Guerra dell’acqua in Sicilia, fra siccità, dighe insicure e dissalatori Schifani convoca il dirigente generale – BlogSicilia

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La modalità sembra la stessa usata durante la bufera in sanità. E probabilmente anticipa un’altra bufera interna all’amministrazione stavolta riguardante siccità e dighe che buttano via l’acqua. Anche se il percorso potrebbe, invece, essere costruttivo allo scopo di far presto nella messa in sicurezza delle dighe

Dirigente generale convocato a Palazzo d’Orleans

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha convocato a Palazzo d’Orléans il dirigente generale del dipartimento Acqua e rifiuti, Arturo Vallone. Il motivo non è dato saperlo ma la convocazione arriva dopo il rientro da Roma del Presidente della Regione.

Il vertice al Ministero

Ieri sera un vertice al ministero delle Infrastrutture, a Roma. Una riunione convocata sulla diga Trinità di Castelvetrano dichiarata insicura dal Ministero e che deve essere parzialmente svuotata per motivi di sicurezza buttando via l’acqua raccolta.

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All’incontro, al quale il presidente della Regione Renato Schifani ha partecipato accompagnato dal capo della Protezione civile siciliana Salvo Cocina, hanno partecipato la coordinatrice della Struttura tecnica di missione del Mit Elisabetta Pellegrini e il direttore generale per le Dighe Angelica Catalano.

Il percorso per superare le criticità della diga

Al termine dell’incontro la Regione parla di “piena sintonia di collaborazione istituzionale” nell’ambito della quale “si è delineato il percorso amministrativo che la Regione seguirà di concerto con il Ministero per superare le criticità attuali a tutela delle produzioni del territorio e per programmare successivi interventi per la normale funzionalità dell’invaso”.

Gli interventi urgenti della Regione

In particolare, con immediatezza, la Regione procederà a dare incarico a un consulente specializzato per un approfondimento sulle condizioni strutturali del “corpo diga” e dell’invaso nel suo complesso, nonché per una rivalutazione delle verifiche statiche e sismiche per garantire la sicurezza dell’infrastruttura con il minimo quantitativo di acqua senza rischio per la popolazione e, infine, per individuare gli interventi più urgenti da attuare.

Le due fasi

Questa prima fase dovrebbe essere completata entro un mese poi si procederà con altri interventi. Un secondo step, con tempi e risorse finanziarie maggiori, riguarderà il progetto complessivo di messa in sicurezza totale della diga che dovrebbe permettere anche di riportare la capacità di accumulo a livelli maggiori

I 5 stelle sui dissalatori

Intanto in casa 5 stelle si guarda ai dissalatori “Il 2025 si prospetta altro anno nero per la crisi idrica in Sicilia. La vicenda della diga Trinità, ancora al centro di un tira e molla col Ministero a colpi di consulenze, non è l’unica che ci preoccupa. Anche sui dissalatori di Trapani, Gela, Porto Empedocle annunciati dal Governo per il 2025, al momento siamo fermi alla propaganda, visto che non sembra ci siano speranze di vederli operativi prima dell’estate. Un dato, però, appare certo: leggendo le carte del Commissario Dell’Acqua, rispetto alla produzione idrica complessiva di 525 litri secondo annunciata con grande enfasi dal Governo, siamo molto lontani” sostiene a margine di una interrogazione la deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi. L’interrogazione serve per capire quali saranno i tempi di intervento e la portata idrica di ciascuno dei dissalatori di Trapani, Gela e Porto Empedocle.

Portata ridotta

“Dalla documentazione disponibile sul portale del Commissario straordinario – spiega Ciminnisi – emerge che ci sarà una fase di breve periodo con una portata parziale rispetto a quella prevista, e che la portata complessiva sarà disponibile solo sul lungo periodo. Di fatto, però, non sappiamo quando inizierà e quando finirà questo “breve periodo“ e quando il “lungo periodo”, né su quale portata potremo effettivamente contare prima dell’estate 2025”.

Crescono i dubbi

“Non ci rassicura la “serenità” manifestata nei giorni scorsi dal presidente Schifani in una intervista sui temi della crisi idrica, perché – conclude Ciminnisi – è evidente che i dubbi che avevamo sollevato la scorsa estate, si stanno concretizzando. Dopo averli illusi di risolvere la crisi idrica con i dissalatori entro il 2025, abbiano quanto meno il coraggio di dire ai siciliani di prepararsi a un’altra estate di crisi perché, con tutta probabilità, gli impianti non saranno pronti in tempo”.

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