Le minacce rivolte agli avvocati sono un attacco all’intero sistema della giustizia.
In riferimento all’ipotesi di sequestro di persona della neonata a Cosenza la Giunta, con gli Osservatori Avvocati Minacciati e Informazione giudiziaria dell’UCPI, denuncia ancora una vola l’intollerabile attacco alla funzione difensiva, condividendo la ferma presa di posizione della Camera Penale di Cosenza contro il montante fiume d’odio riversatosi su avvocati e magistrati.
In riferimento all’ipotesi di sequestro di persona della neonata a Cosenza la Giunta, con gli Osservatori Avvocati Minacciati e Informazione giudiziaria dell’UCPI, denuncia ancora una vola l’intollerabile attacco alla funzione difensiva, condividendo la ferma presa di posizione della Camera Penale di Cosenza contro il montante fiume d’odio riversatosi su avvocati e magistrati.
Anche in questo caso, le offese e le minacce rivolte agli avvocati che hanno assunto la difesa sono il prodotto di un clima di ostilità , alimentato anche dall’indebita diffusione di notizie legate al caso. Questo fenomeno, purtroppo, non è estraneo al contributo di autorità pubbliche che, attraverso dichiarazioni o comportamenti, hanno amplificato il clamore mediatico in modo irresponsabile. La diffusione di informazioni riservate o parziali, spesso prive di un reale fondamento probatorio, non solo viola il principio di presunzione di innocenza sancito dall’articolo 27 della Costituzione, ma contribuisce a creare un clima di condanna anticipata che mette in crisi la funzione stessa del processo e compromette la serenità degli operatori del diritto, in primis degli avvocati difensori.
Va ribadito e ripetuto che la Costituzione italiana, all’articolo 24, stabilisce che la difesa è un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Questo principio garantisce che tutti, indipendentemente dalla gravità delle accuse, abbiano accesso a un processo equo e a un’assistenza legale adeguata. Attaccare un avvocato o un magistrato per il suo ruolo professionale significa non solo mettere in pericolo la persona, ma anche minare l’intero sistema giudiziario, trasformandolo in uno strumento arbitrario e sommario.
Le minacce rivolte agli avvocati non si limitano a compromettere la loro sicurezza personale, ma rappresentano un attacco all’intero sistema della giustizia. Il compito dell’avvocato non è quello di difendere i crimini, ma i diritti, garantendo che il processo si svolga nel rispetto delle regole, proteggendo così le garanzie di chi si trova sotto accusa e, al tempo stesso, la credibilità delle istituzioni.
Offendere o stigmatizzare un avvocato per il solo fatto di adempiere al proprio dovere equivale a colpire il cuore dello Stato di diritto, poiché senza il diritto alla difesa non esiste giustizia. Tali attacchi devono essere fermamente condannati, ricordando che la tutela della difesa è un valore universale riconosciuto da tutti i principali strumenti internazionali e costituisce un argine contro la deriva arbitraria e inquisitoria di qualsiasi sistema giudiziario.
È tempo che il Governo intraprenda tutto quel che è necessario per veder riconosciuto anche nell’opinione pubblica che i professionisti che assicurano il rispetto delle regole non possono e non devono essere trasformati in bersagli di una giustizia spettacolarizzata, ma devono poter svolgere il proprio ruolo in libertà e indipendenza, a tutela non solo dei loro assistiti, ma di tutta la collettività .
Inoltre, se non si metterà un freno alla giustizia di piazza, se il potere della stampa e, in generale, dell’opinione pubblica non verrà riportato nell’alveo della cultura delle garanzie costituzionali, anziché consentirgli di cavalcare ossessivamente pulsioni di difesa da un nemico amplificato, il patto sociale – che è alla base della pacifica convivenza e che affida la risoluzione dei conflitti ad una istituzione democratica (il tribunale) e ad una forma civile (il processo) – dovrà intendersi irrimediabilmente rotto per tutti i cittadini e questo momento segnerà il crepuscolo della democrazia. Chi oggi approfitta della crisi profonda di valori in cui versa la nostra società per ottenere facili consensi o maggiori profitti farebbe bene a ricordare ciò che la storia insegna: Robespierre finì sotto la stessa ghigliottina che proprio lui aveva introdotto per placare la sete di vendetta di un popolo ormai acciecato da un odio incontrollato.
Roma, 29 gennaio 2025
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La Giunta
L’Osservatorio Avvocati Minacciati UCPI
L’Osservatorio sull’Informazione Giudiziaria UCPI
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