la premier è ricattabile dai libici?

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Neanche uno dei dichiaranti di destra ha detto: “Il reato non c’è, far fuggire un criminale di guerra ricercato in mezza Europa è una legittima scelta politica”. Nessuno.

La Procura di Roma ha inviato gli avvisi di garanzia alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Nordio e Piantedosi, e anche al sottosegretario Mantovano. I reati ipotizzati sono favoreggiamento e peculato.

Il favoreggiamento è per avere con le loro decisioni e le loro azioni permesso a una persona detenuta – accusata di una trentina di omicidi, di una quarantina di stupri (tra i quali lo stupro di un bambino) e di vari altri reati, compreso il reato di tortura e di traffico di esseri umani – di fuggire in Libia a bordo di un aereo di stato italiano, e in questo modo di sottrarsi alla giustizia, sfuggendo al mandato di cattura spiccato dalla Corte dell’Aia. È un reato molto grave, specialmente se si considera che il favoreggiamento non era a favore di un piccolo delinquente ma di uno dei maggiori criminali presenti in quel giorno in Europa. Il peculato riguarda solo l’uso ingiustificato di un aereo di Stato.

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Su questo giornale avevamo accennato a questa ipotesi diversi giorni fa. Con un titolo a tutta prima pagina che diceva: “Concorso esterno in tortura”. La definizione del reato, da parte nostra, ovviamente era scherzosa, ma non inesatta. E infatti il reato di favoreggiamento è simile, ma parecchio più grave del reato fantasioso di “concorso esterno”. È improbabile che questo procedimento giudiziario avrà conseguenze. Si dovrà passare per il Tribunale dei ministri e poi da un voto in Parlamento dove c’è una maggioranza blindata. Bisognerà vedere però se avrà conseguenze politiche, data l’enorme gravità della posizione di Meloni, Piantedosi e Nordio, che oggettivamente si sono schierati a difesa dei lager libici.

Del resto, nel momento nel quale Piantedosi dice alla Camera che il tagliagole libico (Almasri) che è anche il capo della polizia giudiziaria libica, è un individuo pericoloso, dovrebbe spiegarci non solo perché non lo ha fatto consegnare all’Aia, ma perché con un personaggio pericoloso come Almasri lui e il suo governo ci hanno fatto accordi e a lui e al suo governo hanno concesso finanziamenti, chiedendo in cambio che fermassero i profughi prima che i profughi si imbarcassero.

Diciamo la verità: che Meloni e i suoi ministri abbiano commesso dei reati è platealmente evidente. E politicamente clamoroso. Ammenoché loro non si proclamino innocenti e non dicano ai Pm che non sono stati loro a permettere ad Almasri di fuggire in Libia con un Falcon della Presidenza del Consiglio. È l’unica linea difensiva possibile. Dire: erano nostri sosia.

I precedenti nella storia della Repubblica

Ci sono precedenti nella storia della Repubblica? Pochi. Ne ricordo a mia memoria due soli. Il primo risale al Ferragosto del 1977, quando il criminale nazista Herbert Kappler (che comunque aveva già scontato 32 anni di prigione) riuscì a fuggire dall’Ospedale Celio di Roma dove era ricoverato e piantonato, e a mettersi in salvo in Austria. Fu uno scandalo gigantesco e il ministro della Difesa, che si chiamava Vito Lattanzio, fu mandato via dal governo. Il secondo caso è di tre anni dopo. Maggio 1980. Si scoprì che il ministro Carlo Donat Cattin – leader democristiano di primissima fila – aveva avvertito suo figlio Marco (esponente di Prima Linea) che la polizia era sulle sue tracce, e Marco scappò in Francia. Quando la vicenda uscì sui giornali, Donat Cattin si dimise da ministro e il premier Cossiga traballò, finì davanti all’Inquirente, e venne salvato da un voto di maggioranza, ma pochi mesi dopo, politicamente molto indebolito, fu costretto comunque a lasciare.

Erano due scandali molto meno gravi di questo. Nel primo caso c’era stata una disattenzione dei carabinieri, non una decisione consapevole del ministro. Nel secondo caso il ministro si era limitato a difendere suo figlio, come padre, scelta umanamente molto comprensibile, e anche giudiziariamente. Stavolta no. C’è una decisione fredda dovuta o a incompetenza o a calcolo politico. Quale calcolo? La ponderazione del rischio che Almasri, una volta consegnato all’Aia, avrebbe potuto parlare e raccontare le responsabilità italiane – dei governi italiani – nell’abominio dei lager libici. La destra ha reagito molto male alla notizia.

Le dichiarazioni della destra

Meloni: “Non sono ricattabile”.
Ma qui non c’è nessun ricatto, c’è una notizia evidente di reato. Quel che c’è da capire è se Meloni non sia ricattabile dai libici.
Casellati: “Non ci faremo intimidire”.
Da chi? Dov’è l’intimidazione? E a che scopo?
Giuli: “Insospettisce il tempismo”.
E che dovevano fare, una volta scoperto che era stata aggirata la legge per favorire un terrorista? Aspettare un paio d’anni?
Montaruli: “Qualcuno vuole fermare le riforme”.
Cosa c’entrano le riforme? Volete fare una riforma che consenta la tortura dei migranti?
Valditara: “Bisogna tornare alla separazione dei poteri”
Se c’è un esempio di poteri separati è questo.
Gasparri:Magistratura eversiva
Qui di eversivo, sicuramente, c’è solo il comportamento di chi ha sottratto alla giustizia un torturatore che ora, probabilmente, tornerà a torturare.
Tajani: “Sembra una ripicca”
Di chi? Stiamo attenti: qui non c’è il sospetto di un traffico di influenze o di un abuso d’ufficio ma di protezione concessa a un trafficante di esseri e di vite umane. Non intervenire sarebbe una omissione orrenda.
Salvini: “Ora bisogna affrettare la riforma della giustizia”
La riforma non cambia assolutamente niente in questo campo. L’unica riforma che risolverebbe il problema sarebbe una modifica del codice penale che abolisca i reati di favoreggiamento, di omicidio, di stupro e di tortura. Resterebbe solo il reato di immigrazione clandestina.

Di tutte queste dichiarazioni c’è una cosa che colpisce. Neanche uno dei dichiaranti ha detto: “Il reato non c’è, far fuggire un criminale di guerra ricercato in mezza Europa è una legittima scelta politica”. Nessuno.

 

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