Ecco le ultime novità in Borsa (e non solo) sull’Offerta pubblica di scambio lanciata da Mps per Mediobanca. I report degli analisti di Intesa Sanpaolo, Deutsche Bank e Citi. E le sortite di alcuni soci di Mediobanca che fanno gongolare Caltagirone…
Scende in campo anche Intesa Sanpaolo nella gragnuola di report a commento dell‘Ops di Mps su Mediobanca.
Ecco le ultime novità in Borsa (e non solo) sull’Offerta pubblica di scambio lanciata da Mps per Mediobanca, mentre alcuni soci che formano il patto di consultazione che governa la banca d’affari milanese si stanno smarcando dal vertice di Piazzetta Cuccia.
CHE COSA SUCCEDE IN BORSA A MPS E MEDIOBANCA
Ancora vendite su Mps a Piazza Affari: il titolo alle ore 12 era maglia nera del listino con un calo del 3,02% a 6,17 euro, dopo l’annuncio venerdì dell’Ops su Mediobanca (-1,94% a 16,185 euro). Già ieri in chiusura di contrattazioni lo sconto implicito nella proposta di concambio si era ampliato all’11% (rispetto al premio del 5% proposto nell’accordo), confermando il giudizio espresso dal mercato venerdì scorso.
CITI E DEUTSCHE BANK ZAVORANNO IL TITOLO MPS
A pesare su Mps anche i giudizi di Citi e Deutsche Bank, che in due report usciti oggi sottolineano gli elementi di incertezza e di rischio del deal, rimarca l’agenzia stampa Radiocor: gli analisti di Citi hanno tagliato il rating su Mps da buy a neutral con prezzo obiettivo alzato da 6 a 6,35 euro, in un report dal titolo “Wait and see”. Citi ha poi alzato il target su Mediobanca da 16,35 a 18,20 euro, confermando il giudizio buy. Anche Deutsche Bank ha tagliato il giudizio su Mps a hold da buy, riducendo il target price a 7,50 da 7,90 euro. Per Deutsche Bank, l’acquisizione di Mediobanca dovrebbe consentire a Mps di “diversificare il proprio profilo di guadagno, accedendo alla redditizia divisione di investment banking di Mediobanca, al suo business nel credito al consumo e alla partecipazione del 13% in Generali”. Detto questo, gli analisti ritengono che “altri fattori qualitativi possano prevalere sui benefici quantitativi nel breve termine”. L’offerta, dicono, rappresenta un cambiamento significativo nella strategia di investimento di Mps, precedentemente focalizzata sull’utilizzo del capitale per acquisizioni mirate e/o aumenti delle distribuzioni e questo cambio di strategia “introduce incertezza e potrebbe avere un impatto negativo sulla valutazione di Mps”. Inoltre, sottolineano che la potenziale interruzione delle divisioni Cib e Wealth Management di Mediobanca “rappresenta un rischio per il raggiungimento delle sinergie”. Per Deutsche, “la limitata sovrapposizione tra le attivitaàdi Mps e Mediobanca restringe il potenziale delle sinergie, lasciando poco margine per migliorare i termini dell’offerta”.
IL REPORT DI CITI
Per gli analisti di Citi, “il valore delle azioni di Mps è equo, data l’incertezza legata all’offerta inaspettata per Mediobanca”. Gli analisti “apprezzano il lavoro di ristrutturazione svolto dal management di Mps” e sebbene “la ricerca di ricavi alternativi potrebbe aiutare a mitigare la pressione sulla redditività, fatichiamo a comprendere i benefici dell’eventuale accordo con Mediobanca (sia dal punto di vista industriale che finanziario: Qual e’ la logica?)”, si chiedono. Citi si aspetta una ‘diminuzione della redditività con “il potenziale accordo che aggiunge ulteriore incertezza alla strategia a medio/lungo termine”.
LE COMPLESSITA’ E LE IMPLICAZIONI
Le principali implicazioni di un potenziale accordo sono che ‘eliminerebbe il potenziale per un premio M&A (almeno nel breve termine), aumenterebbe l’incertezza sulla strategia a medio termine della società, indipendentemente dal successo dell’offerta, e sugli obiettivi principali degli azionisti e Aggiungerebbe complessità alla lista di compiti del management, con risultati incerti’. Citi si aspetta che il mercato ‘svolga un ruolo chiave nell’esito finale’. Mps, dicono, dispone di capitale in eccesso per aumentare il prezzo dell’offerta, ‘ma sara’ necessario convincere il mercato non solo con un premio attraente, ma soprattutto con una logica/strategia industriale per la nuova entita’ combinata, nonche’ con benefici tangibili a medio termine sulla redditività e sulla valutazione complessiva’.
COSA DICE S&P’s
«Riteniamo inevitabile il consolidamento del settore bancario italiano – scrive S&P in un report – in quanto la maggior parte delle banche cercherà probabilmente di ottenere ulteriori economie di scala e una migliore diversificazione dei ricavi per migliorare la propria capacità reddituale, investendo sempre più nell’innovazione. Su questo fronte, tutti i recenti annunci sono coerenti con la tendenza che vediamo per il settore».
GLI ALTRI REPORT DIFFUSI IERI SULL’OPS DI MPS
Gli analisti anche ieri hanno sollevato molte perplessità sull’Ops. Hsbc ha messo «in dubbio» i 700 milioni di sinergie «anche per effetto del rischio di turbolenze nella rete corporate & investment banking di Mediobanca». Incertezze – sottolinea il Corriere della sera, che ieri ha preso posizione negativamente sulla mossa di Mps, Caltagirone e Delfin con un editoriale di Francesco Giavazzi – anche da Morgan Stanley, secondo cui «i rischi di esecuzione e la perdita potenziale di ricavi mettono a repentaglio l’uso delle Dta (i benefici fiscali frutto delle perdite passate), uno degli elementi chiave nella creazione di valore» dell’operazione. Per beneficiarne Mps dovrà arrivare al 51% della banca milanese. Ora Mps dovrà convincere il mercato, che il ceo Luigi Lovaglio conosce bene, visto che mandato in porto, con il supporto dello Stato, l’aumento da 2,5 miliardi di Mps nel 2022.
GLI ANALISTI DI INTESA SANPAOLO GIUDICANO L’OPS DI MPS SU MEDIOBANCA
Ma a far rumore oggi è soprattutto il report di Intesa Sanpaolo (il titolo è già tutto un programma: “La Strana coppia“) sull’Ops che è stato svelato dal quotidiano il Sole 24 ore. Gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno spiegato, secondo il giornale della Confindustria, che l’operazione punta a creare il terzo gruppo bancario italiano mettendo insieme modelli e attività di business differenti. L’aggregazione, precisa il report, permetterebbe di accelerare l’utilizzo dei crediti fiscali sulle perdite pregresse di Mps per ridurre la tassazione sugli utili della nuova entità, “il net present value dei Dta (deferred tax asset) salirebbe da 1,5 a 2,1 miliardi, ma il 60% dei benefici andrebbe agli azionisti di Mediobanca nell’entità combinata, lasciando agli azionisti del Monte solo 0,8 miliardi di valore rispetto agli 1,5 miliardi di cui disporrebbero su base stand alone. La visibilità sulle sinergie, sostengono inoltre, è limitata dall’assenza di sovrapposizioni e di azioni di ristrutturazione”, scrive il quotidiano economico-finanziario con il report di Intesa Sanpaolo alla mano.
IL MESSAGGERO DI CALTAGIRONE GONGOLA PER LE SORTITE DI MINOZZI E GAVIO
Intanto i soci si stanno schierando: Romano Minozzi aderente al patto di consultazione (0,11%) appoggia l’Ops di Mps e il gruppo Gavio, anch’esso del patto, sta vendendo azioni e opzioni, sottolinea – gongolando – il quotidiano Il Messaggero del gruppo Caltagirone, azionista forte di Mps con Delfin in Mps, dopo l’ingresso nel capitale dell’istituto senese dopo la vendita di una parte delle azioni del Monte che erano detenute dal ministero dell’Economia, ancora primo azionista comunque di Mps.
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