Federica Brignone: «Sugli sci e in amore, non ho più paura di rischiare. Goggia? Mi ha insegnato quanto conta il carattere»

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Daniele Sparisci

Federica Brignone ai Mondiali di sci a Saalbach (via martedì): «Non parlo mai del mio fidanzato, ma mi sostiene tanto. Sinner e il no a Mattarella? A volte vanno capiti anche gli atleti»

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Federica Brignone, la donna più vincente dello sci italiano. Protagonista di una stagione eccezionale, leader in Coppa del Mondo, pronta per i Mondiali di Saalbach al via martedì 4 febbraio.

Qual è il segreto: non guardare la classifica, come dice lei?
«Quello aiuta. Ma la verità è che non ho segreti: questa stagione è il frutto di anni di lavoro fisico, tecnico, mentale. Cura dei dettagli e impegno».




















































Due anni fa ai Mondiali a Courchevel: oro nella combinata e argento nel gigante. L’asticella è già altissima.
«L’obiettivo è esprimere il mio miglior sci, fare le gare a “tutta”: il risultato non dipende solo da me. A mio favore c’è il fatto che sto bene: se metto in pista il 100% può valere qualcosa di importante».

Quanto è difficile restare a questo livello a 34 anni?
«È la cosa più difficile: dedizione, continuo miglioramento della tecnica e della persona. Dire: “questo funziona e funzionerà ancora” equivale a dire: “questo non funzionerà mai”. Mai smettere di cercare nuove forme di progresso, il motivo per cui la mia carriera è andata sempre in crescendo. A volte ho fatto un passo indietro per farne due avanti».

Per arrivare dove?
«A vincere anche in altre discipline: mi sento sempre più sicura. È il lavoro di anni, di un’intera carriera».

Vince anche in discesa. Sorpresa o lo aveva previsto?
«Era uno dei miei obiettivi: li avevamo messi a punto con mio fratello Davide (l’allenatore di Federica ndr), prevedendo allenamenti specifici. Da anni ci concentriamo sulla scorrevolezza, sul distribuire i carichi per essere più veloci in discesa, per impostare le curve più lunghe».

Tanti incidenti nello sci, la discesa non le fa paura?
«Ho molta più paura in slalom».

Perché?
«Ho meno spazio d’azione, non mi sento a mio agio e tendo a sbagliare. Ora ho pochissima paura nella velocità, anche in condizioni difficili: mi sento lucida, in controllo, ho affinato la tecnica per avere una sciata sicura e spingo anche in situazioni complicate. Poi tutto può succedere, lo sci è pericoloso, lo sai da sempre. Per questo ho addestrato anche la mente».

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In che modo?
«Per riuscire nelle cose difficili, il nostro è uno sport contro-istintivo. Il rischio può essere divertente se tenuto sotto controllo. Cosa ho fatto? Ho alzato l’asticella del controllo. In estate pratico il downhill con la bici, senza follie cerco di aggiungere ogni volta un tassello in più. Mi aiuta sugli sci».

Ha staccato qualche giorno prima dei Mondiali?
«Sì, a casa in Val D’Aosta: scialpinismo, neve fresca, stupendo. Relax con gli amici».

C’è un compagno nella sua vita?
«Sì. Abbiamo tante cose in comune, condividiamo tutto, pure la passione per lo sport».

Perché non ne parla mai?
«Non amo parlarne, soprattutto per lui: non ha voglia di stare sotto i riflettori. Si chiama Davide, un nome ricorrente nella mia vita…».

Come la sostiene?
«Lavora nell’ambiente dello sci, sa che cosa faccio e quali sono i sacrifici. Non è facile stare insieme a una con una vita come la mia, lui mi capisce e mi sostiene».

Da quanto state insieme?
«Da tanto».

Ci pensa a mettere su famiglia?
«Sì, non ora. Vorrei avere dei bambini e dedicare loro le attenzioni che i miei hanno dedicato a me e a mio fratello Davide. Trasmettergli energia e passione per la vita».

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Parliamo d’altro: in montagna tocca con mano il cambiamento climatico. Non è preoccupata dai discorsi di Trump sul clima?
«Ma io continuo a vedere tanta attenzione. Cerco di fare il massimo per il pianeta, porto avanti lo stile di vita che ho sempre avuto, credo ai valori con i quali sono stata educata in famiglia. Oggi ancora di più».

Ultimo libro letto?
«La saga Millennium di Stieg Larsson. E ho regalato da poco la biografia di Federer, il mio idolo di sempre. Vorrei leggerla anch’io».

Se il presidente Mattarella chiama lei va?

«Sempre andata, a fine stagione quando non c’erano gare».

Che ne pensa di Sinner che non è andato?
«Bisogna capire anche la vita degli atleti: viaggiare è pesante e lo è anche incastrare tutto con gli allenamenti».
 
Jannik va capito?
«So cosa vuol dire girare per il mondo, cambiare hotel ogni due giorni, abituarsi ai fusi orari. Ore di macchina per raggiungere i luoghi d’allenamento, poco fa ne ho fatte sette. Alla fine viaggiare meno incide sulla fatica e quindi sulla prestazione. A questo livello, conta tutto».

Che cosa ha imparato da Sofia Goggia?
«Mi ha insegnato a guardare cosa posso fare di meglio esclusivamente per me, a valutare meglio le scelte. E che con la decisione e l’atteggiamento si può ottenere davvero tanto. Mi ha spinto a mettere un po’ più di carattere quando le cose sono complicate».

Giovanissima, in un video, diceva: «Chissà se salirò mai sul podio in Coppa del Mondo». È diventata l’italiana più vincente, che effetto le fa?
«Quel video dimostra chi sono: non ero una di quelle bambine che si allenava per diventare una campionessa. Sciavo perché era divertente, perché amavo la competizione. Il bello è sto ancora cercando di imparare qualcosa».

Ai Mondiali sarebbe contenta se…
«Se riuscissi a sciare come so. Se metto il 100% mi posso giocare le medaglie, devo controllare la testa il giorno della gara, è sempre difficile».

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Le rivali più forti che ha affrontato nella sua lunga carriera?
«Shiffrin e Gut, mostri sacri. Mikaela è la più vincente della storia, Lara la più forte di sempre in superG».

L’anno scorso era ospite a Sanremo, quest’anno lo guarderà?
«Mmm, è sempre tardi. Vedrò qualcosina da Saalbach».

3 febbraio 2025 ( modifica il 3 febbraio 2025 | 09:34)

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