Innovazione, etica e acciaio: il linguaggio progettuale dell’architettura contemporanea

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Nell’architettura contemporanea, il dibattito sull’equilibrio tra estetica, funzionalità e sostenibilità è più attuale che mai. Tra i materiali che meglio rispondono a queste esigenze, l’acciaio occupa un ruolo centrale grazie alla sua versatilità, resistenza e leggerezza strutturale. Il suo impiego consente soluzioni progettuali innovative, ottimizzando l’uso delle risorse e ampliando le possibilità espressive.
In questa intervista all’Arch. Mussetola di Horizon Studio esploriamo la filosofia progettuale dello studio, le sfide della carpenteria metallica, il futuro dell’architettura in acciaio e le ispirazioni che guidano il lavoro.
Dalla progettazione etica alla ricerca di soluzioni tecniche avanzate, il confronto con esperti del settore offre una visione approfondita sulle prospettive future e sulle potenzialità di questo materiale nell’edilizia del domani.

Qual è la filosofia progettuale di Horizon Studio Architects e come si integra l’acciaio nei vostri progetti?
La nostra filosofia di progettazione potrebbe essere definita “etica”. Il nostro obiettivo principale è quello di offrire la migliore soluzione progettuale con il minore impiego di risorse possibile, sia economiche (etico verso il committente) sia a livello di impiego di spazio, tempo e materiali (etico a livello ambientale e sociale). Chiaramente il nostro intento è quello di proporre soluzioni sempre più innovative, attraverso un costante lavoro di ricerca e sviluppo, per raggiungere i suddetti obiettivi etici, senza mai tralasciare quelle che possono essere le nostre inclinazioni a livello di linguaggio architettonico. In questo l’acciaio offre un grande aiuto, grazie alla versatilità e alle sue caratteristiche di resistenza, leggerezza e duttilità. Abbiamo infatti maggiore libertà nel modulare geometrie e spazi, un minore ingombro della maglia strutturale senza scendere a compromessi riguardo la sicurezza statica degli edifici, inoltre ci permette di introdurre elementi di un’estetica ancora inusuale per il nostro costruito tradizionale, come possono essere, per l’appunto, i formati industriali dei profili in acciaio.

Cosa significa fare buona progettazione al giorno d’oggi?
Fare buona progettazione, oggi come ieri, significa essere completamente immersi nel proprio tempo (lo diceva già Mies van der Rohe negli anni ’20 del secolo scorso), quindi abbandonare ragionamenti del tipo “si è sempre fatto così”, “una volta era tutto fatto meglio”, ecc… È necessario comprendere che l’architettura di oggi, per l’oggi non deve essere quella di ieri e non può già essere quella di domani. Un bravo progettista deve impegnarsi per impiegare al meglio le risorse che i contesti tecnologico, sociale e ambientale gli mettono a disposizione ogni giorno. Tuttavia, per raggiungere appieno questa “immersione” nel proprio tempo, il punto focale rimane orientare la progettazione alle esigenze “umane” contemporanee, a quelli che Mies van der Rohe definiva i “bisogni spirituali”, che risultano diversi e specifici di ogni gruppo sociale e di ogni periodo storico. Dobbiamo quindi coniugare al meglio le esigenze materiali e spirituali dell’individuo di oggi con quelle che sono le capacità economiche del committente, le possibilità tecniche della nostra epoca, utilizzando le risorse ambientali nel modo più efficiente possibile.

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Come si bilanciano estetica, funzionalità e sostenibilità quando si parla di progetti in acciaio?
In realtà è l’acciaio a permettere un migliore bilanciamento tra estetica, funzionalità e sostenibilità all’interno di un progetto e non il contrario. Come già detto, le caratteristiche di resistenza, leggerezza e versatilità di questo materiale garantiscono la massima libertà espressiva all’interno di un progetto, senza scendere a compromessi con le esigenze moderne di prestazione tecnica. Inoltre, gli elementi in acciaio si offrono come parte integrante del linguaggio estetico, dialogando perfettamente sia con elementi tradizionali come il legno e il calcestruzzo, sia con soluzioni totalmente contemporanee come, ad esempio, le soluzioni “a secco”. Funzionalità e sostenibilità a questo punto sono automaticamente bilanciate in quanto, a una maggiore libertà progettuale, corrisponde una maggiore possibilità funzionale (se con funzionalità parliamo di fruizione dello spazio). Le elevate performance tecniche del materiale permettono invece di minimizzare il quantitativo di risorse impiegate, a parità di prestazione tecnica (e quindi di funzionalità dal punto di vista tecnico).

Quali sono le sfide più comuni che affrontate nella realizzazione di progetti in carpenteria metallica?
Sviluppare competenze specifiche nella progettazione di architetture in acciaio. È necessario conoscere bene tutti i processi, dalla produzione al montaggio, per poter ottenere il miglior risultato possibile dal punto di vista progettuale. Purtroppo, in Italia, non esiste ancora una cultura diffusa delle costruzioni in acciaio, quindi sono competenze difficili da costruire o reperire rispetto a quelle riferite alle tecniche costruttive “tradizionali”. Sempre per lo stesso motivo capita di riscontrare delle resistente da parte delle imprese, degli altri tecnici che collaborano al progetto e della committenza, che solitamente diffida delle soluzioni innovative, preferendo un approccio più tradizionalista.

Potete raccontarci un progetto particolarmente sfidante?
Ci è stato chiesto da un cliente di ricavare un edificio di due piani all’interno di vecchio rustico alto meno di sei metri, creando un loft nella parte mansardata e lasciando completamente libero (senza muri o pilastri a interromperlo) il piano terreno di circa 13×13 metri di lato.
Questo ha richiesto una ricerca piuttosto complessa in termini di soluzioni progettuali a bassissimo spessore per realizzare il solaio interpiano senza compromettere la resa estetica finale. La scelta è ricaduta ovviamente su una soluzione strutturale in acciaio con degli accorgimenti abbastanza particolari, soprattutto nell’ambito delle travature, per coprire una così ampia luce senza sacrificare le altezze interne dei due piani.

Come vedete il futuro dell’architettura in acciaio nei prossimi anni? Quali trend prevedete?
Se dovessi fare un ragionamento di tipo puramente logico, direi un trend in continua crescita. Come dicevo, ritengo che le soluzioni costruttive in acciaio siano le più efficienti in termini tecnico-economici, di conseguenza sarebbe naturale che il mercato si rivolgesse in quella direzione. Tuttavia bisogna tenere in considerazione che il mercato dell’edilizia (ancor più della nicchia che potremmo definire “architettura”), tende ad essere piuttosto conservatore, faticando ad assimilare cambiamenti culturali drastici. Questo accade sia per una questione di “forma mentis” degli operatori e della committenza, sia per una resistenza degli ambiti produttivi che, ovviamente, cercano di moderare i cambiamenti in quanto, il rinnovamento dei cicli produttivi, richiederebbe l’impiego immediato di risorse a fronte di un beneficio riscontrabile solo in un momento successivo.

Qual è stato l’input più insolito o interessante ricevuto da un cliente per un progetto?
“Voglio vedere più acciaio possibile!”. Una richiesta piuttosto insolita e stimolante, anche se piuttosto sfidante, in quanto la moglie del committente non è della stessa idea e l’edificio si trova in un centro storico vincolato. Per ora siamo ancora in fase di progettazione, vedremo quale sarà il risultato finale di una combinazione di fattori così insolita.

Se doveste scegliere una struttura iconica in acciaio (anche non vostra) come esempio di eccellenza, quale scegliereste e perché?
Direi la Neue Nationalgalerie di Berlino o la Crown Hall di Chicago, sono veramente emblematiche di quello che è il potenziale delle strutture in acciaio in termini di qualità dello spazio, resa estetica e ricerca tecnologica. Ancora oggi ci parlano di contemporaneità, funzionalità, eleganza ed equilibrio nonostante risalgano agli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. A questo punto penserete che abbiamo un debole per Mies van der Rohe, e in effetti è così, tuttavia ritengo che sia stato un pioniere nell’approccio alla progettazione dell’architettura dell’acciaio, soprattutto in ambito civile, quindi risulta piuttosto naturale prenderlo come esempio.



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