DeepSeek, l’app sparita dagli store italiani. OpenAi accusa: furto di proprietà intellettuale tramite «distillazione»

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La rimozione dagli store non motivata: l’ipotesi di una cautela dopo le richieste di chiarimenti chieste dal Garante Privacy. Anche David Sacks, lo «zar» della tecnologia di Trump accusa i cinesi di violazioni: «Ci sono prove evidenti». Intanto Alibaba rilancia: «Il nostro Qwen 2.5 superiore a tutti»

Dopo essere diventata un fenomeno mondiale, DeepSeek finisce ora sotto i riflettori di autorità e rivali nel campo dell’AI. In Italia l’app dell’azienda cinese è improvvisamente sparita dagli store online, sia l’App Store per iPhone che il Play Store di Google per Android. Su entrambi era l’app gratuita più scaricata. Al momento l’azione non è stata motivata. Un’ipotesi è che si tratti di un’azione difensiva della  stessa società cinese dopo l’intervento del Garante della Privacy. 
II Garante per la protezione dei dati personali, martedì pomeriggio, aveva infatti inviato una «richiesta di informazioni» a due società, Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, individuate come le entità che forniscono il servizio del chatbot. L’Autorità per la privacy, «considerato l’eventuale alto rischio per i dati di milioni di persone in Italia», ha chiesto quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina. Il Garante, inoltre, ha chiesto alle società che tipo di informazioni vengano utilizzate per addestrare il sistema di intelligenza artificiale e, nel caso in cui i dati personali siano raccolti attraverso attività di «web scraping», cioè di raccolta massiva, a strascico, sulla rete, di chiarire come gli utenti iscritti e quelli non iscritti al servizio siano stati o vengano informati sul trattamento dei loro dati. Le risposte dovranno essere fornite entro 20 giorni
Un’attività simile era stata portata avanti dal Garante italiano su ChatGpt nel marzo del 2023, un’istruttoria che aveva portato a uno stop temporaneo della piattaforma nel nostro Paese. Da notare però che, almeno al momento, DeepSeek rimane accessibile via web in Italia, tanto da pc quanto da mobile, anche se va a rilento e spesso genera messaggi di errore per sovraccarico dei server.

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OpenAi: ipotesi di furto di proprietà intellettuale

Intanto negli Stati Uniti, i funzionari dell’amministrazione Trump, i legislatori e gli esperti di sicurezza informatica stanno esprimendo preoccupazione per il fatto che la tecnologia possa rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale del Paese. La Marina Militare americana ha già vietato a tutti i suoi militari di utilizzare il chatbot. 
E OpenAI, forse l’azienda più colpita dall’apparizione improvvisa del concorrente cinese, accusa DeepSeek di aver utilizzato i propri modelli per aver sviluppato il suo sistema open-source, e solleva il sospetto di una potenziale violazione della proprietà intellettuale. L’azienda di Sam Altman ha rivelato al Financial Times di aver riscontrato alcune prove di «distillazione», che sospetta provengano da DeepSeek. Questa tecnica (ne abbiamo parlato qui) viene utilizzata dagli sviluppatori per ottenere prestazioni migliori su modelli più piccoli utilizzando i risultati di quelli più grandi e più capaci, consentendo loro di ottenere risultati simili su compiti specifici a un costo molto inferiore. La distillazione è una pratica comune nel settore, ma il timore riguarda il fatto che DeepSeek l’abbia fatto per costruire un proprio modello concorrente, violando così i termini di servizio di OpenAI. 
Le sue condizioni di servizio stabiliscono che gli utenti non possono «copiare» nessuno dei suoi servizi o «utilizzare l’output per sviluppare modelli in concorrenza con OpenAI». Secondo altre fonti interpellate dall’FT, l’anno scorso OpenAI e il suo partner Microsoft avevano indagato su account ritenuti di DeepSeek che utilizzavano l’interfaccia di programmazione delle applicazioni (API) di OpenAi e ne hanno bloccato l’accesso per sospetta distillazione. Sul tema è intervenuto martedì sera David Sacks, il tecno-investitore investito da Trump del ruolo di «zar» dell’intelligenza artificiale e delle criptomonete, che ha Fox News ha detto che ci sono prove dell’avvenuta «distillazione». «DeepSeek non ha fatto altro che distillare la conoscenza dai modelli OpenAi, e non credo che OpenAi ne sia molto felice», ha sostenuto l’imprenditore, indicato dal nuovo presidente Usa per guidare la commissione della Casa Bianca sulla tecnologia (il Pcast). «Nei prossimi anni le nostre principali aziende di intelligenza artificiale adotteranno misure per cercare di prevenire la distillazione».




















































Le indagini per la sicurezza nazionale

I funzionari statunitensi stanno anche valutando le implicazioni per la sicurezza nazionale dell’app cinese. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt: «Ho parlato con il Consiglio per la sicurezza nazionale questa mattina, stanno esaminando quali potrebbero essere le implicazioni per la sicurezza». Come anticipato, la Us Navy ha
inviato un’e-mail al proprio personale intimandogli di non utilizzare
l’app DeepSeek a causa di «potenziali problemi di sicurezza ed etici». 

Il rilancio di AliBaba con la sua Ai Qwen 2.5

Intanto dalla Cina arriva un rilancio: la società Alibaba ha rilasciato una nuova versione del suo modello di intelligenza artificiale, Qwen 2.5, che secondo l’azienda avrebbe superato nelle prove DeepSeek-V3. Come fa notare Reuters, si tratta di una tempistica insolita, dato che oggi è il primo giorno del capodanno lunare, giornata solitamente dedicata al riposo in Cina. Segno di un’importante pressione sul tema e non solo su suolo americano. Secondo un messaggio diffuso su WeChat (la piattaforma cinese di messaggistica) da Alibaba, la nuova versione di Qwen sarebbe «superiore come performance a GPT-4o, DeepSeek-V3 e Llama-3.1-405B».

Cos’è Janus-Pro-7B

Nel frattempo DeepSeek non si ferma. Gli sviluppatori, oltre all’AI conversazionale di cui tutti parlano, hanno lanciato su Hugging Face anche il modello per la generazione di immagini, chiamato Janus-Pro-7B.
Proprio come DeepSeek, l’AI è open-source, ciò significa che è resa pubblica e accessibile a chiunque, al punto che chi ne fosse in grado, può studiarla, modificarla e distribuirla, a patto che si rispetti la rispettiva licenza. «Janus» è stata progettata per comprendere e generare contenuti sia testuali sia visivi. Il modello utilizza una «architettura autoregressiva» ovvero separa l’elaborazione visiva per la comprensione e la generazione, al fine di migliorare l’efficienza in entrambe le attività.
L’AI si basa su 7 miliardi di parametri; Dall-E4 attualmente ne conta almeno 1,6 trilioni, ma al suo lancio, nel 2021, ne contava 12 miliardi. Nonostante questi numeri, sembrerebbe che Janus-Pro-7B abbia ottenuto punteggi superiori nei benchmark GenEval e DPG-Bench, che valutano la capacità dei modelli di seguire istruzioni testuali per generare immagini. L’obbietivo di questa AI è generare immagini più fedeli alla realtà. 

Come funziona 

Il suo aspetto rudimentale ricorda per certi versi una delle prime versioni dell’omologa Stable Diffusion, ma a differenza di questa, Janus-Pro-7B è già in grado di compiere diverse azioni; si tratta infatti di un modello multimodale. Nella parte superiore riesce a comprendere testi e immagini che andremo ad incollare nell’apposito spazio. Come suggerisce l’AI, può spiegare un meme, oppure convertire una formula matematica in codice Latex.  
Nella parte sottostante, si può invece procedere alla generazione di immagini tramite prompt. In questo caso le indicazioni ricordano un po’ le prime versioni di Midjourney. 
Ma come si comporta nella generazione vera e propria? Attualmente c’è un limite negli output: le immagini possono essere scaricate soltanto in formato quadrato nella risoluzione, limitata, di 768×768 pixel, in formato Webp.

La prova

Per testare e paragonare con le altre AI, abbiamo utilizzato uno dei prompt suggeriti da DeepSeek per ottenere una migliore immagine e l’abbiamo sottoposto anche a Midjourney e DallE di OpenAI. Ecco il prompt e subito sotto il risultato:

«A cute and adorable baby fox with big brown eyes, autumn leaves in the background enchanting,immortal,fluffy, shiny mane,Petals,fairyism,unreal engine 5 and Octane Render,highly detailed, photorealistic, cinematic, natural colors» 

Per valutare la resa di queste immagini, è necessario soffermarsi su due parole chiave nel prompt: photorealistic e natural colors. Se prendessimo in considerazione questi due elementi, vincerebbe come resa Janus-Pro-7B. Ma la vera sfida sarà se (oppure quando) saranno distribuite versioni più performanti della nuova AI cinese. Come con DeepSeek «testuale», la sfida è totalmente aperta. 

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29 gennaio 2025 ( modifica il 29 gennaio 2025 | 14:57)

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