Settori in crisi, l’edilizia si aggiunge al lungo elenco. I rischi di chiusure, licenziamenti e soluzioni poss

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Il settore dell’edilizia segna un’inversione di tendenza, con un crollo degli investimenti e una crisi che minaccia la stabilità di migliaia di imprese e lavoratori. Le cause sono molteplici e spaziano dalla fine del Superbonus 110% all’aumento dei costi delle materie prime, fino a una stretta creditizia che rende sempre più difficile per le aziende edili ottenere finanziamenti.

Mentre il settore delle costruzioni attraversa una fase di forte rallentamento, le ripercussioni economiche iniziano a manifestarsi con effetti preoccupanti sull’occupazione, la sostenibilità delle imprese e il futuro delle riqualificazioni urbane. La mancanza di interventi strutturali potrebbe portare a una nuova ondata di fallimenti aziendali, con effetti devastanti sul tessuto produttivo nazionale. Vediamo da vicino:

Perché l’edilizia è entrata in crisi, i fattori scatenanti

Negli ultimi anni, il comparto edilizio ha beneficiato di una spinta grazie agli incentivi fiscali, tra cui il Superbonus 110%, il Bonus Facciate e il Bonus Ristrutturazioni. Ma la riduzione di queste agevolazioni ha generato un brusco calo della domanda e lasciato molte imprese con cantieri interrotti e progetti sfumati.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Uno degli elementi che ha contribuito alla crisi è stato il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura, due strumenti che avevano reso accessibili i bonus anche a chi non aveva liquidità immediata per avviare i lavori. La loro sospensione ha creato un effetto domino, con imprese edili che si sono trovate in difficoltà nel completare i lavori già avviati e con clienti che hanno dovuto rivedere i propri progetti a causa dell’impossibilità di sostenere i costi in autonomia.

A peggiorare la situazione si è aggiunto l’aumento del costo dei materiali da costruzione, con rialzi per cemento, acciaio e legname. L’inflazione ha reso più oneroso avviare nuovi cantieri e ha ridotto i margini di guadagno per le imprese, molte delle quali si trovano ora sull’orlo del fallimento.

Tra casse integrazioni e licenziamenti

La crisi dell’edilizia sta avendo effetti devastanti anche sul piano occupazionale. Secondo i dati diffusi dall’Associazione nazionale costruttori edili, il settore potrebbe perdere decine di migliaia di posti di lavoro senza misure di sostegno.

Le prime avvisaglie si stanno già manifestando con il ricorso crescente alla cassa integrazione straordinaria per gli operai edili, specialmente nelle regioni del Nord, dove il settore ha sempre rappresentato un motore trainante dell’economia locale. La mancanza di liquidità ha costretto molte aziende a ridurre il personale, mentre altre si preparano a chiudere definitivamente.

Nel frattempo, i subappaltatori e i fornitori di materiali stanno soffrendo la stessa sorte, con ritardi nei pagamenti che si accumulano e una spirale negativa che rischia di paralizzare l’intera filiera edilizia. La crisi del comparto non si limita solo ai lavoratori diretti ma coinvolge anche artigiani, geometri, architetti e ingegneri, il cui lavoro dipende strettamente dalla salute dell’edilizia.

Incentivi, fondi e nuovi strumenti di rilancio

Di fronte a questa situazione critica, il governo sta valutando misure di sostegno per arginare il crollo del settore. Tra le opzioni sul tavolo c’è il rifinanziamento di alcuni bonus edilizi, seppur con percentuali più contenute rispetto al passato, al fine di incentivare la riqualificazione degli edifici senza gravare eccessivamente sulle casse dello Stato.

Un altro aspetto riguarda il credito alle imprese: il blocco della cessione del credito ha mostrato i suoi limiti e una soluzione potrebbe essere il potenziamento di fondi di garanzia pubblica che permettano alle aziende di ottenere liquidità senza dover dipendere solo dal sistema bancario.

In paralello si sta discutendo di un piano nazionale per l’edilizia sostenibile, che potrebbe incentivare l’uso di materiali innovativi, tecnologie a basso impatto ambientale e soluzioni di efficientamento energetico per dare nuova linfa al comparto.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Per quanto riguarda il lavoro, le associazioni di categoria stanno chiedendo misure più incisive per sostenere i lavoratori a rischio disoccupazione, con una maggiore flessibilità nell’accesso agli ammortizzatori sociali e un piano di formazione per riqualificare i professionisti del settore, rendendoli competitivi in un mercato sempre più orientato verso l’edilizia green, seppure oggi in parte ferma, come dimostrato il caso della caldaie, e la digitalizzazione dei cantieri.

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