Il rapimento della neonata Sofia nella casa di cura Sacro Cuore di Cosenza ha scosso l’opinione pubblica. Come già successo in casi di scomparsa di minori con grande impatto mediatico: Emanuela Orlandi, Angela Celentano, Denise Pipitone. Ogni anno in Italia migliaia di minori scompaiono nel nulla, lasciando famiglie in angoscia e sollevando interrogativi sulla sicurezza e sul sistema di protezione dell’infanzia. Secondo i dati del Viminale nel 1° semestre del 2024 sono scomparsi 5042 minori italiani, con 3746 ritrovamenti in vita, 93 ritrovati morti e 1203 da ritrovare. Sempre nello stesso periodo 6652 minori stranieri con 2336 ritrovamenti in vita e 3437 da ritrovare.
Le cause principali
Quali sono le cause di questa tragica emergenza? La risposta sì può riassumere così: i bambini scappano dall’inferno per finire in un inferno peggiore, i bambini sono merce di scambio per adozioni illegali o peggio, sfruttamento sessuale o mercato degli organi.
Scendendo nel dettaglio le cause sono tre. La prima si individua nelle violenze fisiche e psicologiche in famiglia. Un rapporto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali evidenzia che il 40% delle scomparse volontarie di minori sono legate a violenze psicologiche o fisiche. Bambini e adolescenti che scappano da ambiente socio-familiare difficile per ritrovarsi, in molti casi, nelle grinfie di organizzazioni delinquenziali.
La seconda causa interessa soprattutto i minori stranieri, che arrivano non accompagnati nel nostro Paese a bordo di imbarcazioni di fortuna. Oltre 11.000 minori migranti, provenienti principalmente da Africa e Medio Oriente scompaiono dai centri di accoglienza. Spinti dalla paura di espulsioni o dalla ricerca di parenti in Europa, molti cadono nelle reti dello sfruttamento sessuale o lavorativo.
La terza causa è l’adescamento online per pedopornografia e il mercato delle adozioni illegali. Inoltre, le organizzazioni criminali sfruttano la vulnerabilità dei minori, reclutandoli per attività illegali. Tra cui il mostruoso traffico di organi.
Meccanismi di risposta e criticità
In Italia, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti e il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse Maria Luisa Pellizzari nel 2023 hanno siglato un protocollo d’intesa atto a facilitare la collaborazione e lo scambio di informazioni, dati e analisi tra le due istituzioni per individuare e prevenire il fenomeno, soprattutto in alcune realtà sociali e familiari particolarmente difficili.
Il dramma dei minorenni che fanno perdere le loro tracce si individua soprattutto in tre regioni d’Italia: Sicilia, Campania, Lombardia.
L’Italia aderisce al numero europeo 116000, gestito da Telefono Azzurro, che nel 2022 ha gestito 245 casi critici. Tuttavia, ritardi nelle denunce e nella condivisione di informazioni tra forze dell’ordine e servizi sociali riducono l’efficacia degli interventi.
Sono state approvate leggi (Legge Zampa, 2017) per migliorare l’accoglienza dei minori non accompagnati ma i centri sono sovraffollati e mancano figure professionali dedicate, facilitando le fughe.
Sono stati migliorati i database delle Forze dell’ordine, progetti come il “sistema Mercurio” della Polizia di Stato, il “sistema Odino” dei Carabinieri e app come YouPol della Polizia di Stato.
Ad avere maggiore risonanza mediatica sono i casi di scomparsa di bambini particolarmente piccoli. Ricordiamo Denise Pipitone ad Angela Celentano, rispettivamente di quattro e tre anni all’epoca della scomparsa. Cosi come la piccola Mia Kataleya detta Keta – cinque anni- sparita il 10 giugno 2023 dall’ex hotel Astor in via Marigliano a Firenze. Secondo gli investigatori la vicenda potrebbe essere legata ad una di queste quattro piste: traffico di droga; racket delle stanze all’ex hotel Astor; scambio di persona; possibili abusi sessuali.
Le famiglie degli scomparsi vivono traumi prolungati, spesso senza sostegno psicologico. Associazioni come Penelope Italia offrono assistenza, ma risorse insufficienti limitano il loro raggio d’azione.
Sfide e prospettive
Ancora oggi molti casi non vengono denunciati, specie tra i migranti. Per diffidenza verso le Autorità. Serve una regia unica tra forze di polizia, servizi sociali e ONG, come proposto nel Piano Nazionale Infanzia 2023-2025. Scuole e comunità locali devono diventare presidi di ascolto, mentre campagne mediatiche potrebbero aumentare la consapevolezza.
Il fenomeno dei minori scomparsi è un termometro del malessere giovanile e delle lacune nel sistema di protezione. Investire in prevenzione, rafforzare l’accoglienza per i migranti e potenziare le tecnologie di ricerca sono passi cruciali. Ogni minore scomparso è un fallimento collettivo. Solo con un impegno corale si può sperare di ridare un futuro a questi ragazzi invisibili.
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