La Virgo di D’Arcangelo in corsa per le acque termali ma senza certificato dell’Antimafia

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PESCARA. «Mi sono un attimo informato, manca l’antimafia; appena arriva l’antimafia per Virgo, io aggiudico e passo tutto al Dipartimento». Sono queste le parole pronunciate da Donato Cavallo, direttore dell’Areacom, l’agenzia dei grandi appalti della Regione Abruzzo, durante la commissione Bilancio dedicata alle terme di Caramanico, chiuse da cinque anni dopo un fallimento da 25 milioni di euro che ha lasciato sul campo una scia di creditori: Erario, enti di previdenza, Comune di Caramanico, un esercito di fornitori e dipendenti. L’intervento di Cavallo sul caso Caramanico è uno dei contenuti della prossima puntata di “31 minuti”, il settimanale di approfondimento giornalistico di Rete8 in collaborazione con il Centro che va in onda domani alle ore 22. “Senza terme” è il titolo dell’inchiesta che racconta i retroscena del crac milionario, gli occhi chiusi della politica e l’affare delle sorgenti inseguito da una società svizzera.

È il 27 dicembre scorso, due giorni dopo Natale: la commissione si riunisce e passa in rassegna anche le terme confinate nel girone delle aste giudiziarie. Sei vendite all’asta sono andate già deserte e, a breve, ci sarà il 7º tentativo ma la data resta un segreto: si parla di febbraio ma senza certezze. In parallelo, c’è una gara d’appalto per lo sfruttamento delle acque termali di Caramanico con le sorgenti Santa Croce-Pisciarello: la ditta vincitrice, la Dre srl di Chieti, si è ritirata e resta in corsa soltanto la seconda classificata, cioè la Virgo, sede a Milano e interessi anche a Chieti. È la società del teatino Altair D’Arcangelo, lo stesso procacciatore d’affari amico del ministro del Turismo Daniela Santanché che sta dietro l’operazione Wip Finance-Visibilia. La Dre, con un punteggio di 94, si è chiamata fuori per «le incertezze» che pendono sui lotti al centro della vendita giudiziaria, il primo con le terme e l’albergo Maiella e il secondo con il centro benessere 5 stelle La Reserve; il progetto della Virgo è stato valutato 43,60 punti, meno della metà della Dre.

È dal 7 novembre, giorno dell’uscita di scena della Dre, che D’Arcangelo, patron del Chieti Calcio in serie D, aspetta l’aggiudicazione: il piano della Virgo, società di prodotti di bellezza in vetrina anche al “Grande Fratello”, è realizzare a Caramanico «un piccolo stabilimento per l’imbottigliamento e il confezionamento di prodotti derivati quali, a titolo di esempio non esaustivo, fanghi, creme, spray». Ma perché l’iter, curato dall’Areacom, si è fermato? Lo rileva proprio Cavallo durante la sua audizione con i consiglieri regionali: «Appena arriva l’antimafia per Virgo, io aggiudico e passo tutto al Dipartimento, che è quello che mi ha commissionato. Cioè, io gestisco la fase dell’affidamento, della procedura, tutto quello che viene prima e tutto quello che viene dopo, perché io dovrei entrarci? Non devo, non voglio entrarci, quindi», sottolinea Cavallo, «manca solo la Bdna, la Banca dati nazionale unica per la documentazione antimafia, quando arriverà io trasmetto le carte per simulare il contratto».

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L’Areacom ha rallentato da quando, nelle scorse settimane, finanzieri e poliziotti hanno acquisito documenti in un’inchiesta della Procura di Pescara. Intanto, al centro delle polemiche dell’opposizione c’è il bando. Su questo Cavallo si tira fuori: «Poi, se c’era qualche cosa nel bando, non ha avuto impugnative; si sono presentati in due, uno si è tirato indietro, adesso stiamo scorrendo. Nella Commissione c’erano i colleghi del Dipartimento. Poi, se la Regione decide strategicamente, quello dico, io non posso essere il parafulmine».

Il piano industriale della Virgo per le sorgenti di Caramanico è lungo soltanto 6 pagine, porta la data del 13 novembre 2023 ed è firmato dall’amministratore delegato Alessandro Vox, e si apre con la presentazione altisonante della società, cioè «un conglomerato aziendale di rilevanza nel panorama economico italiano, con ramificazioni che si estendono su scala internazionale». Al vertice della Virgo c’è la Rimeco Sa con sede in Svizzera.

«Molto preoccupato» si dice il sindaco di Caramanico Franco Parone, «al di là dell’approssimazione del piano industriale, la Virgo punta all’ottenimento delle sorgenti termali per farne prodotti cosmetici e non certo per garantire la riapertura delle attività termali.



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