Con il nuovo taglio dei tassi di interesse di 25 punti base deciso dalla Banca centrale europea, il taglio sui depositi scende al 2,75%. Una buona notizia per chi ha un mutuo a tasso variabile o chi vuole un nuovo prestito. La Bce non ha confermato se nel corso dell’anno ci saranno altri tagli, ma sembra probabile che sarà così.
La Banca centrale europea ha tagliato i tassi d’interesse di 25 punti basi. La riduzione è moderata, ma conferma la direzione scelta dalla Bce di tornare a livelli più bassi di interessi: è il quinto taglio da giugno dello scorso anno. In questo modo il tasso sui depositi scende al 2,75%.
Questa è la misura più importante per famiglie e imprese, perché è quella che di fatto influenza quanto salgono o scendono le rate dei mutui a tasso variabile. Il taglio è limitato, ma secondo alcune stime porterà comunque a un effetto positivo. Ad esempio, per un mutuo da 125mila euro in 25 anni una previsione è che il taglio varrà circa 17 euro, e potrebbe sfiorare i 50 euro la fine dell’anno.
In più, il tasso di rifinanziamento principale va al 2,90% e quello sui prestiti marginali al 3,15%. Rispetto a poco più di sei mesi fa, sono più bassi dell’1,25%. La Bce non ha confermato se intende proseguire con i tagli, ma per il momento sembra che le condizioni ci siano.
Perché la Bce ha tagliato di nuovo i tassi di interesse
Il motivo principale per cui la Banca centrale ha deciso di proseguire con i tagli è che al momento l’inflazione non dà segni di voler tornare a salire. Il processo di rallentamento dei prezzi è “ben avviato”, come ha detto la stessa Banca in un comunicato ufficiale. Già entro il 2025 la media europea dovrebbe tornare al 2%, mentre in Italia questo risultato è già arrivato negli scorsi mesi.
È vero che in questo momento ci sono settori in cui “salari e prezzi” si stanno “adeguando al passato incremento dell’inflazione”. Insomma, anche se ormai il picco di accelerazione dei prezzi è arrivato e passato, in alcuni ambiti si sta ancora recuperando l’aumento “con notevole ritardo”, e questo influisce in generale sull’andamento dell’inflazione, tenendola più alta di quanto sarebbe altrimenti.
La presidente della Bce, Christine Lagarde, in conferenza stampa ha spiegato che questo periodo di “frizioni nel commercio internazionale” non permette di fare previsioni certe per il futuro. Ad esempio, con l’entrata in carica di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti uno dei punti che presto bisognerà affrontare sono gli eventuali dazi imposti dagli Usa. In ogni caso, al momento per l’economia europea “la ripresa c’è”.
Cosa cambia per chi ha un mutuo
Ora, come in passato, a beneficiare dalla decisione della Banca centrale dovrebbero essere soprattutto coloro che cercano un nuovo prestito e coloro che hanno già un mutuo a tasso variabile. Per entrambi, le condizioni offerte dalle banche dovrebbero migliorare nelle prossime settimane, dato che i tassi si sono abbassati. Chi ha un mutuo a tasso fisso, ovviamente, non vedrà differenze.
Come l’economista Marco Rossi aveva spiegato a Fanpage.it in occasione dell’ultimo taglio, con un ribasso di soli 25 punti il risparmio nell’immediato sarà piuttosto limitato. Ma guardando a come è cambiata la situazione rispetto a sei mesi fa, si possono iniziare a notare differenze importanti.
Le novità per azioni e bond: cosa cambia dopo il taglio dei tassi di interesse della Bce
Il taglio dei tassi d’interesse ha un impatto anche sul mercato delle azioni. Visto che le aziende hanno più facilità a ottenere prestiti, in teoria diventa anche più probabile che ci siano degli investimenti. Bisogna però ricordare che al momento siamo in un momento di difficoltà economica. Negli ultimi tre mesi dello scorso anno la crescita è stata praticamente ferma.
Insomma, bisognerà bilanciare le due cose: da una parte il taglio della Bce (che molto probabilmente non sarà l’ultimo dell’anno, anzi) porta a un aumento anche del valore delle azioni, così che ora è un momento potenzialmente buono per investire; dall’altra, le difficoltà economiche di molti Paesi obbligano a fare attenzione.
Per quanto riguarda i bond, anche chiamati obbligazioni, come ad esempio i titoli di Stato, la situazione è in un certo senso opposta. Con le azioni chi compra si prende un ‘pezzetto’ dell’azienda, e quindi se diventa più facile ottenere prestiti e il valore dell’azienda cresce è un bene. I bond invece sono prestiti fatti da chi compra i titoli a chi li vende, di fatto. E se scendono gli interessi, il creditore (cioè chi ha comprato le obbligazioni) ci guadagna meno.
Per i bond che hanno una durata più breve, le decisioni della Bce sono molto influenti: per questo, diversi titoli si sono già abbassati in previsione del taglio di oggi, che era ampiamente atteso. E se scende il rendimento del titolo, cala anche il guadagno di chi lo compra.
I bond a lunga scadenza, ad esempio di 10 anni o anche oltre, sono invece più complicati perché tengono conto non solo di come si muove la Bce, ma anche di come ci si aspetta che andrà l’economia negli anni. Per questo, non è facile prevedere quanto peserà il taglio dei tassi deciso dalla Banca centrale.
Come andrà il 2025 secondo la Banca centrale europea
La Bce comunque ha specificato che adesso le condizioni per chi ha o vuole un mutuo non sono ancora ottimali perché “i passati rialzi dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo” sui mutui, e quindi “alcuni prestiti in scadenza vengono rinnovati a tassi più elevati”. Tuttavia, più passa il tempo, più l’effetto del ribasso si farà sentire.
Per il momento, la Bce non si è impegnata ufficialmente a fare altri tagli in futuri. Anche se a meno di sorprese la direzione resterà questa, Lagarde ha detto che l’incertezza “probabilmente aumenterà” nel prossimo periodo. Perciò, decidere in anticipo che ci saranno delle riduzioni non è possibile, sarebbe “prematuro”. Si continuerà “riunione dopo riunione”: la prossima è fissata il 6 marzo.
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