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La storia di Pierpaolo “Jambo” Melis: l’incordatore cagliaritano di Sinner in Coppa Davis

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Parla Jambo Melis, stringer della squadra azzurra in Coppa Davis: “Jannik è un fenomeno, un campione anche di umiltà e correttezza. Un predestinato. Spero sia assolto dall’accusa di negligenza nella questione doping.”

Melis e la Coppa Davis

A 52 anni, Pierpaolo Melis è uno dei migliori stringer nel panorama tennistico internazionale. Cagliaritano, padre di due figli, è il tecnico delle racchette della Nazionale italiana di Davis Cup e Billie Jean King Cup. Il suo negozio, LBJ Shop, situato in via Cugia a Cagliari, è un punto di riferimento per i tennisti, nato dall’intuizione di tre fratelli appassionati di questo sport. Il nome del marchio è un omaggio ai soprannomi d’infanzia dati loro dai genitori: Lulu, Bubu e Jambo.

Jambo e Sinner

Jambo e Sinner

Cresciuto a pane e tennis nel cuore del Tennis Club Monte Urpinu, dove i suoi genitori gestivano il bar-ristorante, Jambo ha iniziato a incordare racchette 38 anni fa, quando il negozio era ancora nelle mani della madre e del fratello maggiore. Oggi è un punto di riferimento assoluto per i professionisti, un maestro dell’incordatura capace di ottimizzare ogni dettaglio per permettere agli atleti di esprimere il massimo in campo. La sua esperienza e la sua precisione gli hanno permesso di vincere tutto ciò che si poteva vincere nelle competizioni a squadre, sia maschili che femminili.

Jambo e Jasmine Paolini

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Jambo e Jasmine Paolini

Melis è Master Professional Stringer e Pro Tour Stringer ERSA, oltre che istruttore FIT di 2° grado e docente presso l’Istituto di Formazione Roberto Lombardi della Federazione Italiana Tennis. È il tecnico delle racchette della squadra italiana, e la sua storia con il team azzurro è iniziata nel 2013, quando l’Italia affrontava la Russia in Fed Cup (oggi Billie Jean King Cup).

Jambo e Matteo Berrettini

Jambo e Matteo Berrettini

“Fui chiamato all’ultimo momento per sostituire l’incordatore della squadra russa, che ebbe un problema familiare. Fu la mia occasione: Pennetta, Vinci ed Errani provarono alcune racchette incordate da me e ne rimasero entusiaste. Da lì arrivò la chiamata della Federazione.”

Jambo e Matteo Berrettini e Filippo Volandri

Jambo e Matteo Berrettini e Filippo Volandri

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Un passaparola decisivo, rafforzato dall’intervento del presidente Angelo Binaghi, che sottolineò anche le qualità umane di Jambo. Da quel momento, il suo ruolo si consolidò: prima con la squadra femminile, poi anche con la Davis Cup maschile. “Grazie a questa esperienza ho girato il mondo, tutto grazie alla mia passione per il tennis.”

Jambo e Lorenzo Musetti

Jambo e Lorenzo Musetti

Il mestiere di stringer
Jambo è molto più di un semplice incordatore. È un vero tecnico delle attrezzature di gioco, uno dei pochissimi in Italia ad aver raggiunto un livello così alto. Oltre al lavoro sul campo, insegna la professione a nuovi aspiranti stringer, con corsi di formazione in tutta Italia ogni due mesi.

Ma come si diventa stringer professionista?
“Tutti possono incordare, ma pochi riescono a farlo davvero bene e con continuità. Esperienza, passione, arte e conoscenza sono fondamentali. Un corso aiuta, ma il confronto con i migliori è indispensabile.”

Jambo e Flavio Cobolli

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Jambo e Flavio Cobolli

E il tuo ruolo nella squadra azzurra che cosa ti dà?
“Tantissima soddisfazione, ma anche molta responsabilità. La passione, comunque, aiuta parecchio. Le vittorie in Davis e nella Billie Jean King Cup hanno reso i gruppi ancora più uniti.”

Jannik Sinner e il segreto della sua racchetta
Dopo il trionfo in Coppa Davis lo scorso anno, l’Italia ha bissato il successo a Malaga nel 2024, confermandosi al vertice del tennis mondiale. Ma chi sono gli uomini chiave di questa impresa?

“Il gruppo è molto unito, c’è un gran feeling tra i ragazzi. Berrettini? Se l’anno scorso Sinner è stato fondamentale, quest’anno il grande protagonista in Davis è stato Matteo.”

E Sinner?
“È un trascinatore silenzioso. L’anno scorso ho notato una grande differenza con Djokovic: lui è molto autoritario, mentre Jannik ha un carisma diverso, più naturale. Non si impone, ma conquista il rispetto con i fatti.”

Lorenzo Musetti, Jambo e Jannik Sinner

Lorenzo Musetti, Jambo e Jannik Sinner

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Sinner è un tennista maniacale nei dettagli, e questo vale anche per la sua racchetta. L’altoatesino usa corde con una tensione molto alta, ben oltre la media degli altri giocatori.

“Molti pensano che lo faccia per avere più potenza, ma è il contrario. Sinner vuole più controllo. La potenza la mette lui con la velocità di braccio e un timing pazzesco.”

Infatti, nel tennis moderno una tensione inferiore alle corde garantisce maggiore elasticità e potenza, mentre una tensione maggiore offre più precisione e controllo. La scelta di Jannik è chiara: massima sicurezza nei colpi, con risposte aggressive costruite su movimenti di polso e velocità d’impatto.

Il primo incontro con Sinner
Quando hai conosciuto Jannik?
“Era un pischellino, un torneo al Forte Village. Già allora faceva vedere qualcosa di speciale, anche se nessuno poteva immaginare che sarebbe diventato il numero 1 del mondo e vincitore di Slam. Ma è rimasto lo stesso ragazzo: umile, rispettoso, educato. Si vede che viene da una famiglia con valori importanti.”

Sinner ti ricorda qualche tennista del passato?
“Un po’ Lleyton Hewitt, per la mentalità. Ma ha anche qualcosa di ciascuno dei Big Three: Djokovic, Nadal e Federer.”

Infine, non potevamo non chiedere a Jambo un’opinione sul caso di presunta negligenza che ha coinvolto Sinner nella questione doping.

“Jannik è un fenomeno, un vero predestinato. Ma è anche un campione di correttezza. È uno che si ferma se il semaforo è arancione. Spero che venga assolto: ci sono stati errori, ma lui non c’entra. Senza fiducia nei collaboratori non si potrebbe più vivere.”

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E così, dietro ogni grande campione, c’è sempre un grande team. E in quell’ombra, silenzioso ma imprescindibile, c’è anche Pierpaolo “Jambo” Melis, l’uomo che regola le corde delle racchette su cui si costruiscono i trionfi del tennis italiano.


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