Protesta ad Avellino per Sovranità Alimentare

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Un grido di allarme si è levato oggi pomeriggio dalle strade di Avellino, dove migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, artigiani e cittadini hanno preso parte alla mobilitazione unitaria indetta dal Comitato Agricoltori Avellinesi MVS. L’appuntamento, fissato presso il piazzale antistante lo Stadio Partenio Lombardi, ha dato il via a un corteo che ha attraversato il centro cittadino per concludersi con un presidio in Piazza Kennedy. 

L’iniziativa, nata dalla crescente preoccupazione per la crisi che sta investendo i settori agricolo e della pesca, ha voluto richiamare l’attenzione delle istituzioni su una situazione ormai ritenuta insostenibile. Al centro delle rivendicazioni, la richiesta di una Dichiarazione di Stato di Crisi SocioEconomica per il comparto agricolo e ittico, con l’adozione di misure straordinarie per salvaguardare le imprese produttive.

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Le richieste del settore sono chiare

Tra le proposte avanzate dai manifestanti, spiccano la moratoria e la ristrutturazione della debitoria di sistema, il blocco delle importazioni selvagge nei settori più esposti alla concorrenza sleale e al dumping, il potenziamento delle misure sul prezzo minimo garantito ai produttori e una maggiore trasparenza nei rapporti commerciali. Un’attenzione particolare è stata posta anche sulle emergenze ambientali, con la richiesta di un’azione coordinata contro fenomeni come siccità, alluvioni, invasione incontrollata di fauna selvatica e fitopatologie.

“La nostra agricoltura e la nostra pesca sono al collasso – hanno dichiarato dal Comitato Agricoltori MVS – Se le istituzioni non interverranno con provvedimenti concreti, rischiamo la chiusura di migliaia di aziende e la perdita definitiva della nostra sovranità alimentare”. 

“Dall’anno scorso non è cambiato nulla: stiamo protestando di nuovo per gli stessi diritti. Quest’anno, però, è avvenuto un fatto positivo: ci siamo uniti tutti insieme, tutti gli agricoltori d’Italia, per portare avanti un unico programma e un’unica idea. Stiamo cercando di raccogliere quante più istanze possibile da parte dei sindaci e delle istituzioni, e quest’anno vogliamo chiedere, in particolare, lo stato di crisi per l’agricoltura”, afferma Roberto Lauro. “Purtroppo, siamo ormai agli sgoccioli: molte aziende stanno chiudendo e, se non ci sarà una vera rivoluzione nel settore agricolo, saremo costretti a chiudere anche noi. La gestione della crisi è sempre più difficile: il problema dei cinghiali, che distruggono i nostri campi e raccolti, è in costante aumento. Inoltre, le importazioni dall’estero di materie agricole rendono i nostri prodotti sottovalutati e sottopagati, con gravi conseguenze per l’intero settore. Chiediamo quindi lo stato di crisi, che potrebbe consentire di modificare alcune regole e destinare fondi all’agricoltura italiana invece che all’estero, come purtroppo accade. I fondi europei ci sono, ma vengono impiegati fuori dall’Italia, e questo è inaccettabile. Per la prossima iniziativa, ci stiamo già organizzando. Dopo dodici mesi, siamo di nuovo qui: la Comunità Europea non sta aiutando l’Italia e noi non abbiamo intenzione di fermarci. Se l’anno scorso le nostre proteste potevano sembrare simboliche, quest’anno facciamo sul serio. Vogliamo che l’Italia ci supporti, perché senza agricoltura non si può vivere. L’agricoltura è fondamentale per tutti: viviamo tutti grazie ai suoi prodotti, e vogliamo che i nostri diritti siano rispettati”.

“La situazione attuale è insostenibile: la Comunità Europea ci sta lasciando soli, le aziende non riescono più a sopravvivere, la manodopera è difficile da trovare, e i cambiamenti climatici stanno danneggiando le nostre coltivazioni, come le nocciole, i castagni e molti altri prodotti tipici”, aggiunge Mauro Petrozziello. “L’agricoltura è la base della vita. Questa non è solo una protesta degli agricoltori: vogliamo coinvolgere tutto il popolo. Protestiamo e non molliamo, perché dall’agricoltura dipende il nostro benessere. Non vogliamo più prodotti dall’estero: vogliamo tutelare la nostra produzione locale. Dopo oggi, sicuramente organizzeremo altre manifestazioni. Entro la fine della settimana saremo ancora presenti, ad esempio in Piazza Libertà, e continueremo a far sentire la nostra voce. Questa non è una protesta solo per Avellino, ma per tutta l’Italia. Speriamo che qualcosa si muova presto”.

Oltre alle misure immediate, i manifestanti hanno chiesto l’avvio di una vera stagione di riforme strutturali per restituire dignità e sostenibilità a un settore vitale per l’economia italiana. 



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