Velvet, arriva l’AI italiana di Almawave: ecco cosa può fare

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Nella sfida USA-Cina sull’intelligenza artificiale re-innescata da DeepSeek l’Europa è in ritardo, ma non è del tutto ferma. C’è chi, con risorse infinitamente inferiori rispetto a quelle americane, cerca di produrre modelli AI che possano avere risultati concreti, cuciti addosso a chi li userà. Nel caso di Velvet, la famiglia italiana di modelli AI presentata da Almawave, gli utenti saranno le imprese, ma molte dalle prime applicazioni già testate dall’azienda sono state create per le pubbliche amministrazioni. I primi test del modello, in alcuni casi già in produzione, sono stati effettuati presso Inps, Regione Emilia Romagna e Regione Veneto.

Voglia di efficienza

Con le dovuto proporzioni, anche l’intelligenza artificiale presentata dall’azienda parte del Gruppo Almaviva, come quella di Deepseek, punta molto sul concetto di efficienza, ma anche – e soprattutto – su sostenibilità e privacy.

Nell’intelligenza artificiale e non solo “in questo momento è il caos, e gli italiano sono i migliori a gestire il caos”, ha detto il presidente di Almaviva Alberto Tripi davanti al parterre riunito nell’auditorium della tecnica di Confindustria a Roma.

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Ad assistere al lancio erano presenti rappresentanti del mondo istituzionale ma anche militare. C’era il Sottosegretario all’innovazione di Palazzo Chigi Alessio Butti e l’Ad di Almawave Valeria Sandei, ma anche Maurizio Tarquini, Direttore Generale di Confindustria, Gianluigi Greco, Presidente AIXIA e Francesco Ubertini, Presidente del Cineca di Bologna.

Dove è disponibile Velvet

Velvet è una famiglia di modelli AI completamente italiana (addestrata con il supercomputer Leonardo del Cineca) al quale ha lavorato un team di sviluppo composto da una trentina di persone in sinergia con le universitá (Tor Vergata, Fondazione Bruno Kessler, La Sapienza, università di Catania e Università di Bari) e i loro dottori di informatica, filosofia ed etica. “Fondata su governance dei dati e rispetto del quadro regolatorio europeo”, come dice la società, Almawave ha integrato la famiglia Velvet in applicazioni “ready to use”. Velvet è già pronta all’uso in cloud, sulle principali piattaforme, e on premise.

Almawave infatti ha aperto collaborazioni con AWS, Oracle, Microsoft, Dell e quella con IBM in fase di attuazione.

Dal pomeriggio del 30 novembre Velvet dovrebbe essere disponibile sulla principale piattaforma di condivisione di modelli AI, Hugging face. Intanto la nuova famiglia di modelli AI è integrata nelle soluzioni applicative della piattaforma AIWave della società.

Il confronto internazionale

Secondo il confronto effettuato da Almawave con altri grandi modelli attraverso una leaderboard presente su Hugging Face, nei test standard effettuati per i modelli AI di dimensioni simili Velvet si posiziona ai primi posti a livello internazionale.

Il Cto di Almawave, Raniero Romagnoli, ha spiegato a Fortune Italia che nei test su comprensione del senso comune e ragionamento sul testo Velvet si posiziona al primo posto in Europa e al secondo nel mondo.

I due modelli Velvet 14B e Velvet 2B

I modelli presentati da Almawave sono Velvet 14B e Velvet 2B. Il primo è un Large language model (LLM) fondazionale adatto, ad esempio, all’analisi di documenti di grandi dimensioni (oltre le 400 pagine), mentre il secondo più piccolo viene usato per esigenze più specifiche.

Velvet 14B è caratterizzato da 14 miliardi di parametri, 6 lingue (italiano, tedesco, spagnolo, francese, portoghese, inglese) un vocabolario da 127 mila parole e una finestra di contesto da 128 mila token. È stato addestrato su oltre 4.000 miliardi di token, cioè 50 milioni di libri, ha spiegato Almawave, e sviluppato per adattarsi efficientemente a una molteplicità di settori.

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Velvet 2B è un modello caratterizzato da 2 miliardi di parametri, in italiano e inglese, con una finestra di contesto da 32 mila token e un vocabolario di 127 mila parole. È stato addestrato con oltre 2.000 miliardi di token.

Entrambi i modelli, essendo stati addestrati su un’infrastruttura pubblica come Leonardo, sono stati rilasciati in modalità Open Source ma nella versione instruct, cioè quella ‘fine tuned’ per compiti specifici: di norma un modello Instruct cerca di rispondere in modo conciso e pertinente, attenendosi rigorosamente alla domanda o al compito fornito

“Siamo partiti da 10 trilioni di token lavorando poi all’eliminazione delle tossicità”, ha spiegato Sandei dal palco, specificando che rispetto ai grandi modelli aI, dove solo l’1% dei dati ha origine italiana, in Velvet è tricolore il 23% dei dati. I modelli, rilasciati in modalità open source, sono multilingua, e “si contraddistinguono per le capacità specifiche di tutela delle singole lingue, in particolare di quella italiana”, dice la società.

I consumi di Velvet

Uno dei vantaggi di Velvet, secondo l’impresa che l’ha creato, è che sfrutta l’esperienza di Almawave in ambito R&D e attraverso centinaia di progetti legati all’uso dell’AI – in settori come sanità, previdenza, giustizia, sicurezza, mobilità, finanza e PA.

L’altro vantaggio è che, essendo piccolo, consuma poco.

Nei giorni in cui il mondo è rimasto sorpreso dai pochi chip usati per addestrare l’intelligenza artificiale di DeepSeek, Almawave sottolinea che Velvet è sostenibile, cioè “leggerà nei consumi” e al tempo stesso efficace. “Consuma poco perché c’è stata messa più intelligenza umana”, ha spiegato sorridendo Ubertini del Cineca.

Sandei ha dichiarato che “Velvet nasce dalla scelta strategica di investire con determinazione in un ambito tecnologico di vasto potenziale positivo. Per noi parte un nuovo percorso che speriamo ci porti ancora più avanti”.

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Secondo Greco il fatto che i modelli siano open source è fondamentale perché “permette alle aziende di avere libertà nell’utilizzo e creare nuovo valore su quel modello”. Sono state utilizzate tecniche e metodologie di data lineage e addestrati algoritmi proprietari per questo scopo. Velvet “implementa un approccio attento nella selezione dei dati, per ridurre i rischi di discriminazione e mitigare i bias”, spiega l’azienda.

L’innovazione sulla privacy

Particolare attenzione nella progettazione è stata posta sulla Privacy.

In questo contesto, elemento innovativo a livello internazionale di Velvet è “PAE” (Privacy Association Editing), un algoritmo proprietario che permette di eliminare, dove necessario, direttamente dal modello le informazioni sensibili, senza necessità di riaddestramento.

Cosa fa Velvet

Velvet è integrata in applicazioni “ready to use” e facilmente specializzabile, dicono da Almawave. Ed è adatta a svolgere compiti specifici nelle aziende, anche in settori verticali complessi. In AIWave, la piattaforma Almawave di intelligenza artificiale Multiagentic, ci sono oltre 30 soluzioni applicative pronte all’uso, destinate a diversi settori e finalizzate alla gestione di compiti articolati su dati e informazioni.

La famiglia di modelli è già in fase di beta-testing presso alcuni clienti Almawave. Tra le applicazioni mostrate a Roma ci sono quelle per le aziende sanitarie e le banche , ma anche il chatbot in grado di rispondere alle richieste più complesse degli utenti del sito dell’Inps. Con l’istituto “abbiamo sviluppato molte applicazioni, permettendoci di testare sul campo questo modello open source. Abbiamo visto miglioramenti significativi nelle applicazioni specifiche”, ha detto Sandei a Fortune Italia.

Tra i settori che potrebbero essere interessati a un’applicazione di Velvet ci sono anche quelli più sensibili, come la Difesa. Sandei si limita a dire che “Velvet è stata progettata per gestire informazioni complesse e documenti ampi, una necessità comune a molte aziende. Questo è particolarmente importante in contesti dove queste caratteristiche sono essenziali per raggiungere i risultati desiderati. L’obiettivo è sapere dove vogliamo arrivare e combinare gli elementi necessari per raggiungere la meta. L’intelligenza artificiale generativa è uno di questi elementi, ma non l’unico”.

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Tra le altre specializzazioni di Velvet mostrate durante l’evento romano c’è la costruzione della bozza per un bando di gara ma anche la comparazione di normative e bozze documentali. Velvet è anche in grado di aiutare nella gestione della rete idrica, ma anche nel settore educativo (con applicazioni adatte a studenti e professori) e del turismo.

Oltre all’Inps, tra i primi beta tester e i primi applicativi già in produzione “ci sono la Regione Emilia Romagna con l’Intercenter, l Regione Veneto, Unimarconi”, spiega Romagnoli. L’applicazione per l’università telematica sarà la prima ad andare in produzione, “entro un mese circa”, e aiuterà nel creare contenuti utili, come test per gli studenti e riassunti delle video-lezioni.

Le collaborazioni

Tra le altre collaborazioni che hanno portato allo sviluppo di Velvet c’è quella con SIpEIA – Società Italiana per l’Etica nell’Intelligenza Artificiale. Inoltre, la società in partnership con altre aziende si è aggiudicata di recente Innovate, il primo calcolatore Industry grade per erogare servizi di intelligenza artificiale promosso da Euro HPC, che sarà gestito da Cineca.

 



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