Alla prima in aula del 2025, lunedì 3 febbraio, tra celebrazione del Giorgio della Memoria, question time e cinque mozioni, in Consiglio regionale si discuterà di liste d’attesa. Sempre troppo lunghe, ma con dati che, nel 2024, hanno evidenziato un accorciamento delle code per visite ed esami.
LA RELAZIONE DEL COMITATO
In agenda due temi: l’approfondimento sulle ricadute della legge 7 del 2009, “Disposizioni in materia di contenimento dei tempi d’attesa delle prenotazioni sanitarie nell’ambito del Ssr”, e la presentazione delle 5 mila firme raccolte dall’associazione Diritti del malato. Sul tavolo, innanzitutto, la relazione – firmata dal presidente della terza commissione Carlo Bolzonello e dalla consigliera del Patto-Civica Fvg Simona Liguori – del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione sulla clausola valutativa ex articolo 15 della Lr 7. Un’analisi, va detto in premessa, che si concentra sul 2023.
Bolzonello e Liguori riassumeranno quanto elaborato dall’Azienda regionale di Coordinamento per la salute e presentato lo scorso 19 novembre in Comitato, allargato ai componenti della terza commissione. Un documento, quello di Arcs, che evidenzia «una conferma nel 2023 del trend 2022 in termini di crescita del numero di prescrizioni, di prestazioni erogate e di percentuali di erogazione nei tempi previsti», con la sottolineatura delle perduranti criticità in diagnostica per immagine, cardiologia e oculistica. Liguori anticipa sin d’ora che nella sua relazione evidenzierà il peggioramento per la priorità C (180 giorni) negli interventi chirurgici (correttezza dei tempi d’attesa scesa sotto il 70%) e l’aumento al 9,4% delle prestazioni in libera professione intramoenia, «un segnale preoccupante». Altra criticità, il sistema di prenotazione: «La quota online resta marginale e reclami e segnalazioni sono saliti del 36% rispetto al 2022».
Infine, la richiesta della consigliera di opposizione, «serve una campagna capillare per informare i cittadini sui percorsi di tutela». Non mancheranno poi i riferimenti di Bolzonello, sempre ripescando quanto emerso a novembre, sull’apporto del privato accreditato per abbattere le liste e, conseguentemente, contenere la “fuga” dei cittadini fuori regione, in particolare in Veneto, soprattutto per risonanze magnetiche, interventi di cataratta, chirurgia del ginocchio, protesi d’anca.
In aula sarà presente anche l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi ed è facile attendersi un focus sulle risorse messe in campo e i risultati più recenti. La giunta Fedriga ha infatti stanziato 42 milioni (11,2 milioni in più del 2024) per finanziare azioni di contenimento delle liste d’attesa e recupero dei tempi. «Questi nuovi e importanti investimenti – le parole dell’assessore – serviranno per portare in linea l’intero sistema regionale offrendo, in tempo, risposte adeguate ai bisogni dei cittadini». Nel dettaglio, in priorità massima entrano le prestazioni di ricovero ospedaliero per intervento chirurgico di elezione, la specialistica ambulatoriale e il ricovero ospedaliero per il trattamento di patologie oncologiche.
Nel corso del 2024, ricorda ancora Riccardi, «l’intero Servizio sanitario regionale si è prodigato in uno sforzo significativo per recuperare quanto era stato fortemente influenzato dagli effetti della pandemia. In pochi mesi si è riusciti a rimettere in moto il sistema e a ridargli razionalità ed efficacia».
Da gennaio a settembre dell’anno scorso, il report degli uffici rende noto, tra l’altro, che gli interventi chirurgici per tumore alla mammella sono stati effettuati sotto i tempi massimi nel 77,7% dei casi (66,9% gennaio-settembre 2023), con i picchi di Cro (91,7%) e AsFo (90,6%), mentre AsuFc segna il 71,6% e Asugi il 70,2%, ma più in generale si riscontra un accorciamento delle attese generalizzato nella chirurgia oncologica. Nel confronto sui primi tre trimestri 2023 e 2024, si sale dal 24,2% al 45,3% nel tumore alla prostata, dal 75,9% all’82,1% nel tumore al colon, dal 61% all’81,6% nel tumore al retto, dal 74,2% all’86% nel tumore al polmone, dal 73,6% al 92,1% nel tumore all’utero, dal 74,9% al 78% nel melanoma, dal 60,3% al 66,9% nel tumore alla tiroide.
A rimarcare l’importanza del tema, le 5 mila firme, raccolte in quattro anni di banchetti, a sostegno della petizione dell’associazione Diritti del malato. «Raccogliendo l’invito del presidente del Consiglio Bordin – dichiara la presidente Anna Agrizzi –, intendiamo mantenere viva l’attenzione degli amministratori regionali sulla realizzazione degli interventi promessi». —
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