Il caso della tv di Putin finisce in Parlamento, Lepore: «Respingiamo la propaganda russa»

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di
Francesco Rosano

Il servizio tv di Rossya 1 sul centro sociale di Villa Paradiso viola le sanzioni Ue contro la Russia. Il presidente della Regione Michele De Pascale: «Non avrebbero dovuto farlo. Solidarietà a Lepore e Picierno. Bisogna intervenire»

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Finirà in Parlamento il caso del servizio televisivo made in Bologna di Rossiya 1, la tv di Stato russa che – nonostante le sanzioni Ue lo impedirebbero – ha mandato una giornalista in città per raccontare le proteste contro lo «sfratto» del centro sociale culturale Villa Paradiso, annunciato dal Comune dopo le iniziative filorusse organizzate nella casa di quartiere di via Emilia Levante. «Presenterò un’interrogazione parlamentare», annuncia il deputato del Pd Andrea De Maria che, con il governatore Michele de Pascale, dà la sua solidarietà al sindaco Matteo Lepore e all’eurodeputata Pina Picierno, finiti entrambi nel mirino della tv putiniana. «La propaganda russa non ci fermerà», promette il sindaco, intenzionato a non fare marcia indietro su Villa Paradiso. Ma il centro sociale rilancia, invitando lui e i consiglieri a un confronto. E annunciando una «cena popolare» per finanziare il ricorso contro la decisione di Palazzo d’Accursio.

Gli attacchi della tv russa

La manifestazione del Coordinamento No NATO Emilia-Romagna, raccontata dal servizio realizzato il 18 gennaio a Bologna da Rossiya 1, «si è caratterizzata per attacchi inaccettabili all’europarlamentare Pina Picierno, al sindaco Matteo Lepore e al Pd. A Picierno e Lepore va tutta la mia solidarietà», scrive De Maria che respinge le «lezioni di democrazia» arrivate dalla tv russa. «Soprattutto – aggiunge il deputato dem – viene da chiedersi come possa esserci stato questo servizio da Bologna a fronte delle sanzioni». Una domanda a cui dovrà rispondere il ministro Matteo Piantedosi, visto che l’interrogazione che De Maria presenterà è rivolta soprattutto al Viminale.




















































La lotta alla propaganda russa

De Pascale sottoscrive la solidarietà a Lepore e Picierno, accostata al ministro nazista della propaganda, Joseph Goebbels, nei volantini inquadrati dalla tv russa alla manifestazione. «Credo si possa dire tutto, ma non che nel dibattito pubblico italiano non sia data piena cittadinanza a tutte le tesi», afferma il presidente della Regione a proposito delle accuse contenute in un servizio tv che, sottolinea, viola le sanzioni Ue contro la Russia. «Non avrebbero dovuto o potuto farlo, bisogna che chi è deputato al controllo di queste situazioni intervenga». Sulla tv russa, che lo ha accusato di volere «liberare la città dalle fonti di informazione alternative e da quei posti in cui esse possono essere ricevute», Lepore è lapidario. «Ne penso il peggio possibile. Credo sia giusto che i cittadini bolognesi sappiano che non ci fermeremo di fronte alla propaganda di uno Stato straniero che vuole entrare nella nostra città e creare divisioni nella nostra comunità», dice il sindaco di Bologna che non fa marcia indietro su Villa Paradiso: «Andremo avanti. Il Savena merita spazi per i cittadini e gli anziani, non propaganda».

La resistenza del centro sociale

Il centro sociale sotto «sfratto», però, è pronto a resistere. In una diretta web il presidente Maurizio Sicuro ribadisce che le iniziative filorusse che hanno scatenato la tempesta «non le abbiamo organizzate noi. Abbiamo ospitato due associazioni che ci hanno chiesto gli spazi». «L’amministrazione comunale venga qui a confrontarsi con noi», aggiunge Sicuro, ribadendo che le due raccolte firme in difesa del centro sociale proseguono, mentre si cercheranno fondi per un ricorso legale. Il 2 febbraio alle 15, intanto, la comunità ucraina sarà in piazza VIII agosto per la manifestazione nazionale «Disarmiamo la disinformazione». Con loro anche il presidente dei Radicali Italiani, Matteo Hallissey.

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