Il Ministro del lavoro: “Riflettere su cifre. Si chiude una fase del nostro recente passato e si guarda avanti con rinnovata fiducia”.
Roma – Nel 2024 le famiglie che hanno ottenuto l’accoglimento della domanda di assegno di inclusione (Adi) e che hanno avuto quindi nell’anno almeno un pagamento sono state poco meno di 760 mila (758.872) coinvolgendo complessivamente 1,82 milioni di persone. Lo fa sapere l’Inps con l’Osservatorio sul reddito di inclusione. A dicembre i nuclei beneficiari di pagamenti ADI è stato pari a quasi 608 mila con importo medio erogato di 627 euro. In 235mila famiglie sono presenti minori, in 229 mila sono presenti disabili e in 302 mila sono presenti persone di almeno 60 anni di età. In 12 mila ci sono persone in condizioni di “svantaggio”.
Su quasi 760mila domande di assegno di inclusione accolte nel 2024 518.607 riguardano famiglie residenti nel Sud e nelle Isole: emerge dall’Osservatorio Inps sull’Adi. Si tratta del 68,34% del totale. Nella sola Campania sono state accolte 182.093 domande, un numero superiore all’intero Nord (100.311). Nel Centro sono state accolte 139.954 domande. La seconda regione con più domande accolte è la Sicilia con 156.204 famiglie. “I dati sull’assegno di inclusione e il supporto alla formazione lavoro ci dicono che abbiamo superato definitivamente il reddito di cittadinanza: i numeri ci mostrano infatti che abbiamo da un lato garantito i soggetti più vulnerabili e dall’altro il 26% dei nuclei familiari che percepivano il reddito di cittadinanza ha avuto almeno un componente che ha trovato un posto di lavoro”, afferma il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone.
Per Calderone, “da evidenziare anche i 265.000 ex percettori del reddito di cittadinanza che non hanno richiesto né ADI né SFL, un numero importante sul quale avviare una profonda riflessione”. “Si chiude dunque una fase del nostro recente passato e si guarda avanti con rinnovata fiducia: i dati sull’occupazione sono i migliori di sempre, il tasso di disoccupazione è in linea con la media UE. Ovviamente c’è ancora tanto da fare. Adesso dobbiamo intervenire sempre di più sulle tre grandi opportunità che ci sono, ossia donne, giovani e Sud, tre situazioni meritevoli di attenzione e al contempo il “tesoretto” da cui attingere per creare nuova occupazione e rafforzare il nostro tessuto produttivo”, conclude il ministro.
“Le misure messe in campo dal Governo Meloni a supporto delle famiglie in difficoltà e dell’ingresso degli occupabili nel mercato del lavoro hanno ridotto il fenomeno dell’assistenzialismo passivo”, afferma in una
nota il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto (FdI). “La conferma arriva oggi
dall’aggiornamento dell’osservatorio statistico dell’INPS relativo all’Assegno di inclusione (ADI) e al Supporto per la formazione e il lavoro (SFL), le due misure che hanno sostituito Reddito e Pensione di Cittadinanza (RdC/PdC)”. “Abbiamo ridato dignità al lavoro e ai lavoratori – prosegue Rizzetto – e lo dimostra il fatto che con la fine di RdC una parte consistente degli ex percettori sono rientrati nel mercato del lavoro”.
Come mostrano i dati INPS, “tra i nuclei che percepivano RdC nel luglio 2023, il 26% – fa notare il presidente della Commissione – ha avuto almeno un componente che ha trovato lavoro nel 2024. Tra coloro che hanno beneficiato dell’ADI o del SFL, il 19% ha registrato un ingresso nel mercato del lavoro. Tra coloro che hanno cessato di percepire RdC e non hanno richiesto né l’ADI né il SFL, il 38% ha trovato un impiego nel corso del 2024. Inoltre nel corso del 2024, 133 mila persone hanno beneficiato almeno di un pagamento del Supporto per la Formazione e il Lavoro”.
Non si tratta di semplici dati, sono scenari che forniscono il metro di paragone tra RdC, incentrato sul puro assistenzialismo, e le nostre politiche attive che hanno riattivato il mercato del lavoro, migliorato la capacità di risposta alle esigenze delle fasce più fragili della popolazione, riattivato la nostra forza lavoro grazie a percorsi di formazione e riqualificazione lavorativa. Il lavoro e la formazione sono a mio avviso i pilastri centrali nel contrasto alla povertà” conclude Rizzetto.
In una nota deputati del M5S in commissione Lavoro Valentina Barzotti (capogruppo), Davide Aiello, Dario Carotenuto e Riccardo Tucci sottolineano: “Finalmente l’Inps ha diffuso i dati sul ‘tiraggio’ dell’Assegno di inclusione e del Supporto formazione lavoro e la ministra Calderone non ha perso occasione per propalare l’ennesima fake news, ricominciando con la solita propaganda che da sempre contraddistingue la destra quando si parla di poveri e, soprattutto, di Reddito di cittadinanza. In una nota, la ministra asserisce, beandosi, che con il passaggio ad Adi/Sfl il 26% dei nuclei familiari che percepivano il RdC ha avuto almeno un componente che ha trovato un posto di lavoro”.
“Siccome la ministra legge poco e male persino i report che il suo stesso Ministero sforna, – aggiungono – la invitiamo a recarsi a pagina 19 della sintesi del rapporto di monitoraggio sulla gestione e sugli esiti del Reddito di cittadinanza relativo agli anni 2020/2023, pubblicata il 13 giugno 2024. Ebbene: nel paragrafo ‘Beneficiari con almeno un rapporto di lavoro creato in misura attivo nell’annualità’, Calderone troverà scritto che nel 2020 (difficilissimo anno del Covid) 258mila percettori di Reddito ‘occupabili’ hanno avviato un nuovo rapporto di lavoro mentre erano in misura, il 19%; l’anno dopo il loro numero è salito a 314mila (24,5%) e l’anno dopo ancora, 2022, a 297mila (22,4%). Insomma, cara ministra Calderone: anche se voi avete sempre fatto credere il contrario ai cittadini, insultando pubblicamente padri di famiglia disperati come nel caso della ministra Santanché, oggi rinviata a giudizio e incollata alla poltrona col Vinavil, i beneficiari di Reddito a lavorare ci sono andati eccome. Smettetela una volta per tutte con questa becera narrazione”.
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