Era corretto mettere Almasri su un aereo di Stato? Perché i giudici accusano Nordio? Cos’è l’«atto dovuto»: tutti i punti da chiarire

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di
Fulvio Fiano

Dopo l’avviso recapitato a Meloni, Mantovano, Nordio e Piantedosi la denuncia è stata trasmessa al tribunale dei ministri

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Il “caso Almasri” ha provocato uno scontro istituzionale tra governo e magistrati dopo «l’avviso di avvenuta iscrizione» nel registro degli indagati notificato dalla procura di Roma alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, al sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ci sono ancora molti punti oscuri e punti di conflitto. Ecco tutte le questioni ancora aperte.

Perché è stata aperta l’inchiesta?

La procura di Roma ha ricevuto una denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti per favoreggiamento e peculato. Il favoreggiamento riguarda il rilascio di Osama Almasri accusato dalla Corte penale internazionale (Cpi) di crimini contro l’umanità. Il peculato riguarda l’uso di un aereo dei servizi segreti per riportalo a Tripoli dopo la liberazione. 




















































Che cosa vuol dire «atto dovuto»? 

«Atto dovuto» significa che a fronte della denuncia ricevuta dall’avvocato Li Gotti nei confronti della premier Giorgia Meloni, dei ministri Nordio e Piantedosi, e del sottosegretario Mantovano, il procuratore della Repubblica di Roma Francesco Lo Voi poteva solo iscrivere i nomi dei denunciati sul registro degli indagati, trasmettere l’esposto all’apposito «tribunale dei ministri» e darne comunicazione agli indagati. 

Quale norma è stata applicata?

«Lo Voi ha applicato l’articolo 6 della legge sui reati ministeriali del 1989, che recita: «Il procuratore della Repubblica, omessa ogni indagine, entro il termine di quindici giorni, trasmette con le sue richieste gli atti relativi al collegio di cui al successivo articolo 7, dandone immediata comunicazione ai soggetti interessati perché questi possano presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati».

Si poteva ritenere la denuncia infondata?

A giudizio di Lo Voi no, perché gli eventuali reati commessi erano specificamente indicati nell’esposto dell’avvocato Li Gotti, e il codice di procedura penale prevede, all’articolo 335, che «il pubblico ministero iscrive immediatamente, nell’apposito registro custodito presso l’ufficio, ogni notizia di reato che gli perviene o che ha acquisito di propria iniziativa, contenente la rappresentazione di un fatto, determinato e non inverosimile, riconducibile in ipotesi a una fattispecie incriminatrice». Evidentemente i fatti indicati dall’avvocato attraverso gli allegati articoli di giornale non sino stati considerati dal procuratore né indeterminati né inverosimili, e dunque ha proceduto all’iscrizione nel registro delle notizie di reato.

Che cosa vuol dire «omessa ogni indagine»?

Vuol dire che nei confronti dei ministri ai quali viene mosso un ipotetico addebito per fatti concernenti la loro attività di governo il pubblico ministero non può svolgere alcun tipo di accertamento; tutto è riservato al collegio per i reati ministeriali composto da tre magistrati, estratti a sorte ogni due anni in ogni distretto di corte d’appello, «tra tutti i magistrati in servizio nei tribunali del distretto che abbiano da almeno cinque anni la qualifica di magistrato di tribunale o qualifica superiore»”.
Questo significa, sempre secondo l’interpretazione data dal procuratore di Roma Lo Voi, che anche per valutare l’eventuale infondatezza della notizia di reato (ritenuta non manifesta, quindi non evidente), o la sua non punibilità in quanto “atto politico” riservato all’autorità di governo, bisogna svolgere verifiche che però precluse alla Procura.

Che cosa prevede il favoreggiamento?

Il favoreggiamento è un reato previsto dall’articolo 378 del codice penale, secondo il quale «chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce l’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo reato, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti, è punito con la reclusione fino a quattro anni».

Perché viene contestato?

In questo caso viene ipotizzato (non contestato, giacché il tribunale dei ministri non ha ancora mosso nessuna accusa) perché il capo della polizia giudiziaria libica Najeem Osama Almasri Habish è ricercato dalla Corte penale internazionale con un mandato di arresto per numerosi crimini di guerra, torture, stupri e violenze sessuali e omicidi commessi nel Centro di detenzione di Mitiga, in Libia, di cui sarebbe uno dei responsabili; accuse che prevedono la pena dell’ergastolo. Averlo liberato – attraverso la mancata autorizzazione all’arresto richiesta dalla Procura generale di Roma per confermare la sua detenzione, senza la quale i giudici hanno ritenuto di non poterlo trattenere in prigione – ha consentito ad Almasri di tornare libero e quindi di sottrarsi al giudizio della Corte penale internazionale.

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Che cosa prevede il peculato?

Secondo l’articolo 314 del codice penale «iIl pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi». In questo caso riguarda l’utilizzo dell’aereo di Stato.

Era corretto mettere Almasri su un aereo di Stato?

Secondo il governo è stato corretto perché, una volta libero, Almarsi – considerato soggetto pericoloso proprio sulla base delle accuse mossegli dalla Corte penale internazionale – doveva essere espulso dall’Italia e riportato nel proprio Paese nelle condizioni di maggior sicurezza possibile; assicurate, sempre secondo le valutazioni del governo, solo da un volo di Stato gestito dall’Aise, l’Agenzia di informazioni e sicurezza esterna. L’ipotesi di peculato avanzata dall’avvocato Li Gotti spiega il coinvolgimento nella sua denuncia del sottosegretario Mantovano in quanto titolare della autorità delegata sulla sicurezza (in sostanza la direzione politica dei servizi segreti) e deriva dall’eventuale utilizzo improprio dell’aereo di Stato per riportare Almasri in Libia.

Che cosa prevede la procedura?

Il tribunale dei ministri ha 90 giorni per svolgere gli accertamenti e poi decidere se la denuncia sia fondata o se invece debba essere archiviata. 

Perché i giudici accusano Nordio di non essere intervenuto? 

Il tramite tra la Corte penale dell’Aia e il governo italiano è il ministro della giustizia «al quale compete di ricevere le richieste provenienti dalla Corte e dargli seguito» come stabilito dalla legge del 2012. La stessa legge prevede che «il ministro della Giustizia dà corso alle richieste formulate dalla corte penale trasmettendole al procuratore generale presso la corte d’appello di Roma perché vi dia esecuzione. Nel caso di Almasri, che era stato arrestato senza che il ministro avesse dato la propria autorizzazione, la procura generale di Roma ha sollecitato il Guardasigilli affinchè si pronunciasse sull’arresto avvenuto. ma non ha ottenuto risposta. 

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