Ex Province, Schifani risponde a Razza: «Non condivido le sue parole, nessun sotterfugio»

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L’intervento

Il presidente della Regione risponde alle dichiarazioni dell’esponente di FdI rilasciate ieri al nostro giornale

Di Redazione |

Conto e carta

difficile da pignorare

 

«L’onorevole Razza è molto impegnato nella politica europea e posso comprenderlo, ma non mi sento di condividere la sua dichiarazione». Così il presidente della Regione Renato Schifani, stamani a Messina, sollecitato dai giornalisti in merito alla riforma sulle elezioni delle ex Province dopo le dichiarazioni di ieri dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia.

«Non c’è stato nessun sotterfugio – prosegue Schifani -, vi sono state consultazioni di alto livello e sono state tenute correttamente riservate, nessuno voleva fare qualcosa di nascosto o utilizzare un sotterfugio su una riforma così sostanziale. Un dato è certo, c’è stata una battuta di arresto. Ormai bisogna proseguire con l’attuazione della legge Delrio, modello che non ho mai condiviso e che non condividono neanche i cittadini perché i territori sono abbandonati. Un sindaco della Città metropolitana non può dedicarsi a un territorio così delicato. Mi dispiace che la Camera non si sia potuta pronunciare sull’elezione diretta in Sicilia, visto che meno di un mese fa lo aveva già fatto per l’elezione diretta della Provincia in Friuli Venezia Giulia. Se si fosse data la possibilità alla Camera di votare, ritengo scontato che il voto sarebbe stato analogamente favorevole».

Razza, in un video dal Parlamento europeo registrato con la nostra redazione, aveva dichiarato: «Quando si dice che FdI è contraria al ritorno alla elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri provinciali si dice una grande bugia, proprio perché siamo stati noi i protagonisti, dal 2017 in poi, di azioni parlamentari per provare a smontare la Legge Delrio». E proseguiva: «Durante la legislatura guidata da Rosario Crocetta – ha ricordato l’esponente di Fratelli d’Italia – la Sicilia ha provato a recepire due volte la Delrio ed il governo Gentiloni ha impugnato la legge siciliana di modifica proposta dal Centrodestra che prevedeva l’elezione di secondo livello per il consiglio provinciale e quella diretta del presidente, poi si è pronunciata la Corte Costituzionale e io ho fatto parte del governo regionale che ha provato a resistere. In questi mesi – ha aggiunto Razza – si è data la sensazione che potesse intervenire l’Ars che invece non può farlo proprio perché la Corte costituzionale ha detto che la riforma del titolo V è intervenuta sulla Costituzione. Tuttavia oggi il ministero dell’Interno sta lavorando a una norma nazionale per il superamento della Delrio. Penso che, salvo imprevisti che al momento non vedo, bisognerà seguire la legge attuale e andare alle elezioni di secondo livello, ma poi serenamente possiamo attendere che un altro tassello del programma del presidente Meloni si realizzi con la modifica della legge Delrio con una norma di cornice a valenza nazionale. Il resto sono scaramucce locali – ha concluso Razza – il tentativo molto siciliano di dire andiamo a Roma e cerchiamo un amico buono che ci aiuta a trovare un escamotage per risolvere una situazione che giuridicamente è molto chiara. Penso che bisogna restituire le province al loro ruolo naturale, di essere interfaccia tra i comuni e la Regione, magari riempiendole di qualche competenza in più e dando un senso al diritto dei cittadini di scegliere da chi sono amministrati».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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