I franchi-tiratori della Cdu e di Fdp affondano la legge Merz. Nella sorpresa generale di tutti i leader politici, e contrariamente a ogni pronostico, il Bundestag respinge la proposta del leader cristiano-democratico di abolire il diritto di asilo per i migranti, blindare i confini ed estendere i poteri della polizia.
UNA CLAMOROSA VITTORIA di Spd, Verdi e Linke: le tre forze politiche del fronte anti-Afd si sono dimostrate in grado di convincere, all’ultimo momento, i deputati democratici degli altri partiti indisposti a offrire l’ennesima sponda istituzionale ai fascio-populisti. Non sono pochi i voti mancati al segretario della Cdu. Si è volatilizzato un quarto del sostegno dei liberali, come si era già intuito prima del voto con l’interruzione di tre ore della seduta parlamentare per mancanza di accordo fra Merz e Fdp, ma pesa anche la defezione di 12 parlamentari del gruppo Cdu-Csu, segno che il leader dell’Union non è riuscito, prima di tutto, a tenere i merkeliani risvegliati dalla critica di “Mutti” a Merz due giorni fa.
Scioccata Alice Weidel, cancelliera di Afd. Ha strabuzzato gli occhi di fronte al tabellone con l’esito del voto, in attesa di conoscere l’elenco del voto nominale che le ha sottratto l’ennesima vittoria che pareva a portata di mano fino a poche ore prima della votazione. Riesce a balbettare che «è una chiara sconfitta per Merz».
Ma è una porta in faccia anche per Sahra Wagenknecht, altrettanto pronta a offrire la stampella del Bsw alla legge Merz, salvo pochi malpancisti. Con 350 voti contrari e 338 a favore e 5 astenuti ha potuto fare ben poco nei confronti del sussulto bipartisan che ha scompigliato gli opposti schieramenti sulla norma anti-asilo. Al contrario della Linke, i cui voti invece sono stati vitali per dire nein a Merz.
IN UN CLIMA INFUOCATO come mai. A Berlino ieri si è scatenato il dibattito più feroce della legislatura con accuse, insulti reciproci e polemiche uscite dall’Aula. Cdu e Fdp contro Spd e Verdi; i Verdi e la Linke contro la Cdu, e il Bsw e Afd contro tutti.
È finita che «si sono tirati anzitutto indietro i liberali», come ammette a denti stretti Merz denunciando i 23 voti contrari e la marea di non votanti di Fdp. Non era negli accordi, conferma il vicepresidente di Fdp, Wolfgang Kubicki, per niente contento del tradimento di troppi suoi deputati: «Sono sbalordito dal loro comportamento di sicuro non aiuterà il nostro partito nella campagna elettorale. Prima del voto all’interno del nostro gruppo avevamo concordato che la legge della Cdu fosse corretta e necessaria». I liberali si sono spaccati: solamente 67 su 90 hanno seguito le indicazioni del segretario Christian Lindner, altro grande perdente della seduta di ieri che non è riuscito a gestire come avrebbe immaginato.
«Comunque, sono in pace con me stesso. Sono contento almeno di averci provato» si consola Merz, prima di lasciare a passo di corsa il Bundestag per volare verso Erfurt, capitale della Turingia e roccaforte di Afd guidata dal deputato di ultra-destra Bjorn-Höcke, dove il leader Cdu punta a raccogliere voti in vista delle urne del 23 febbraio.
Lascia un partito in subbuglio al punto che ieri, subito dopo la sonora bocciatura della legge, la direzione della Cdu-Csu ha inviato una mail con la spiegazione auto-assolvente a tutti i membri. «Abbiamo provato fino all’ultimo minuto a convincere il governo Scholz ad agire sull’immigrazione e oggi cercavamo una maggioranza nel centro democratico per una vera svolta sul diritto di asilo. Non è passata per colpa di Spd e Verdi».
NON UNA PAROLA sull’effetto Merkel, nonostante il libro di memorie dell’ex cancelliera svettasse fra i banchi del governo, in bella vista, come monito per chi volesse cambiare per sempre la storia della Cdu.
Mentre il capogruppo parlamentare della Spd, Rolf Mützenich, prende in giro (ma neanche tanto) il leader Merz: «Gli sono mancati tre dozzine di voti da questa nuova coalizione che ha voluto formare insieme ai suoi nuovi alleati di Afd. Ringrazio i deputati di Cdu e Cdu pronti a rifiutare di votare la sua legge sul diritto di asilo».
PEGGIO DI COSÌ per il candidato-cancelliere dei democristiani non poteva finire. Dopo avere incassato la mozione anti-migranti dal valore pressoché nullo approvata dal Bundestag tre giorni fa, si vede bocciare la legge fotocopia che sarebbe stata vincolante per il governo.
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