Leonardo Zannelli: “Fabriano non può vivere di ricordi, occorre guardare avanti e fare impresa”.

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A tu per tu con Leonardo Zannelli, titolare della storica attività di famiglia nel settore abbigliamento, per focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti che riguardano chi giornalmente vive e lavora nel centro storico della Città della Carta.

Leonardo, archiviate le festività natalizie dove sono stati organizzati in centro storico eventi ed iniziative, possiamo tracciare un bilancio in termini di numeri e presenze in città?

In linea con gli anni precedenti con un leggero calo nella prima parte del mese, dovuto probabilmente all’ esposizione mediatica (non sempre ben calibrata e ben gestita) delle note vicende occupazionali.

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Sono partiti i saldi invernali, che risposta state ricevendo?

Indubbiamente quando, come nella mia attività, si praticano “SALDI REALI” in linea con le scontistiche consigliate dai brand, la città risponde sempre “presente”.

Nei prossimi mesi inizieranno i lavori di rifacimento della pavimentazione in Piazza del Comune e parte di Corso della Repubblica, oltre al restauro di Palazzo Chiavelli e Palazzo Molajoli. Come categoria vi siete confrontati per capire se possono esserci delle ripercussioni e disagi a seguito di questi interventi?

Indubbiamente sì.  Ci saranno molti disagi e saranno duraturi nel tempo, nell’area della città già martoriata da scelte “miopi” dell’amministrazione comunale. Lavori di questa importanza, in questo momento, rischiano di far estinguere totalmente i negozi dal centro storico della città. Comunque le scelte miopi dell’amministrazione comunale, in ordine alla gestione del centro, si stanno ripercuotendo su tutta la città con disagi occupazionali e non solo. Tengo a precisare che nella “parte alta del corso” le attività non hanno chiuso i battenti, bensì hanno delocalizzato in zone della città con maggior fruibilità di autovetture. Maglia nera e cartellino rosso anche in ordine alla gestione dei contenitori commerciali di proprietà del Comune. Ad oggi i tanto sbandierati “BANDI” non hanno prodotto che maggior desertificazione, rendendo quella parte di città un’area in completo abbandono in mano a bande di minori non integrati di 2° generazione ((Latinos) che fanno e disfano a proprio piacimento, devastando e distruggendo tutto quello che gli capita per mano. Un plauso comunque alle forze dell’ordine che, specie di notte, si trovano a gestire le criticità in un territorio montano vasto come il nostro. La parte alta del centro oramai, in alcune ore della notte, è terra di nessuno. Non si può svuotare il centro di una città da scuole, uffici, comune, anagrafe, polizia municipale, tribunale. Poi tombarla al traffico e pretendere che la gente ci graviti. Per fare cosa?

Lei è anche consigliere comunale di opposizione, pertanto ha l’opportunità di vivere e conoscere gli aspetti amministrativi e di governo della Città più da vicino. Ad oggi come vive questo tuo mandato e, soprattutto, si riesce a dialogare in consiglio comunale riguardo temi cruciali per le attività commerciali cittadine?

Innanzi tutto dico: “Bellissima esperienza”. Poi da qui a dire che c’è dialogo ce ne passa. L’amministrazione che ci governa ha paura della sua stessa ombra e” teme qualsiasi fuga di notizie di dissenso da Palazzo in riferimento all’ordine costituito”. Quando si dialoga con personaggi appartenenti a questa amministrazione, i quali riconoscono che all’interno della stessa è praticamente impossibile contraddire le scelte e le eventuali decisioni (che prendono solitamente in due o tre soggetti), il malcontento soggettivo di chi viene ascoltato singolarmente prevale ampiamente. Poi, me lo lasci dire, la città per la maggior parte è governata dal Professor Marcolini. Il vero “dominus” è lui. E il problema è proprio questo. Apprezzo molto il Professor Marcolini per la grande capacità e la grande conoscenza delle tematiche economiche ma il problema, non secondario e non da poco, è che il Professor Marcolini non è di Fabriano, non vive la città e non conosce neanche lontanamente le sue dinamiche, le sue peculiarità e le molteplici problematiche soprattutto da due anni a oggi. Sono del Professor Marcolini le proposte, votate ed accettate da questa maggioranza, in ordine agli aumenti al massimo consentito per legge di tutte le imposte possibili e immaginabili che gravano sui cittadini. In ordine: Impianti sportivi, mense scolastiche, pulmini, Tari(immondizia) sia per le attività che per le singole famiglie, lampade votive, IMU e in ultimo, ma non ultimo, di pochi giorni fa, anche l’aumento al massimo degli oneri di urbanizzazione sia per i privati che per le aziende. Purtroppo chi gestisce l’assessorato al bilancio applica solo gli sterili meccanismi dell’imposizione fiscale in ordine al far quadrare i bilanci, sbandierando ai quattro venti l’equità fiscale, senza tenere conto della comunità. Purtroppo gestire una comunità (attualmente ferita da tante sopravvenienze negative in ordine economico) non è roba per tutti, tantomeno se non si conoscono le genti, le famiglie, le situazioni e non si ha piena contezza del momento storico che la comunità fabrianese medesima sta affrontando. Questa sarà un’amministrazione che, trascorso il suo mandato, lascerà dietro di se una scia di degrado, di danni incalcolabili e situazioni di precariato pari ad uno stato del Sud America.

Su quali aspetti e criticità si dovrebbe focalizzare l’attenzione dell’Amministrazione a tutela e supporto dei commercianti che svolgono la loro attività in centro storico ma anche in periferia?

Purtroppo l’amministrazione comunale non ha la benchè minima e più pallida idea di come si possano affrontare e gestire le tematiche del commercio. Comparto che, se gestito con cognizione e maestria, può dare ancora molto, anzi moltissimo, alla comunità in ordine anche ai posti di lavoro e ad un nuovo concetto di turismo e food, che si sposano di pari passo con il commercio. Purtroppo, per esclusivi interessi politici, questa amministrazione è Jesi centrica. Mi spiego: Jesi è rimasto l’ultimo baluardo della sinistra in un’area geografica abbastanza vicino a noi e, da quando la sinistra ha perso anche l’egemonia su Ancona, si cerca di concentrare il potere nella città di Jesi. Lei pensi che financo i pasti delle mense degli asili e delle materne vengono gestiti da una cooperativa di Jesi. Se la politica di questi “Signori” continuerà cosi, a breve dovremo andare a mangiare a Jesi.

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Fabriano è secondo lei una città nostalgica?

Uno dei grandi problemi di Fabriano è sicuramente il vivere di ricordi ed il continuare a farsi tracciare la strada da personaggi che oramai appartengono alla storia. Ho appreso dai social che giovani esponenti della maggioranza hanno accolto, con giubilo e tripudio, la visita del Professor Prodi a Fabriano nei giorni scorsi. Con grande stima e rispetto per le istituzioni in quanto tale (Romano Prodi è stato due volte Presidente del Consiglio), ma cercare spunto dalla visione del Professo Prodi per il futuro di Fabriano è oltremodo anacronistico. Come è oltremodo anacronistico aspettare il ritorno dei compianti Merloni che risolvano i problemi attuali della comunità fabrianese. Oggi più che mai c’è bisogno di guardare avanti e cercare di fare impresa anche in differenti campi. Le istituzioni devono stare a contato diretto con la gente, scendere in piazza, ascoltare le problematiche, condividerle e provare a cercare dove possibile le soluzioni, magari coinvolgendo ed aiutando ad intraprendere percorsi di impresa, anche di micro impresa. Non rimanere chiusi dentro quattro mura o frequentare i soliti salotti o precludere il dialogo ai cittadini con catene di filtri insormontabili. Oggi, in una comunità di poco più di 25.000 anime, la Governance della città dovrebbe vivere in simbiosi con la gente. Quando ci sono momenti, come questo che la comunità sta attraversando, chi governa lo si dovrebbe trovare al bar al mattino a dialogare con i propri cittadini. E’ chiaro altresì che il centro sinistra a Fabriano non esiste più ed è oramai scivolato in una radicalità di sinistra rancorosa e livorosa e per niente avvezza al dialogo. Se avessimo avuto in questo momento un Centro Sinistra con cui dialogare, ognuno nei propri ruoli e ognuno con le proprie appartenenze, sarebbe stata una buona opportunità di confronto, sicuramente costruttivo e utile al progresso della comunità.

Gigliola Marinelli





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