L’agriturismo Le Lagore a Bonassola

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Sono in quattro, hanno tra i 24 e i 32 anni, e nessuno si è sottratto a un progetto di vita, prima che imprenditoriale, che li ha portati da Torino al Golfo di Levanto, sul mare della Liguria. Un posto benedetto, dove però le basi per partire con una nuova impresa non erano del tutto solide. La proprietà di famiglia — 5 ettari interamente terrazzati, a circondare una casa padronale e pertinenze — era infatti stata danneggiata da un grave incendio, ma aveva ancora il potenziale agricolo e attrattivo per ripartire. È nata così Le Lagore, un agriturismo completo di glamping, cucina e produzione di amari e distillati. Il racconto in questo video reportage.

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I fratelli Peruzzi, torinesi che hanno deciso di tornare sulla costa ligure

Tutto, per la nostra famiglia, è cominciato nel 1911, quando è stato acquistato questo podere a picco sul mare, sui terrazzamenti”, spiega Emanuele, 30enne e secondogenito della ‘squadra Peruzzi’. Il maggiore è Giovanni, agronomo di due anni più grande, poi Tito di 27, che ha studiato commercio del vino, e infine Pietro, 24enne che oggi si occupa in azienda di costruzioni, manutenzione e falegnameria.

I fratelli Peruzzi dell'agriturismo Le Lagore

Siamo nati e cresciuti a Torino, ma le estati le abbiamo passate qui, dove hanno sempre vissuto i nonni”; inoltre i genitori — in particolare il papà architetto — avevano provveduto a ristrutturare quella che per decenni era stata l’abitazione dei mezzadri, nel livello più basso della proprietà, con l’intenzione di farne un agriturismo. “Nel 1999 però c’è stato un grande incendio che ha danneggiato quasi tutto”, continua Peruzzi, “e le cose sono state sospese”.

La storia di Le Lagore: da antico monastero ad azienda agricola innovativa

Nel 2018 Giovanni ed Emanuele, i fratelli maggiori, decidono di trasferirsi in pianta stabile a Bonassola e mettere in piedi un progetto nuovo, che trae forza dal passato ricchissimo del luogo. “Il podere esiste già dal Seicento. Qui c’era un monastero di cui alcune parti sono ancora visibili nella casa padronale, e sono stati i monaci a costruire i terrazzamenti in pietra”, precisa Peruzzi. Da quell’epoca sopravvive una sorgente sotterranea capace di alimentare una vasca nell’alto della proprietà, che a caduta irriga la parte sottostante. Grazie ad alcuni bandi europei — strumenti operativi di applicazione della PAC, Politica Agricola Comune (ecco di cosa si tratta e perché è importante in Italia) — i ragazzi hanno acquistato attrezzature, recintato i 5 ettari e reimpiantano il vigneto, andato perduto nell’incidente a fine ’90. Di lì a poco li raggiungono anche Tito e Pietro, e Le Lagore può cominciare la sua attività.

L'orto di Le Lagore

Accoglienza, autoproduzione, cucina e distillati di Le Lagore a Bonassola

Mentre i filari di Vermentino e Albarola devono ancora arrivare alla prima vendemmia, gli uliveti di Frantoio e Leccino continuano a dare il loro olio. Poi c’è un orto condotto con pratiche poco impattanti che sostiene il progetto gastronomico, nato con la cucina due anni fa e destinato agli ospiti dell’agriturismo: “Nel modo in cui lavoriamo, e volendo usare i nostri ingredienti e solo pescato locale, non possiamo fare grandi numeri”. Nel 2020, per diversificare le possibilità di accoglienza, i fratelli hanno costruito la prima delle odierne tre tende mobili e in materiali ecocompatibili adibite a glamping. Da glamour e camping, offrono soggiorni a diretto contatto con la natura, in un contesto curato seppur minimale.

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L’incendio che ha interessato in passato Le Lagore infine ha paradossalmente fornito la base per un diverso filone di attività. “Quando è tornata la macchia mediterranea è cresciuto anche moltissimo mirto”, racconta Emanuele a proposito dell’ingrediente di base del liquore prodotto dai fratelli. Si è poi aggiunto il gin aromatizzato alle botaniche spontanee del podere e infine un amaro di erbe. “Abbiamo destinato i fondi del Programma di Sviluppo Rurale all’implementazione delle erbe aromatiche”, una pratica sostenibile che sfrutta la biodiversità del luogo per rendere l’azienda agricola ancora più multifunzionale.

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