Con Trump torna la pena di morte federale

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Arabia Saudita – Sono almeno 338 le esecuzioni nel 2024, secondo un conteggio effettuato dall’AFP sulla base di resoconti ufficiali. Più del doppio rispetto alle 172 del 2023 e ben oltre le 196 del 2022 che finora rappresentava il numero più alto registrato da quando a partire dagli anni novanta Amnesty International documenta le esecuzioni in Arabia Saudita. Non meno di 117 sarebbero le persone messe a morte per reati di droga: da quando il paese, due anni fa, ha messo fine all’uso della pena capitale per reati di droga, il numero di esecuzioni è costantemente cresciuto. Altro record riguarda i cittadini stranieri, ben 129, messi a morte nel 2024: tra questi, 25 yemeniti, 24 pakistani, 17 egiziani, 16 siriani, 14 nigeriani, 13 giordani e sette etiopi. Sei iraniani sono stati invece messi a morte a Dammam, nell’est del paese, per traffico di droga. Lo ha reso noto lo scorso 1° gennaio il Ministero dell’Interno in un comunicato, senza però specificare la data di esecuzione.

Cina – Due persone sono state messe a morte il 20 gennaio. Fan Weiqiu, 62 anni, condannato per aver provocato la morte di 35 persone lanciandosi con la sua auto contro una folla fuori da uno stadio nella città meridionale di Zhuhai, in quello che è l’attacco più mortale in Cina dal 2014. Secondo le autorità, Fan era arrabbiato e insoddisfatto per il suo accordo di divorzio. La seconda esecuzione è quella di Xu Jiajin, 21 anni, condannato per aver ucciso otto persone e ferendone 17 in un accoltellamento nella sua scuola professionale, nella città orientale di Wuxi. Le condanne erano state emesse a dicembre dai Tribunali intermedi del popolo e in seguito approvate dalla Corte Suprema del Popolo. Il presidente cinese Xi Jinping ha esortato le autorità locali ad adottare misure per prevenire questo tipo di attacchi, noti come “crimini di vendetta sulla società” e in forte aumento negli ultimi anni. Secondo alcuni osservatori, tali crimini sarebbero legati a una crisi sociale dovuta alla frustrazione per una economia in rallentamento, una elevata disoccupazione e una mobilità sociale in calo. Il 21 gennaio, invece, un’Alta corte ha confermato la condanna a morte di Wang Haowen, riconosciuto colpevole di traffico di minori. L’uomo è stato accusato di aver rapito e poi ‘rivenduto’ 14 bambini dal 2001 al 2014.

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Iran – Almeno 997 persone sono state messe a morte nel 2024, secondo il rapporto di Iran News Update, ma si teme che il numero reale possa essere più alto. a causa del ricorso alle esecuzioni segrete da parte delle autorità iraniane. Un dato in aumento rispetto al 2023 quando si registrarono oltre 850 esecuzioni. La maggior parte delle esecuzioni ha riguardato reati legati alla droga, ma sono stati messi a morte anche dissidenti e persone collegate alle proteste del 2022. Cresce anche il numero delle esecuzioni di donne: almeno 31, secondo Iran Human Rights, un dato scioccante che rivela “il carattere brutale e disumano della pena di morte, e dimostra fino a che punto la discriminazione e la disuguaglianza fra i sessi siano radicate nel sistema giudiziario”, ha dichiarato il direttore dell’IHR, Mahmoud Amiry-Moghaddam. Dietro le condanne per omicidio si nascondono spesso “violenze familiari e abusi sessuali”, spiega IHR come nel caso di Zahra Esmaili, costretta a un sposare un funzionario del Ministero dell’Intelligence che l’aveva violentata e messa incinta. Nel 2007, Esmaili aveva ucciso il marito per le violenze subìte da lei e i suoi figli. La famiglia dell’uomo aveva preteso la condanna a morte e la madre aveva ottenuto di eseguire personalmente la pena.

Singapore – Undici organizzazioni, tra le quali Amnesty International, hanno condannato in una dichiarazione congiunta le recenti restrizioni imposte dal governo di Singapore agli attivisti del Transformative Justice Collective (TJC), un collettivo espressione della società civile che si oppone attivamente alla pena di morte e sostiene i diritti umani. Nelle ultime settimane, TJC è stato bersaglio di una serie di ‘ordinanze’ che rappresentano “un’indebita restrizione del diritto alla libertà di espressione”. L’ultima, lo scorso 20 dicembre, colpisce il sito web del collettivo e gli account dei social media accusati di aver pubblicato “molteplici falsità”, stabilendo che nessun beneficio finanziario o materiale possa essere ricevuto da TJC per la gestione delle piattaforme online. Il vero obiettivo delle autorità, sostengono le organizzazioni, è quello di creare “un clima di paura e soffocare il dibattito sull’uso della pena di morte a Singapore”. Intanto, il 23 gennaio, Syed Suhail bin Syed Zin, 48 anni, colpevole di traffico di droga, è stato messo a morte per impiccagione. L’uomo era stato trovato in possesso di non meno di 38,84 grammi di diamorfina, o eroina pura, e per questo condannato alla pena di morte il 2 dicembre 2015.

Usa – Marion Bowman, 44 anni, condannato nel 2002 per aver ucciso l’anno prima l’amica del liceo Kandee Martin, è stato messo a morte il 31 gennaio in una prigione di Columbia, capitale della Carolina del Sud. La vittima 21enne era stata colpita e messa nel bagagliaio della sua auto, che era stata poi data alle fiamme. Bowman, che all’epoca aveva 20 anni, ha ammesso di aver venduto droga alla vittima ma ha negato ogni coinvolgimento nell’omicidio. Ma come spesso accade nei casi di morte negli USA, a incriminarlo è stata la testimonianza di due complici, convinti a collaborare alle indagini in cambio della promessa di uno sconto di pena. Nel loro caso, sono stati anche più fortunati, perché i loro casi sono stati archiviati. Gli avvocati di Bowman hanno sostenuto che durante il processo è stata nascosta alla giuria la confessione di uno dei due complici di aver materialmente usato la pistola che uccise la ragazza e che la difesa di Bowman – nel processo che gli costò la pena capitale – fu inefficace e usò persino espressioni razziste nei confronti del proprio cliente. Ha trascorso quasi 140 giorni in attesa dell’esecuzione in una cella d’isolamento più stretta dell’apertura delle sue braccia; ha presentato numerosi ricorsi per chiedere di ritardare e di far annullare la sua esecuzione tramite iniezione letale a causa del suo peso (180 kg) e delle potenziali complicazioni che avrebbe potuto causare. Ma i giudici gli hanno concesso solo di poter optare per la sedia elettrica o per la fucilazione. La Carolina del Sud, dopo una pausa di 13 anni, ha ripreso le esecuzioni nel 2024.



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