sono i due ministri che sono in grado di garantire la massima informazione“.

Riccardo Magi, segretario di +Europa, attacca: “Sul caso Almasri la maggioranza e il governo in questi giorni hanno richiamato tutti con forza al recupero del primato della politica contro presunte ingerenze della magistratura. Ora finalmente arriva la disponibilità del governo a informare il Parlamento ma la presidente Meloni si sottrae e la maggioranza si oppone a trasmettere in diretta televisiva l’informativa del governo”. Per Magi “tutto ciò è grave e assurdo, impedire ai cittadini di ascoltare in diretta la versione del governo. Evidentemente non ne sono convinti neanche loro o intendono avvalersi della facoltà di non rispondere in barba al primato della politica?”. L’informativa dei ministri “dimostra innanzi tutto che l’opposizione dura paga, e in secondo luogo che la premier Meloni si nasconde dietro ai suoi ministri e che continua a scappare dal Parlamento” aggiunge il capogruppo del M5s alla Camera Riccardo Ricciardi. “L’informativa di domani è un passo avanti – ha aggiunto – vedremo tra le mille versioni di questi giorni come aggiusteranno i fatti”.

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Francesco Boccia, capogruppo del Pd al Senato, puntualizza: “Le opposizioni unite continuano a chiedere la presenza del presidente del Consiglio che continua a non venire in Parlamento, qui in Senato un premier time manca da un anno e mezzo, siamo a metà legislatura e la presidente è venuta una volta sola. E’ molto grave. L’abbiamo ribadito in maniera unitaria che vogliamo sottoporre al presidente del Consiglio una serie di quesiti a partire da quello sulla vicenda Almasri”. La diretta tv del dibattito in Senato? “Evidentemente la maggioranza ha preso atto che era molto imbarazzante dire ‘no’ a metterci la faccia, almeno nella discussione”.

La contestazione a Meloni, Piantedosi, Nordio e Mantovano è ormai nota: aver favorito la latitanza del generale Nijeem Osama Almasri, per il quale la Corte penale internazionale aveva spiccato un mandato d’arresto per crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella prigione di Mittiga, vicino a Tripoli, dal febbraio 2011. In quel carcere sotto il suo comando, secondo i documenti dell’Aja, sarebbero state uccise 34 persone e violentato un bimbo. L’ipotesi del peculato è legata all’uso dell’aereo di Stato per riportare Almasri in Libia. Tutt’e quattro i membri di governo sono difesi dall’avvocata Giulia Bongiorno che è anche senatrice della Lega e presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama. Bongiorno, ieri, è stata a Palazzo Chigi per fare un punto della situazione e verosimilmente ha tracciato la linea da seguire nell’informativa anche alla luce del fascicolo trasmesso al tribunale dei ministri.



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