Il fotoreporter Sestini scrive all’associazione stampa Toscana: “Sono morto e risorto, ero nel lago per lavoro”. E ringrazia i colleghi

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Sono morto e risorto. Posso rivolgermi di nuovo a voi e tutti grazie alla prontezza e alla capacità professionale di un istruttore sub che mi è venuto a ripescare, nel lago ghiacciato di Lavarone, non avendomi visto riemergere”. Il fotoreporter Massimo Sestini, dopo essere uscito dal coma ed essere stato estubato tre giorni fa, oggi è tornato a scrivere, mandando un messaggio all’Associazione stampa toscana, soprattutto per ringraziare colleghi e amici.

Sestini ha raccontato che era lì, nel lago ghiacciato di Lavarone “come sempre, per il mio lavoro” ossia “informare attraverso le foto”. “Un lavoro che ho sempre svolto ovunque, spesso nelle condizioni più difficili: anche nell’aria e, appunto, nell’acqua. Il pericolo è insito nella nostra professione”, spiega, sottolineando che “è andata bene” e che spera di “tornare a casa la prossima settimana”. “Con queste poche righe scritte a fatica, di getto, voglio solo ringraziare tutti per la straordinaria dimostrazione d’affetto che si è riversata su di me – aggiunge – In attesa di rivedervi lasciate che, idealmente, vi abbracci. Sapere che ci siete è stata una formidabile spinta verso la ripresa”.

Il fotografo era andato in arresto cardiaco dopo un’immersione e, subito soccorso dai vigili del fuoco di Lavarone e dalla Croce Rossa degli Altipiani Cimbri, era stato trasportato in elisoccorso e ricoverato all’ospedale di Trento. Un intervento gli ha salvato la vita. Sestini si è immerso nel Lavarone con temperature dell’acqua ghiacciate visto il meteo rigido di questi giorni: il fotografo si è sentito male e ha perso conoscenza senza riuscire a tornare in superficie.

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