Pit stop di 34s per il 10% di energia: quale sarà l’impatto sulle gare?

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


Dopo oltre due anni da quella che avrebbe dovuto essere l’esordio all’inizio della Gen 3, finalmente i pit stop per la ricarica rapida in Formula E diventeranno realtà, con il debutto previsto per il prossimo ePrix a Jeddah, per poi riproporsi in tutti gli appuntamenti con due gare in un singolo weekend.

Un esordio che aggiungerà un fattore in più a livello strategico e di spettacolo secondo gli organizzatori, sebbene rimangano diversi dubbi su come quale impatto potrebbe avere sulla gara in certe circostanze. Per Alberto Longo, co-fondatore della serie, questo sarà uno degli elementi più interessanti che aiuterà a diversificare le gare, perché aprirà a differenti soluzioni su come i team sfrutteranno l’energia extra.

“Penso che sarà fantastico perché creerà un po’ di miscuglio in gara e ci saranno squadre che useranno questa energia in modi diversi e in momenti diversi. Vale anche la pena di ricordare che siamo ancora una volta all’avanguardia della tecnologia, è la prima volta che viene presentata ed è qualcosa di unico di cui siamo molto orgogliosi”, ha spiegato Longo parlando del nuovo concept.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Mechanics of NEOM McLaren Formula E Team Fast Charge Jake Hughes, McLaren, e-4ORCE 04

Foto di: Dom Romney / Motorsport Images

Come avverranno i pit stop a Jeddah

Grazie a questa tecnologia, le Gen3 Evo riceveranno una ricarica del 10% dell’energia usabile durante la gara a circa 600 kW tramite un caricatore plug-in, il che richiederà un tempo di circa 30 secondi.

Più nello specifico, la FIA ha già diffuso i dati per la tappa di Jeddah: uno degli aspetti interessanti è che i pit stop debutteranno nel primo appuntamento del weekend e non nel secondo, come originariamente si pensava, in modo tale che vi fosse una finestra temporale maggiore per risolvere eventuali problemi.

Per la corsa in Arabia Saudita l’organo di governo permetterà di sfruttare 38,5 kWh, per cui durante il pit stop verranno aggiunti 3,85 kWh di energia, per un totale di circa 42 kWh spendibili nella prima gara. Il tempo minimo per la sosta sarà di 34 secondi, quindi oltre i 30 secondi necessari per la ricarica: questo darà modo ai meccanici che assisteranno le operazioni di posizionarsi e di spostarsi nelle fasi del pit stop.

Pascal Wehrlein, TAG Heuer Porsche Formula E Team

Foto di: Andreas Beil

Chiaramente, i pit stop avverranno in una finestra ben definita, ma che in realtà non è legato a un esatto numero di giri, bensì alla quantità di energia rimanente. Secondo quanto stabilito dalla Federazione, la sosta dovrà avvenire quando il SOC della batteria sarà compreso tra il 40% e il 60%. È molto probabile che, per facilitare chi seguirà da casa, la Formula E possa implementare grafiche dedicate.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Il possibile impatto sulle gare

I pit stop non rappresentano certo una novità nel mondo del motorsport e nemmeno per la FE, dato che nelle prime stagioni i piloti erano costretti a cambiare letteralmente auto durante la gara. Tuttavia, se in altre categorie, come la F1, un buon pit stop si attesta sotto i 3 secondi, in Formula E le vetture dovranno rimanere ferme per oltre 30 secondi, qualcosa di difficile da vendere in termini di spettacolo in pista.

Si formeranno quindi più gruppetti, a seconda di quale sarà il momento ideale per ogni team, sebbene in realtà, le squadre temono che la finestra possa essere molto simile per tutti. Il fatto che il pit stop sia stato slegato dall’Attack Mode, ovvero quella modalità che permette di utilizzare i 350 kW, è l’elemento più interessante, perché potrebbe garantire differenze a livello strategico.

David Beckmann CUPRA KIRO Porsche 99X Electric WCG3 Jake Hughes Maserati MSG Racing Maserati Tipo Folgore, Stoffel Vandoorne of BelgiumMaserati MSG Racing Maserati Tipo Folgore in t

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Indubbiamente, nessuno attiverà l’Attack Mode prima di fermarsi ai box, perché il rischio sarebbe quello di perdere tempo prezioso con la modalità che permette di abbassare tra i due e i tre secondi il crono per ogni giro. Ciò potrebbe far sì che qualche pilota magari incastrato nel traffico decida di rimanere fuori e sfruttare la modalità a 350 kW per tentare di effettuare un overcut e uscire davanti a un rivale.

Altra situazione è quella opposta, dove magari un pilota con un passo potenzialmente superiore decida di anticipare la sosta per uscire in aria più pulita e spingere secondo il suo ritmo. Questo è solo uno dei vari espedienti strategici che l’introduzione dei pit stop potrebbe garantire. Tuttavia, ci sono anche gli aspetti negativi, come la possibile entrata di una Safety Car, timore più grande dei piloti, così come degli errori da parte delle crew addette.

C’è un protocollo in caso di guasto

Tecnicamente, se la ricarica fosse fissa a 600 kW, le monoposto potrebbero recuperare un quantitativo maggiore di energia, ma il passaggio di corrente non rimarrà fisso su quei valori, probabilmente anche per questioni di temperature.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Infatti, durante i test uno dei problemi risedeva nel fatto che il solo charger a disposizione di ogni team si surriscaldasse, causando potenziali problemi per il pilota che si sarebbe dovuto fermare il giro dopo. Attraverso questo espediente, potenzialmente sarà più semplice mantenere sotto controllo i valori delle temperature nel caso vi siano pit stop anche in giri consecutivi.

Per il pit stop ci saranno 3 meccanici: due sosteranno il cavo di ricarica, uno controllerà la pit lane

Certamente qualsiasi guasto tecnico si rivelerebbe disastroso, soprattutto se dovesse influire in modo significativo sull’esito del campionato.

In caso di un guasto tecnico, la FIA ha già un protocollo pronto, ma la speranza è che non ve ne sia alcun bisogno: “Abbiamo un protocollo completo in caso di guasto di un singolo dispositivo, ma in realtà, negli ultimi due ePrix abbiamo fatto un sacco di test, non c’è stato un solo guasto del dispositivo”, aggiunge Longo.

“Ci sono state alcune auto che non riuscivano a caricarsi, ad esempio, ma tutto ciò è legato al modo in cui il meccanico ha inserito il cavo nell’auto, ed è proprio questo che volevamo, evitare l’errore umano”.

Leggi anche:

Microcredito

per le aziende

 

In questo articolo

Gianluca D’Alessandro

Formula E

Diventa il primo a sapere le novità e iscriviti per ricevere notizie in tempo reale via e-mail su questi temi



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link