2025 Che sfide per Keir Starmer

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contabilità

Buste paga

 


Il 2024 ha visto il ritorno al governo del Regno Unito del Labour dopo 14 anni ininterrotti di dominio Tory, un’epoca  che ha profondamente segnato il Paese sotto il profilo sociale, economico e politico. Anche per questo la magnitudo delle sfide che il Primo Ministro Keir Starmer si trova ad affrontare risulta estremamente elevata e richiede scelte nette e spesso impopolari. Non a caso, infatti, la luna di miele di cui solitamente godono i governi entranti è stata particolarmente breve. Tra piccoli scandali, gaffe e lotte intestine alla stessa compagine governativa, la navigazione è sin qui stata estremamente accidentata. L’impoverimento del tessuto sociale, produttivo ed economico dopo anni di politiche di austerity ha richiesto sin da subito misure drastiche, come dimostrato dalla prima manovra economica presentata alla Camera dei Comuni a ottobre. Sullo sfondo, la crescita costante nei sondaggi di Reform UK e di Nigel Farage, che punta ormai apertamente a rimpiazzare il partito Conservatore come leader dell’opposizione spostandone l’agenda sempre più a destra. La solida maggioranza parlamentare però non dovrebbe profilare difficoltà politiche nell’immediato per il Labour, almeno per quanto riguarda le riforme interne. Sul fronte della politica estera, invece, il 2025 sembra già uno snodo cruciale per affrontare dossier sempre più spinosi che richiederanno decisioni nette e non più rinviabili per Starmer e il suo governo.  

La sicurezza europea tra Kiev, NATO e Trump

Il primo banco di prova sarà indubbiamente la guerra in Ucraina, che sembra ormai entrata in una fase sempre più convulsa e incerta, e l’evoluzione dello scenario di sicurezza europeo. Il sostegno di Londra a Kyiv per fronteggiare l’invasione russa è stato sin qui solido e incrollabile, senza mutamenti a seguito del cambio della guardia a Downing Street. Ora però il conflitto sembra entrato in una fase di stanchezza anche da parte delle cancellerie e delle opinioni pubbliche europee. Riuscirà Starmer a mantenere la barra dritta in un contesto di risorse scarse e alleanze trepidanti, fornendo all’Ucraina tutto il supporto di cui avrà bisogno? Dalla risposta a questa domanda passa anche molto del futuro europeo del Regno Unito. Il ruolo di Londra nell’architettura di sicurezza europea è rimasto centrale anche dopo Brexit, sia per la sua importanza all’interno della NATO sia per i legami sempre più stretti con i Paesi dell’Europa settentrionale e orientale. Mantenere una solida collaborazione con l’Unione Europea, allineando le posizioni di Londra e Bruxelles e sostenendo anche la creazione di una nuova architettura di sicurezza europea (sia attraverso la Comunità Politica Europea—CPE—sia per mezzo di un nuovo Security Pact), sarà determinante per consolidare il protagonismo di Londra nel continente. La seconda Amministrazione Trump imporrà nuove responsabilità in capo al Regno Unito e ai suoi alleati europei, soprattutto se gli Usa daranno seguito alle manifestazioni degli ultimi mesi sul raggiungimento di una pace a qualsiasi costo, e un possibile ridimensionamento del ruolo di Washington nella NATO.

Il reset con la UE tra sostanza e forma

Il futuro dell’architettura di sicurezza europea è indissolubilmente legato anche alla ridefinizione dei rapporti con l’Unione Europea. Dopo una campagna elettorale condotta promettendo un cambio di passo nei rapporti con Bruxelles, i primi mesi di governo sono stati abbastanza deludenti sotto questo punto di vista. Dopo le strette di mano iniziali al summit di luglio della CPE, infatti, il dialogo strategico con Bruxelles si è impantanato attorno al mantenimento delle tre linee rosse ereditate dai governi tories (no mercato unico; no unione doganale; no libera circolazione). Una posizione che ha sin qui enormemente limitato la possibilità di raggiungere accordi su temi collaterali e di interesse reciproco, tra mobilità dei giovani e accordi veterinari. I prossimi mesi registreranno incontri di alto profilo tra i vertici istituzionali di Ue e Regno Unito che dovranno però inevitabilmente segnare un cambio di passo entrando più nella sostanza dei temi. L’arrivo di una nuova Amministrazione Usa probabilmente non favorevole, se non ostile, all’Europa (non necessariamente solo all’Ue) sia sul versante commerciale che di sicurezza, richiederà scelte più coraggiose e una condivisione maggiore di responsabilità. In tal senso, sarà soprattutto Londra a dover fare un maggior sforzo di chiarezza per delineare nel dettaglio quale sia la sua strategia di riavvicinamento all’Ue. Rinegoziare i termini del Trade and Cooperation Agreement (TCA) non sembra da questo punto di vista in grado di spostare decisamente gli equilibri. Ben più cruciale sarebbe un Security Pact che formalizzi le cooperazioni ad hoc già instaurate nel quadro della guerra in Ucraina, sottraendole alle contingenze politiche del momento. Ad oggi, però, devono ancora essere avviate serie discussioni sul tema. 

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Il Medioriente sempre più destabilizzato

Altro fronte caldo è quello mediorientale, con il conflitto che si è ormai allargato oltre i confini della Striscia di Gaza e sta assumendo proporzioni sempre più regionali con le sue ramificazioni in Libano e il parallelo crollo del regime di Assad in Siria. Su questo si è assistito a una delle poche variazioni nella linea di politica estera rispetto ai Conservatori, in particolare la decisione di limitare (anche solo parzialmente) la vendita di armi a Israele e la riallocazione dei fondi alla United Nations Relief and Works Agency (UNRWA). Il tema resta sensibile per il Labour, soprattutto in termini di consenso tra le comunità musulmane del Regno Unito. Non a caso nelle ultime elezioni candidati indipendenti hanno sottratto voti (e in alcuni casi seggi) nelle zone con più alta presenza di popolazione musulmana, profondamente critica verso l’atteggiamento pro-Israele di Starmer, accusato di essere troppo tiepido nelle richieste di un cessate il fuoco. 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link