Il sindaco in Senato: mai fatto favori. L’Anci: questa norma sia transitoria, poi una riforma
Un Salva Milano «transitorio» e subito dopo una legge quadro di riforma dell’intero comparto dell’urbanistica. Potrebbe essere questa la via d’uscita dal pantano in cui si è arenato il disegno di legge di «interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia» dopo le inchieste della magistratura sui presunti abusi edilizi a Milano.
Prima audizione al Senato. Tocca al sindaco Beppe Sala spiegare ai senatori, soprattutto della sua parte politica, che non si tratta «di un liberi tutti» perché i comuni sono sottoposti a norme statali, regionali e ai propri piani di governo del territorio, tantomeno un «salvacondotto» per salvare la pelle ma la richiesta di un «parere» che faccia chiarezza una volta per tutte della stratificazione di norme e leggi che si sono succedute nel tempo e soprattutto che «noi non abbiamo mai fatto nessun favore a nessuno e non c’è nessun sospetto sul fatto che qualcuno dei dirigenti abbia avuto qualche interesse personale in materia». Tocca però al presidente di Anci, nonché sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi lanciare l’assist per uscire dalle secche.
Il vulnus riguarda le differenze normative tra regione e regione e le diverse norme attuative tra comune e comune sulla rigenerazione. «Oggi parlare di rigenerazione urbana significa parlare della maggior parte degli interventi edilizi che vengono effettuati sul territorio, per questo riteniamo urgente una rivisitazione della normativa nazionale». Da qui la proposta: «Il nostro primo auspicio è che questa norma abbia carattere puramente transitorio e che in maniera più rapida possibile si proceda a una riforma organica a cui l’Anci darà il contributo necessario». Un «patto» puramente politico che eviterebbe modifiche al disegno di legge e quindi un ritorno alla Camera: la garanzia della «transitorietà» starebbe proprio nel fatto che subito dopo l’approvazione del Salva Milano si procede con la nuova legge quadro sull’urbanistica. Sarà sufficiente per calmare i mal di pancia di tanti senatori del Pd e frenare la tentazione di FdI di fare lo sgambetto a Sala? La prima pietra è stata messa anche se la Commissione Ambiente del Senato ha davanti a se un percorso ancora molto lungo: solo le audizioni saranno una quarantina.
L’assist di Manfredi nella veste di presidente dei Comuni italiani ha un peso specifico non indifferente. In questi giorni Sala si è sentito spesso con il sindaco di Napoli e si sono trovati d’accordo sulla strada da seguire. La difficoltà adesso è far digerire la «transitorietà» del Salva Milano senza dover emendare il disegno di legge e senza inserire un termine temporale. Altrimenti, come nel gioco dell’oca si ripartirebbe dall’inizio con il ddl rinviato alla Camera e con tempi, non solo allungati a dismisura, ma lasciati in balia della totale incertezza. Opzione che Sala vorrebbe scongiurare con tutte le sue forze. «Auspico che si trovi una convergenza nel dare un parere. La mia massima preoccupazione è per i dirigenti e i funzionari del Comune che oggi rischiano di avere problematiche sulla giustizia. Il dibattito alla Camera è stato esaustivo e riteniamo che il provvedimento così andasse bene. L’approvazione alla Camera è arrivata dopo alcuni mesi di lavoro, per questo ero sorpreso sul fatto che ci potesse essere ancora una discussione ma questo è il vostro legittimo ruolo davanti al quale alzo le mani».
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