La seduta del Bundestag di ieri a Berlino ha visto lo scontro sui migranti. Con il canecelliere Scholz al centro degli attacchi dei rappresentantidel centrodestra – Ansa
Tanto rumore per nulla: la legge Merz sulla “limitazione dei flussi migratori” non è passata. Hanno votato a favore solo 338 deputati contro 350 che hanno detto «nein. Cinque hanno scelto la scheda bianca, ma al voto hanno preso parte 692 deputati, mentre nel Bundestag siedono 733 parlamentari: in 41, cioè, non hanno partecipato. La legge Merz è naufragata anche perché 13 deputati della Cdu hanno votato contro, alcuni no anche dai liberali della Fdp. Un risultato giunto al termine di una delle sedute più estenuanti nella storia del Bundestag. Iniziata alle 10 del mattino, poi interrotta e proseguita con trattative segrete negli uffici dei principali leader dei partiti e conclusasi intorno alle 18 con il nulla di fatto.
E oggi prosegue una campagna elettorale difficile da decifrare, in cui i possibili alleati della prossima coalizione di governo, fino al 23 febbraio, non si risparmieranno critiche e colpi bassi, andrà avanti uno scontro politico aspro e duro sulla pelle e la dignità di centinaia di migliaia di rifugiati e richiedenti asilo, e che potrebbe mettere a rischio anche il futuro dell’Unione Europea. Bruxelles guarda con preoccupazione quanto è accaduto e potrebbe accadere a Berlino. La Germania è sempre più in crisi, non solo economica, ma anche politica. Ieri per la prima volta nella storia del Bundestag un disegno di legge, presentato dall’Unione democristiana Cdu/Csu, è stato votato in blocco dall’ultradestra di Afd, partito anti-europeista, anti-migranti e che vuole ripristinare il marco come moneta tedesca.
Ad unire nell’urna parlamentare ciò che sembrava politicamente inavvicinabile è stato un disegno di legge per inasprire, come mai nella storia del Paese, le leggi su rifugiati e richiedenti asilo, ma anche accelerare, rendere quasi immediati espulsioni e respingimenti di migranti e richiedenti asilo che ogni giorno arrivano ai confini tedeschi, provenienti anche da altri Paesi Ue. Il pacchetto normativo chiedeva di fermare subito i ricongiungimenti familiari: dal 2018, ogni mese in Germania arrivano 1.000 persone, parenti di richiedenti asilo, spesso minorenni e bambini che aspettano e chiedono di ricongiungersi con genitori o parenti stretti. La legge chiedeva anche di introdurre una serie di misure per «terminare il soggiorno illegale in Germania» e prevedeva controlli capillari da parte delle forze dell’ordine in tutte le 5.700 stazioni ferroviarie tedesche: ogni straniero trovato senza documenti validi avrebbe rischiato l’arresto e l’espulsione, anche i richiedenti asilo e rifugiati arrivati da altri Paesi europei. Una legge che avrebbe potuto gettare nel caos l’intera Europa. Se fosse stata approvata dal Bundestag, sarebbe dovuta passare al vaglio anche del Bundesrat, la Camera delle Regioni, dove avrebbe sicuramente trovato resistenze e non sarebbe mai potuta entrare in vigore prima del voto del 23 febbraio.
Sarà quindi il prossimo esecutivo ad occuparsi di una nuova legge su migranti e richiedenti asilo. E alla fine il Bundestag, ieri, è stato utilizzato da tutte le forze politiche solo per fare campagna elettorale. Sulla pelle dei migranti. Merz ha continuato a giocare d’azzardo: «Siamo d’accordo sul fatto che l’afflusso di richiedenti asilo debba essere limitato, sì o no?», ha esclamato il candidato cancelliere della Cdu rivolgendosi in particolare a socialdemocratici e verdi, che continuano a comporre il governo di minoranza, guidato da Olaf Scholz. Il cancelliere della Spd ha partecipato al dibattito con una sorta di amuleto sul suo tavolo: il libro di memorie di Angela Merkel. La cancelliera dell’accoglienza ai rifugiati, che nel 2015 aprì i confini ai profughi siriani. Una decisione che secondo Merz e anche altri deputati cristiano-democratici determinò l’ascesa di Afd in tutti i länder tedeschi, come confermato ieri al Bundestag dalla stessa leader dell’ultradestra Alice Weidel: «Nella legge presentata da Merz ci sono punti che rivendichiamo da sette anni – ha sottolineato ieri al Bundestag la leader di Afd, Alice Weidel – ma la Cdu ha sempre respinto le nostre richieste».
A quasi dieci anni dalle politiche dell’accoglienza a rifugiati e migranti, i cristiano-democratici intendono compiere un giro di volta completo sulle politiche migratorie, ma dopo il voto del 23 febbraio la Cdu di Merz dovrà trattare anche su richiedenti asilo con le altre forze politiche per formare una coalizione di governo stabile. Ma gli ultimi sondaggi disegnano ancora il caos: Cdu cala al 29%, Afd sale al 22%, Spd 15%, Verdi 14%, Bsw 5%, Fdp 4% come lsa Linke.
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