Le famiglie italiane partecipano ai mercati finanziari in misura inferiore rispetto a quelle degli Stati Uniti. A giugno 2024, il rapporto tra liquidità (contanti e depositi) e strumenti del mercato dei capitali detenuti dalle famiglie era pari al 48% in Italia, contro il 60% nell’area euro e solo il 17% negli Stati Uniti.
I numeri sono quelli elaborati dalla Consob nel Rapporto “Tendenze e sfide per il settore finanziario italiano”, che analizza la congiuntura economica e finanziaria italiana ed europea nel 2024, confrontandola con quella statunitense. L’analisi copre diversi settori, inclusi i mercati azionari, obbligazionari e del private equity, evidenziando le differenze strutturali e di performance tra le due aree geografiche.
Mercati dei capitali: partecipano di più le famiglie italiane o le statunitensi?
Ebbene, secondo lo studio dell’Autorithy guidata da Paolo Savona, il rapporto tra strumenti del mercato dei capitali, ossia azioni quotate e non quotate, quote di fondi comuni, titoli di debito, prodotti assicurativi e quote di fondi pensione e il totale delle attività finanziarie detenute dalle famiglie può essere considerato un buon indicatore della partecipazione complessiva degli investitori retail ai mercati dei capitali.
Così nei portafogli delle famiglie a stelle e strisce il rapporto tra liquidità e strumenti di mercato era nel 2024 al 17%, segnalando che il risparmio entra in un circolo virtuoso e che va a finanziare le imprese e l’economia reale. Nell’eurozona, invece, il rapporto è al 60%, un dato che evidenzia l’esigenza di efficientare i mercati finanziari per far sì che assolvano appieno alla loro funzione di motore della crescita, offrendo ai risparmiatori l’opportunità di investimenti redditizi e diversificati. L’Italia, con il suo 48%, risulta, però, in una posizione migliore rispetto a quella della media dell’eurozona.
Percentuali che indicano una maggiore preferenza delle famiglie italiane per la liquidità rispetto agli investimenti nei mercati finanziari. La quota di strumenti detenuti (azioni, obbligazioni, fondi comuni) sul totale delle attività finanziarie delle famiglie italiane è del 57%, un valore simile alla media dell’area euro (54%) ma inferiore agli Stati Uniti (70%).
Secondo l’Autorithy, affinché nell’area euro tale rapporto si allinei a quello rilevato negli Usa, sarebbe necessario reindirizzare fino a 6.500 miliardi di euro di liquidità presente nel portafoglio delle famiglie europee verso investimenti in strumenti del mercato dei capitali.
Quanto investono le famiglie nei mercati dei capitali?
In merito poi alla propensione delle famiglie a investire nei mercati dei capitali, nell’area euro la Spagna risulta nella posizione peggiore, con un tasso di risparmio più basso e una quota di liquidità più elevata rispetto alla media dell’Eurozona, mentre la Svezia risulta nella posizione migliore, con un tasso di risparmio elevato e una quota di liquidità più bassa.
Il nostro paese è in compagnia del Belgio che mostra un tasso di risparmio e un’incidenza della liquidità inferiori alla media dell’area.
Come migliorare la posizione dell’Italia? La ricetta della Consob mira a favorire un aumento del reddito disponibile, con impatti positivi sul tasso di risparmio, e in secondo luogo, incoraggiare l’investimento in strumenti del mercato dei capitali al fine di consentire un’allocazione delle risorse verso attività più redditizie
Indebitamento, reddito e risparmio: la fotografia delle famiglie italiane
Ma non solo sulla partecipazione ai mercati dei capitali. Il rapporto sulla congiuntura del 2024 della Consob fornisce diverse informazioni sulle famiglie italiane, in particolare riguardo all’indebitamento, al reddito disponibile e al risparmio. Così andando nel dettaglio emerge che a giugno 2024, l’indebitamento delle famiglie italiane in rapporto al PIL era del 37%, inferiore alla media dell’area euro (52%) e molto inferiore a quello degli Stati Uniti (71%). Il reddito lordo disponibile delle famiglie italiane, in termini reali, è inferiore alla media dell’area euro e si trova a livelli inferiori rispetto al 20073.
Infine, il tasso di risparmio delle famiglie italiane è diminuito progressivamente a partire dal 2008, rimanendo al di sotto della media dell’area euro dal 20103. Ciò significa che le famiglie italiane tendono a spendere una quota maggiore del loro reddito e a risparmiare meno rispetto alla media europea.
In conclusione, le famiglie italiane sono caratterizzate da un basso livello di indebitamento rispetto alla media europea e Usa, ma anche da un reddito disponibile inferiore alla media europea e da una propensione al risparmio più bassa, con una preferenza per la liquidità rispetto agli investimenti nei mercati dei capitali.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link