WSJ / L’offerta a sorpresa di Mps per Mediobanca non convince gli investitori

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L’offerta di acquisto a sorpresa presentata venerdì 24 dalla Banca Monte dei Paschi di Siena per l’analoga Mediobanca ha ottenuto il sostegno del governo, ma finora non ha convinto gli investitori e gli analisti.

Il Consiglio di amministrazione di Mediobanca è riunito martedì 28 per valutare l’offerta non sollecitata. L’offerta è l’ultimo atto dell’ondata di consolidamento che sta investendo l’affollato settore bancario italiano. Il governo italiano è da tempo alla ricerca di un partner per il Monte dei Paschi, o Mps, conosciuto come la banca più antica del mondo, nel tentativo di riportare l’istituto di credito alla proprietà privata. Lo Stato ha salvato la banca nel 2009 e ne ha ripreso il controllo nel 2017, iniettando miliardi di euro nell’istituto.

Negli ultimi tre anni, sotto la guida dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio, Mps ha compiuto una svolta in un contesto di tassi di interesse più elevati. Questo le ha permesso di dichiarare il suo primo dividendo in più di un decennio, di raddoppiare il valore delle sue azioni nell’ultimo anno e di mettersi in posizione per lanciare un’offerta pubblica di scambio su un’azienda con una maggiore capitalizzazione di mercato.

Il consolidamento del settore bancario europeo

Il consolidamento si sta intensificando tra gli istituti di credito europei e nelle ultime settimane gli istituti di credito italiani hanno annunciato una serie di operazioni che potrebbero rimodellare il settore. Unicredit ha lanciato un’offerta di acquisizione per il suo concorrente Banco Bpm, che ha respinto l’approccio e sta cercando di acquistare l’asset manager Anima. Nel frattempo, la più piccola Banca Ifis ha presentato un’offerta per il prestatore di servizi speciali Illimity.

«Puntiamo a un nuovo campione nazionale», ha dichiarato Lovaglio. L’operazione combinerebbe il peso di Mediobanca nell’investment banking e nella gestione patrimoniale con la forza di Mps nel retail banking, creando un’istituzione finanziaria diversificata che sarebbe la terza in Italia per attività. La presenza di una terza banca italiana forte accanto a Intesa Sanpaolo e Unicredit è da tempo auspicata dal governo e il primo ministro Giorgia Meloni ha accolto con favore la notizia di una potenziale combinazione.

«L’operazione è stata inaspettata, dato che gli investitori ritenevano che Mps avrebbe giocato il ruolo di preda nel complicato scenario delle fusioni e acquisizioni in Italia», ha commentato Domenico Santoro, analista di Hsbc, in una nota ai clienti.

L’offerta di Mps per tutte le azioni valuta Mediobanca 13,3 miliardi di euro sulla base dei prezzi di chiusura dei due titoli giovedì 23, il giorno prima dell’annuncio dell’offerta. Ma il premio implicito del 5%, che gli analisti hanno definito modesto, è ora diventato negativo, poiché le azioni di Mediobanca sono salite dopo l’annuncio, mentre quelle di Mps sono scese parecchio.

Le difficoltà nel raggiungere le sinergie

Gli analisti sono scettici e ritengono che il rischio di esecuzione sia elevato. Hanno indicato i diversi modelli di business e le diverse culture aziendali delle banche, le difficoltà nel raggiungere le sinergie e le incognite politiche come ragioni per cui questa aggregazione potrebbe essere condannata fin dall’inizio.

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«La nostra prima impressione è che questa offerta abbia limitate possibilità di successo», ha dichiarato Hugo Cruz di Keefe, Bruyette & Woods in una nota ai clienti. L’integrazione strategica non è ovvia, hanno scritto Pamela Zuluaga e Alvaro Serrano di Morgan Stanley.

Diversi analisti vedono sinergie potenziali limitate, data la mancanza di sovrapposizioni. Qualsiasi sinergia sarebbe complessa da realizzare e limiterebbe i potenziali guadagni di efficienza, in particolare per quanto riguarda l’interruzione delle attività della banca d’investimento e delle divisioni di gestione patrimoniale di Mediobanca.

Inoltre, coniugare le differenze culturali delle banche non sarebbe un compito facile. «Vediamo difficoltà nel trattenere e inserire nuove professionalità all’interno del gruppo risultante, con il rischio di una diluizione delle specificità distintive di Mediobanca», hanno aggiunto gli analisti di Equita, Luigi de Bellis e Andrea Lisi.

Inoltre, mentre Mps ha dichiarato che una fusione potrebbe accelerare la generazione di capitale attraverso il riconoscimento di 2,9 miliardi di euro di attività fiscali differite, gli analisti di Morgan Stanley hanno osservato che i rischi di esecuzione potrebbero compromettere il pieno utilizzo di questa leva.

«Comprendiamo l’attrattiva di una base di ricavi più diversificata e di un’impronta più ampia e di una cristallizzazione materiale di [attività fiscali differite] per Mps, ma riteniamo che l’operazione comporti anche dei rischi per gli azionisti di Mediobanca», hanno scritto Marco Nicolai e Joseph Dickerson, analisti di Jefferies.

Manuela Meroni, analista di Intesa Sanpaolo, ha osservato che Mps ha la forza patrimoniale per migliorare l’offerta aggiungendo una componente in contanti da 1 miliardo di euro, pari a 1,2 euro per azione.

«Attendiamo la reazione del management di Mediobanca per avere una visione più chiara delle motivazioni e del rischio di esecuzione», ha commentato David Grinsztajn di AlphaValue.

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(Translated from the original version by Milano Finanza Editorial Staff)

MF+MIFI + The Wall Street Journal



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