Cuneo esclusa dai ristori della Regione per le attività economiche, turistiche e ricettive danneggiate da quattro estati e cinque inverni consecutivi senza galleria del Tenda. Il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ne aveva promessi 3, in arrivo dall’Anas come «rimborso» delle risorse regionali per anticipare i costi delle navette ferroviarie. Una partita ancora in corso, ma di concreto al momento c’è un milione solo, destinato alle imprese della valle Vermenagna, da Limone a Borgo. Non del capoluogo e del Cuneese, ma anche di altre aree provinciali penalizzate dalla tempesta Alex di ottobre 2020, che ha interrotto i collegamenti stradali dalla Granda a Liguria e Costa Azzurra. E la Città ha alzato la voce, alla notizia che sabato 8 febbraio, a Limone, il presidente Cirio e l’assessore regionale al Commercio, Paolo Bongioanni, spiegheranno le modalità di erogazione dei fondi, oggi riservati agli operatori della valle. Un sistema «a cratere» (più sei vicino al problema, più ricevi), una parte fissa per tutti attorno ai 2.000 euro e una variabile, calcolata sulla diminuzione certificata del fatturato tra un anno normale (con ogni probabilità il 2019 pre-Covid) e uno disastrato (2023 o 2024).
Ad aprire il dibattito, lunedì in Consiglio comunale a Cuneo, un’interrogazione di Giancarlo Boselli (minoranza Indipendenti). «Stiamo sfiorando il senso del ridicolo» ha osservato, sia rispetto al fatto che Limone «appare così strategica e importante» (riferimento a Bongioanni, consigliere comunale di maggioranza a Limone), sia sulla cifra: «Bisogna arrivare almeno a 5 milioni». Quindi ha invitato la sindaca Patrizia Manassero a «tornare alla carica», perché Cuneo «rientra nella fascia che storicamente e più direttamente ha benefici dal collegamento con la Francia». Il collega Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) ha aggiunto che «anche i pendolari hanno subito grossi disagi». Di qui una lettera della prima cittadina a Cirio, per ribadire quanto già espresso nell’assemblea consiliare. In sintesi: la Regione ha deciso senza consultare i sindaci, che avevano proposto di affidare alla Camera di commercio il compito di definire il merito per ripagare il danno subito da tutte le attività del territorio, «da Limone a Cuneo». E ricordando che anche gli artigiani avevano «un mercato non indifferente sulla Costa Azzurra», ha chiesto alla Regione di «mantenere fede all’obiettivo dei 3 milioni». Nessuna risposta ufficiale da Cirio. «Ma ci siamo sentiti – così ieri la Manassero – e mi ha confermato l’impegno a confrontarsi, martedì in call, con i sindaci al Tavolo di monitoraggio».
Intanto, arrivano le prime reazioni delle associazioni di categoria. «Plaudo all’iniziativa e ringrazio la Regione per questa forma di vicinanza – dice, senza entrare nel merito dei limiti geografici, il presidente della Federazione provinciale Albergatori, esercenti e operatori turistici, Giorgio Chiesa -. Auspicabile integrare i ristori con progetti a sostegno dell’economia alberghiera, del tipo voucher “2×3” già adottati durante la pandemia. Resta l’imperativo di aprire il tunnel il prima possibile».
Sulla stessa linea il presidente provinciale di Confcommercio, Danilo Rinaudo: «Ottimo inizio, sperando che la questione diventi sempre più strutturale. Ma la prima ambizione è che non ce ne sia più bisogno, al più presto». Soddisfatto il presidente di Confcommercio Cuneo, Roberto Ricchiardi, che aggiunge: «Mi auguro si comprenda che il territorio colpito è vasto, gli effetti si scontano ancora oggi. L’economia di valle è a forte rischio, l’allarme costante che le imprese colpite in modo diretto e indiretto ci lanciano impone interventi efficaci».
Delusa Roberta Baudino, vicepresidente provinciale Federazione venditori ambulanti: «A noi, chi ci pensa? Da 4 anni il mercato di Cuneo ha perso l’80% dei clienti d’Oltralpe, in estate rappresentavano il 70% degli incassi. Attediamo nuove valutazioni e di essere considerati». Il direttore generale di Confartigianato Imprese Cuneo, Joseph Meineri: «L’auspicio è che si individuino gli spazi anche per supportare le tante aziende del settore artigiano che da anni stanno patendo le conseguenze dello stop. Quello che i nostri imprenditori chiedono, sono certezze nel fare impresa. Ben vengano i ristori, ma si lavori con determinazione verso la riapertura definitiva».
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