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Condannati esercenti e Comune ad attuare misure anti-frastuono
NAPOLI, 30 GEN – Abbattere subito l’inquinamento
sonoro notturno o partono le sanzioni. E’ questa in sintesi la
decisione del Tribunale civile rivolta ai gestori dei locali
della zona di Cisterna dell’Olio, ma anche al Comune di Napoli,
che dovranno mettere in atto gli adempimenti indicati dalla
sentenza a tutela del diritto alla quiete dei residenti, da anni
costretti ad una forzata convivenza con il chiassoso popolo
della notte.
Il giudice ha accolto il ricorso di alcuni residenti della
zona, evidenziando – sulla scorta della perizia di un consulente
tecnico d’ufficio, che ha indicato in 5 punti la soluzione del
problema – che sussiste la “situazione di pericolo di danno
grave e prossimo” denunciata. E così ha condannato sia gli
esercizi commerciali ‘rumorosi’ sia il Comune a fare quanto
necessario a ricondurre il frastuono e gli schiamazzi “nei
limiti della tollerabilità”.
In particolare, ai locali il Tribunale ordina di “predisporre
un servizio di vigilanza privata con il compito di limitare al
massimo i comportamenti più rumorosi degli avventori;
posizionare supporti supporti antirumore ai piedi dei tavoli e
delle sedie; non eseguire operazioni di vendita e scarico o
movimentazione di bottiglie di vetro oltre le ore 23”. Al Comune
viene invece ordinato di “adottare tutte le misure necessarie a
riportare le immissioni al di sotto della soglia della normale
tollerabilità”. Se dopo 30 giorni non saranno state adottate le
misure richieste, ciascuno dei locali incriminati dovrà pagare
500 euro al giorno
“Una vittoria che per noi costituisce anche un valido
precedente – spiega all’ANSA Gennaro Esposito, presidente del
Comitato vivibilità cittadina – per rispondere alle decine di
segnalazioni che ci giungono da residenti di molti quartieri
cittadini che poco volentieri intentano percorsi legali contro i
gestori di locali. Qui il giudice ha deciso che il diritto a
notti silenziose prevale sul libero commercio e che nel decidere
qual è il giusto equilibrio tra i due nessuna amministrazione
può prescindere dalla missione primaria di proteggere la salute
pubblica”.
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