Al lavoro sul nuovo utilizzo di Tommaseo e isola di Sant’Andrea ma è polemica sui fondi del Cis

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Saranno resi noti a marzo i risultati del percorso guidato dalla società Stratosferica di Torino di definizione della destinazione d’uso ed il modello di gestione dell’ex Collegio Tommaseo e dell’isola di Sant’Andrea. A seguire il Comune di Brindisi pubblicherà gli avvisi per la progettazione architettonica e la definizione dei soggetti privati che gestiranno tali beni.

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Contenitori da riqualificare

Nessuna anticipazione, quindi, è emersa sulla destinazione futura di tale patrimonio nell’arco della commissione consiliare congiunta Lavori pubblici e Urbanistica, dove sono intervenuti Marco Leone e l’architetto Luca Ballarini, in qualità di rappresentanti della società torinese che si è aggiudicata la progettazione partecipata per un valore di 120 mila euro. La pianificazione è funzionale alla futura riqualificazione degli spazi nell’ambito del Cis – Contratto istituzionale di Sviluppo, dove sono previsti 30 milioni di euro per l’ex Collegio Tommaseo e 5 milioni di euro per una porzione dell’isola di Sant’Andrea con immobili annessi che sono: la batteria Pisacane, le villette a schiera e gli alloggi per militari e famiglie, la mensa degli ufficiali. Nella progettazione originaria del Comune di Brindisi, l’ex collegio Tommaseo doveva essere recuperato come Polo dell’innovazione del mare per attività di formazione ed incubazione d’impresa, con spazi dedicati ad eventi e congressi ma anche alloggi e foresteria. Mentre una porzione dell’isola di Sant’Andrea come luogo per la ricettività e la fruizione turistica.

Progettazione partecipata

Nel corso della commissione consiliare i referenti di Stratosferica hanno illustrato il processo di lavoro che è iniziato con l’analisi del contesto territoriale, è entrato nel vivo poi con l’ascolto, attraverso lo strumento delle interviste, di 70 stakeholder (i portatori di interesse) in rappresentanza del terzo settore, delle associazioni di categoria, delle istituzioni e del mondo della cultura. La procedura si concluderà con l’analisi del mercato per valutare la sostenibilità delle proposte emerse. «Abbiamo ancora un mese davanti a noi in cui potremmo continuare ad ascoltare gli stakeholder e parallelamente stiamo verificando l’aderenza delle visioni con le dinamiche del mercato economico ed immobiliare – dichiara Luca Ballarini, direttore di Stratosferica -. La parola chiave che sta emergendo dallo studio è “flessibilità”, i due beni non potranno avere una mono funzione bensì una poliedricità di funzioni. Tra queste alcune saranno utili a generare profitto, altre a soddisfare i bisogni della città».

Tante le proposte vagliate

Ballarini spiega inoltre che in questa fase non stanno escludendo alcuna proposta e cita, tra le idee raccolte, il progetto Bon per la creazione di un ostello nautico presso l’isola, la destinazione per la musica dal vivo e l’enoteca regionale coerente con la visione del castello Alfonsino qualora Brindisi diventasse Capitale italiana della Cultura 2027. Mentre per l’ex collegio Tommaseo la funzione principale che menziona il direttore di Stratosferica è quella di accogliere la ricerca scientifica in ambito marittimo. Infine il progettista chiarisce che la restituzione finale sarà quella di offrire due scenari possibili per ogni bene: uno per un utilizzo più conveniente che produca il valore più alto nel mercato, l’altro per un uso con una valenza sociale e culturale che presuppone un sostegno pubblico.

Ma qualcuno è rimasto escluso

Non è mancata una voce critica all’interno della commissione comunale, il consigliere Diego Rachiero infatti ha riportato le lamentale di alcune realtà del territorio che non sono state coinvolte in qualità di stakeholder nel percorso di ascolto e ha sottolineato che l’unico incontro aperto del 5 dicembre scorso, presso l’Ostello della Gioventù, non fosse stato promosso a dovere, tanto che sui canali di comunicazione del Comune non era indicato il luogo. Per conoscere le progettualità, quindi, bisognerà attendere marzo anche se non si conoscono ancora le modalità con cui avverrà la diffusione dei contenuti. La realizzazione vera e propria degli interventi che ridaranno vita all’ex collegio Tommaseo ed all’isola di Sant’Andrea, invece, dovrebbe concludersi entro il 2027.

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Chi ha ottenuto i fondi

Intanto, però, scoppia la polemica su chi abbia il merito di avere ottenuto i fondi del Cis. Il capogruppo di Forza Italia Nicola Di Donna parla di «un risultato inseguito per lungo tempo, dato più volte per certo, ma concretizzatosi solo grazie all’impegno ed alla determinazione dell’onorevole Mauro D’Attis. Lo stesso impegno attraverso cui adesso il parlamentare brindisino ha chiesto ed ottenuto la sottoscrizione di un accordo di programma per Brindisi e la nomina di un commissario straordinario per favorire e velocizzare nuovi investimenti». Insomma, conclude Di Donna, «la politica dei fatti concreti che rappresenta l’unica reale possibilità di rilancio della nostra città». Ricostruzione ribadita anche dall’ex assessore Ernestina Sicilia, per la quale la misura fu «concretizzata grazie alla propulsione data dall’onorevole D’Attis e dal ministro Carfagna, per il nostro territorio. Per quel che riguarda Forza Italia Brindisi, noi lavoriamo per la nostra città e teniamo a puntualizzare, senza togliere ad eventuali altri contributi, quello che il nostro deputato di Brindisi sta facendo da un po’ di anni a questa parte».

Il punto di vista dell’ex sindaco

Pur non negando il contributo dell’onorevole D’Attis, l’allora sindaco Riccardo Rossi parla di «una storia più complessa» partita nell’estate del 2019 con l’allora ministro Barbara Lezzi, che aveva lanciato la proposta di un Cis per Brindisi e Lecce. «All’epoca – ricorda – si parlava di una cifra di circa 500 milioni da suddividere tra le due città. In quella fase istruttoria, presentammo un masterplan con opere per circa 300 milioni. Poi sopraggiunsero la caduta del governo Conte 1 ed il Covid, che svuotò di risorse finanziarie il fondo Fsc. Successivamente, si riprese il discorso col ministro Giuseppe Provenzano, ci furono degli incontri ma poi, alla fine, si arrivò al termine con la ministra Mara Carfagna che diede un suo indirizzo al Cis, quello del mare, collegando tutti i Comuni della costa adriatica più Lecce». Certo, ammette Rossi, «l’onorevole D’Attis se ne sarà sicuramente interessato, non lo metto in dubbio. Ma qui parliamo di una storia molto più complessa. Il Cis sottoscritto in Prefettura nel 2022, tra l’altro, era molto ridotto nelle dimensioni. Parliamo di circa 150 milioni di euro. La gran parte dei quali, circa 55 milioni a testa, andarono a Brindisi e Lecce mentre il resto agli altri Comuni. Parlo di risorse ridotte perché noi, comunque, presentammo circa 200 milioni di progetti durante la fase istruttoria che però fu chiusa velocemente, senza discussione coi Comuni. E fu il governo a scegliere quali progetti finanziare e quali ritenere ammissibili ma senza copertura finanziaria. Rispetto ai quali, con l’ultimo governo, io chiesi al ministro Raffaele Fitto di cercare di allargare le maglie, perché alcuni di quei progetti erano e sono per noi importanti».





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