L’INTERVENTO / Paolo Bolano: A Reggio tra un anno si vota prepariamoci

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di PAOLO BOLANOA Reggio Calabria si vota tra un anno, prepariamoci. C’è già una calca di candidati interessati. Ma è sempre la stessa “solfa”, sostiene la “zia Saveria”.

Tutti pronti al traguardo di partenza per risolvere i propri problemi, per il territorio non si è fatto mai nulla. Dobbiamo continuare così? Non è giunta l’ora di cambiare? Basta! Non hanno mai fatto nulla e voi avete continuato a votarli. Ma siete scemi? Non mi pare. Allora svegliatevi. Finite le ideologie i “carrialandi” che sono entrati a fare politica non si contano più. Prima, quando esistevano i partiti, i candidati venivano preparati politicamente nelle loro scuole. Era un altro mondo. Da un po’ di tempo in giro si parla di candidati scelti o appoggiati dalle grandi ricchezze, oppure candidati che hanno soldi da “investire”.

Gli utili verranno dopo. Non serve un progetto, un programma, un’idea di sviluppo i “carrialandi” voteranno il compare lo stesso. Abbiamo un esempio fresco fresco. Negli  Stati Uniti il ricco Trump appoggiato dal ricchissimo Musk ha “sbancato”.

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È la prova generale, anche se noi in Italia siamo stati già governati da un ricco signore, i risultati specialmente nel mezzogiorno  sono sotto gli occhi di tutti: emigrati eravamo ed emigrati siamo ancora con i giovani laureati e diplomati che partono tutti i giorni in cerca di lavoro. Non parliamo poi del divario con il Nord che in questi anni si è ampliato. Basta con le promesse. La gente, a giusta ragione, non crede più ai partiti. I nonni emigrarono, seguiti dai papà e adesso ci sono i figli che lasciano le nostre contrade. Come vedete né i partiti di destra, né quelli di sinistra sono stati in grado di mettere in campo un progetto di rinascita del mezzogiorno.

I partiti non danno risposte? Vedrete che i giovani si spingeranno più a destra e più a sinistra. Se non si interverrà in tempo torneremo alle tragedie che abbiamo vissuto il secolo scorso. Insomma, i partiti in tutti questi anni non hanno dato risposte adeguate alle preoccupazioni dei cittadini, dei giovani, anche le pensioni e i salari sono fermi da più di venti anni. La qualità della vita, le disuguaglianze, le povertà e i disagi sono aumentate. Continuando cosi le rivolte populiste sono dietro l’angolo.

Lo scenario globale e pieno di squilibri, l’informazione è spesso ingannevole, la gente non capisce più il presente e non vede all’orizzonte il futuro. Questi squilibri non li noti più confrontando le vecchie classi sociali del secolo scorso che non esistono più. C’è un nuovo mondo tutto da decifrare. A grandi linee possiamo solo dire che dopo la caduta del muro di Berlino il capitalismo ha vinto e si è trascinato dietro il potere tecnologico. Qui si annida il potere del millennio.

Solo l’unità degli umani può fermare questo immenso potere che bussa alle nostre porte. Scusate. Ma non è una vergogna che nel terzo millennio, negli Stati Uniti, uno solo al comando, miliardario, venga votato da milioni di cittadini, anche poverissimi? Non riesco a capire cosa sta succedendo. Succederà ancora  anche da noi? Speriamo di no. Comunque deve essere chiaro a tutti i cittadini che soltanto la loro unità può fermare questo enorme potere economico che vuole governare il mondo e cancellare la democrazia, nata nella Magna Grecia, a casa nostra. Se dovesse continuare ancora cosi, per favore, fermate il mondo, voglio scendere. 

Cerchiamo di organizzare le idee, mettiamo avanti la politica, quella che è rimasta, poi l’unità degli umani farà il resto. Parlo di unità vera del popolo. Cominciamo con l’elezione comunali di Reggio Calabria, mettiamo assieme quel poco che è rimasto della politica, dei sindacati, aggiungiamo le associazioni di categoria, mondo della cultura, il popolo tutto, scriviamo il programma che deve partire dal recupero delle periferie e troviamo il candidato che dovrà vincere le elezioni per traghettare la città in Europa.

Certo, dobbiamo dire senza tentennamenti che il centro sinistra che ha “sgovernato” per dieci anni Reggio Calabria, ha colpito a morte tutti i partiti di sinistra e oggi lascia una eredità pesante. La gente non ne può più, si è chiusa in casa e non vuole più partecipare alla vita politica della città, bisogna convincere questo popolo che non ha più votato che il destino è nelle loro mani, bisogna intervenire. Il futuro è nero, però c’è tempo per colorarlo con la nostra presenza.

Bisogna scrivere una nuova pagina di sviluppo, nessuno è stato in grado di scriverla sin dall’Unità d’Italia: né la destra, né la sinistra di ieri. Sforziamoci a farlo oggi noi, tutti assieme. Guardate, stiamo vivendo momenti strani. È tutto un teatro. Sul palco, mancano gli attori, la politica. Ma se la platea è piena di tanta bella gente perché aspettare ancora di salire sul palco e recitare il futuro. Attenzione! Io non vorrei essere frainteso. Io amo la politica, so anche che senza i partiti la Repubblica muore. In questo momento di crisi generale vorrei soltanto ragionare sul potere delle “grandi ricchezze”: la tragedia di questo millennio.

Voglio ricordare brevemente come si sono formati questi centri di potere economico. Primo. In illo tempore, clero e baroni erano i proprietari di tutte le terre. La ricchezza proveniva dalla terra e veniva prodotta dalla plebe contadina che lavorava venti ore al giorno e poi portava i frutti del lavoro al castello. Secondo. Con l’era industriale e successo la stessa cosa. Gli operai producevano la ricchezza e gli industriali l’accumulavano. Mai nessuno ha osato dire che i frutti del lavoro andavano divisi equamente. Anzi qualcuno l’ha detto a mezza voce. Quella era la normalità, e continua ancora così. Infine dobbiamo dire che i denari di queste grandi ricchezze sono stati “investiti” nel terzo mondo e hanno moltiplicato gli utili sfruttando quelle popolazioni.

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Vi ricordo che i capitali che rientravano venivano investite nelle finanziarie, mai un dollaro investito per creare lavoro. Ecco l’origine della crisi odierna. Credo che adesso abbiamo le idee più chiare per poter andare avanti. Non vi pare? Avete capito perché dobbiamo uscire di casa e reagire? L’unione fa la forza.

A Reggio dobbiamo costruire una città a misura d’uomo. Dobbiamo scrivere un progetto di sviluppo per rilanciare le periferie abbandonate. A chi dice che non ci sono i soldi sapete adesso cosa rispondere. I soldi ci sono , li ha prodotti il popolo: andiamo a prenderli. Ci siamo capiti? Certo, il problema da risolvere non è semplice. Nel Mezzogiorno mancano due milioni di posti di lavoro. In Calabria almeno 200 mila. A Reggio, Città Metropolitana, non meno di 30 mila. Serve, quindi, un Ministero delle partecipazioni Statali per gestire questo grande progetto, naturalmente col popolo sul palco.

Per un attimo adesso vorrei allagare il discorso vedrete che capiremo meglio. Oggi serve un incontro tra le grandi potenze economiche del globo. Praticamente una “Bretton Woods” due. La prima, dopo la guerra, ci ha consentito di diventare settima potenza mondiale.

Oggi può salvare il mondo che va a rotoli e aiutare anche noi calabresi figli della globalizzazione. Ma torniamo a Reggio. Il nostro consiglio è quello di ascoltare, prima delle elezioni, tutti i cittadini prima di scrivere il progetto per una grande Reggio. Come? Ho un’idea. Ricordate Tespi, il tragediografo e attore della Grecia antica? Con un carro trainato dai buoi, nel V secolo a.C., girovagando per l’Attica presentava le sue tragedie.

Non possiamo fare noi la stessa cosa girovagando nelle periferie abbandonate della città, con gli attori, in questo caso i cittadini delle periferie, recitare  il programma elettorale per vincere le prossime elezioni comunali a Reggio? Non vi pare una bella idea? È difficile da realizzare?

Ecco pronta un’altra. Costruiamo allora un piccolo palchetto a Piazza Italia, come a Londra, al Central Park, dove i cittadini “recitano”, qualsiasi tema. Tutti i cittadini di Reggio possono denunciare i problemi da risolvere in città e nelle periferie e al tempo stesso scrivere il progetto per lo sviluppo della città. Una città antica e ricca di storia fatta precipitare da questi politicanti da strapazzo in fondo a tutte le statistiche nazionali.

I cittadini di Reggio devono esporsi, quindi, e dal palco dettare alla politica il programma di sviluppo della città e delle sue periferie. Ve la sentite di farlo amici dormiglioni? Sarebbe la prima volta nella storia politica reggina che un programma elettorale è dettato dal popolo. Questa è la vera democrazia che deve vincere e creare problemi alla autocrazie. Solo cosi il popolo uscirà di casa e si sentirà autore del destino della città.

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Solo cosi si tornerà alla normalità, una città disegnata dal popolo e non da lestofanti , una categoria che ha affossato e distrutto la città. Non credete più a quelli che in occasione delle elezioni si avvicinano e giurano che sono in grado di salvare Reggio con le loro bandierine.

Questi signori vogliono salvare se stessi. Lo abbiamo visto infinite volte. Siate vigili, non fatevi ingannare. Soltanto l’unità popolare può dare un futuro alla città in questo momento confuso e complesso.

Vi prego poi di smontare definitivamente il detto popolare: “i ricchi vanno aiutati perché i poveri sono abituati”. Solo il popolo unito potrà farlo. (pb)



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