IA, Pmi e PA italiane troppo lente: come invertire la rotta

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L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando il panorama economico globale, offrendo opportunità per innovazione e competitività.

In Italia, il potenziale di questa tecnologia è evidente, ma il percorso verso un’adozione diffusa incontra ancora numerosi ostacoli. In questo contesto, il gruppo di lavoro IA di Anitec-Assinform ha intrapreso un viaggio ambizioso per colmare il divario tra le promesse dell’IA e la realtà delle sue applicazioni nel settore produttivo italiano. Di seguito, esploriamo i risultati del loro impegno e le sfide che ancora permangono.

IA nel sistema produttivo: l’impegno Anitec-Assinform

Dal 2021, il gruppo di lavoro IA di Anitec-Assinform ha lavorato attivamente per promuovere la conoscenza e l’adozione dell’intelligenza artificiale nel sistema produttivo italiano.

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Questo impegno si è concretizzato nella realizzazione di tre white paper: Promuovere lo sviluppo e l’adozione dell’Intelligenza Artificiale a supporto della ripresa; L’IA a tre dimensioni: approfondimenti su policy, tecnologie ed esperienze aziendali e L’IA in azione. A questi si aggiungono il Manifesto per un uso consapevole dell’IA nelle imprese (AI Manifesto: cogliamo le opportunità, riduciamo i rischi) e il Roadshow per le PMI, realizzato in collaborazione con Piccola Industria Confindustria (IA e PMI: esperienze da un futuro presente) e il Blog IAgorà.

Il paper “Il mercato dell’IA in Italia”

Il 17 gennaio scorso abbiamo lanciato un nuovo progetto: la serie “Conoscere l’IA”, pensata per offrire approfondimenti sulle tendenze emergenti e le principali sfide del settore. Questa iniziativa ha preso il via con la pubblicazione del paper ”Il mercato dell’IA in Italia”.

Crediamo fermamente che la voce dell’industria ICT in Italia sia più forte se l’esperienza delle aziende che si confrontano quotidianamente con le sfide del mercato è supportata da dati ed evidenze empiriche, come quelle relative a mercato, investimenti e adozione della tecnologia. Questo è il fondamento del nostro nuovo progetto divulgativo.

Quanto vale l’IA in Italia?

Nel report “Il Mercato dell’IA in Italia” abbiamo evidenziato che nel 2024 il mercato dell’intelligenza artificiale ha raggiunto un valore di 909 milioni di euro, con una crescita del 34,8% rispetto al 2023. Guardando al futuro, si stima che il mercato continuerà a espandersi, raggiungendo 1,8 miliardi di euro entro il 2027.

Si osserva quindi una dinamica di “luci e ombre”. Come riportato da Istat, l’adozione dell’IA interessa principalmente le grandi imprese, che presentano un tasso di penetrazione del 32,5%, mentre le PMI sono ancora lontane dal raggiungere questi numeri, con solo il 7,7% che adotta queste tecnologie.

Settori trainanti e disparità nell’adozione

I settori che guidano l’adozione dell’intelligenza artificiale sono il bancario, con una spesa nel 2024 pari a 173,6 milioni di euro, e le telecomunicazioni, che seguono a 161,6 milioni di euro. Anche il comparto manifatturiero si sta distinguendo, utilizzando tecnologie avanzate come il machine learning e l’Internet of Things per migliorare la sostenibilità e la competitività, supportato anche dal piano Transizione 5.0.

Il divario infrastrutturale e formativo influisce sia sulle PMI sia sulla Pubblica Amministrazione, che rimane indietro rispetto agli altri settori, con investimenti limitati a 37,9 milioni di euro per la PA centrale e appena 12,6 milioni per quella locale.

Startup e opportunità nel futuro

Una attenzione particolare è stata destinata nel report al settore delle startup e PMI innovative, dove su 644 realtà del settore ICT analizzate, ben il 47% è specializzato in intelligenza artificiale e machine learning, con una forte concentrazione nelle città di Milano e Roma. Questo sottolinea il ruolo centrale dell’IA nel dinamico ecosistema delle startup italiane, mettendo in luce anche i problemi di scala che interessano i segmenti più innovativi del nostro sistema produttivo.

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L’importanza delle skills

Nelle conclusioni del nostro paper evidenziamo l’importanza delle skills. È essenziale che l’intelligenza artificiale diventi un elemento centrale del sistema educativo italiano, non limitandoci a formare specialisti, ma diffondendo competenze di base in modo capillare, promuovendo un uso responsabile delle tecnologie. Inoltre, è fondamentale valorizzare le eccellenze della ricerca presenti nel Paese, per potenziare il trasferimento tecnologico verso l’industria.

La capacità di calcolo

La capacità di calcolo è il secondo “ingrediente” dell’IA. È necessario garantire alle imprese l’accesso alle infrastrutture di calcolo avanzato con maggiori investimenti e politiche mirate a questo obiettivo.

Dal lato delle imprese, è cruciale comprendere che l’IA non è una semplice commodity. Ogni processo di adozione deve adattarsi alle caratteristiche specifiche delle aziende. L’AI Readiness – ovvero la preparazione delle organizzazioni a integrare l’IA – si sta affermando come un fattore decisivo per la competitività. Per le imprese, ciò implica non solo investimenti mirati, ma anche l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle strategie di ricerca e sviluppo. In questo contesto, le collaborazioni con università, enti di ricerca e startup, all’interno di un modello di open innovation, assumono un ruolo strategico.

Favorire l’adozione dell’IA nelle PMI

Il report mette in evidenza l’importanza di un approccio strategico che favorisca l’adozione dell’IA nelle PMI. In questo contesto, è essenziale che le policy dedichino supporto specifico alle PMI, aiutandole a identificare le proprie esigenze tecnologiche e accompagnandole nell’adozione delle innovazioni. I Digital Innovation Hub possono svolgere un ruolo cruciale in questo processo.

Conclusioni

L’intelligenza artificiale è una realtà concreta che sta già trasformando in modo profondo il panorama economico e industriale italiano, aprendo la strada a nuove opportunità di crescita e innovazione per il nostro Paese. Nonostante segnali di crescita incoraggianti, emergono criticità che richiedono interventi mirati.

L’Italia può emergere come protagonista nell’economia mondiale trasformata dall’IA, ma per farlo è importante far coincidere le nostre aree di eccellenza (sul manifatturiero, ma anche terziario avanzato, agricoltura e artigianato) con l’innovazione digitale. Superare le barriere esistenti attraverso una visione sistemica e un impegno congiunto tra pubblico e privato permetterà all’IA di diventare uno strumento al servizio della crescita, della competitività e della sostenibilità.



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