La ricerca dell’Osservatorio Agenda del Politecnico di Milano dimostra come l’Italia ha già completato 69 dei 172 progetti ma restiamo 19esimi su 27 Paesi per maturità digitale
Il nostro Paese ha già raggiunto 69 dei 172 traguardi sulla digitalizzazione previsti dal Pnrr a fronte di 48 miliardi di euro di risorse ricevuti nell’ambito del Next Generation EU. Eppure l’Italia resta ancora al 19esimo posto su 27 Paesi europei negli indicatori della Digital Decade 2030 e restano forti i divari tra le Regioni. «Nell’Agenda Digitale italiana, è arrivato il momento di passare dalla semina al raccolto». È questa la conclusione a cui è giunta la ricerca dell’Osservatorio Agenda del Politecnico di Milano, presentata martedì al convegno “Italia digitale: dalla semina al raccolto”. Si tratta di uno degli oltre 50 Osservatori Digital Innovation della POLIMI School of Management (www.osservatori.net) che affrontano tutti i temi chiave dell’innovazione digitale nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.
I fondi per la PA
Ricordiamo che dei 194 miliardi complessivamente disponibili e da spendere entro giugno 2026, il Pnrr italiano dedica al digitale un’intera missione da 40 miliardi di euro, a cui si sommano le iniziative di digitalizzazione nelle altre 6, per un totale di 48 miliardi. Le risorse – ricorda l’Osservatorio – sono state ben gestite tanto che siamo tra i Paesi più avanti in Europa nella realizzazione della trasformazione digitale prevista avendo già centrato il 40% degli obiettivi concordati con la Commissione Europea. Solo Francia (67%) e Danimarca (47%) fanno meglio di noi. La Pubblica amministrazione ha ricevuto almeno il 60% delle risorse anche perché l’Italia sta cercando di adottare un modello “Government as a Platform” per lo sviluppo e l’erogazione di servizi pubblici digitali. Il Fascicolo sanitario elettronico, ricorda la ricerca, è attivo in tutte le Regioni, anche se non ancora completamente operativo e interoperabile: a oggi 21 milioni di italiani hanno almeno un documento pubblicato nel loro Fse, ma solo il 40% degli assistiti ha espresso consenso alla consultazione dei documenti da medici ed operatori del SSN.
Bene PagoPA e l’identità digitali
Tra le piattaforme, pagoPA vede oltre 16.000 PA aderenti, superando in anticipo il target Pnrr (14.100 entro fine giugno 2026), 400 prestatori di servizi di pagamento per 420 milioni di pagamenti digitali realizzati, transando oltre 300 miliardi di euro. L’App IO è stata scaricata da oltre 42 milioni di italiani e 15mila PA offrono più di 335mila servizi, prevalentemente di notifica e gestione pagamenti. Spid è nelle mani di 39 milioni di italiani e usato oltre un miliardo di volte l’anno. Le carte d’identità elettroniche sono oltre 49 milioni e 6 milioni di italiani hanno usato CieID. Gli obiettivi Pnrr sull’identità digitale sono già stati raggiunti e il Governo ha rilasciato una prima versione dell’IT Wallet. A SEND (che permette l’invio di notifiche con valore legale in modo digitale) hanno aderito 4.000 PA e il target di oltre 6.400 entro giugno 2026 è raggiungibile. 11 milioni di notifiche sono già state gestite dalla piattaforma, di cui quasi 2 milioni inviate esclusivamente in digitale.
Nelle infrastrutture, oltre 100 tra PA centrali, ASL e Aziende Ospedaliere hanno migrato dati e applicativi al Polo Strategico Nazionale, che ospiterà dati e servizi critici e strategici. Procede speditamente anche la migrazione al cloud di Comuni, Scuole e ASL/AO “guidata” dal Dipartimento di Trasformazione Digitale: oltre 20.000 enti hanno presentato piani di migrazione e oltre 4.000 li hanno già terminati a settembre 2024. Il target di 12.464 enti migrati entro giugno 2026 è anche in questo caso alla nostra portata.
Divario geografico e dimensionale
Nonostante questi sforzi, l’Italia continua apparentemente ad attestarsi nella parte bassa del ranking dei Paesi più digitalizzati: negli ultimi indicatori della Digital Decade 2030 (il quadro strategico che guiderà le azioni della Commissione europea) siamo 19esimi su 27 Paesi europei, perdendo 3 posizioni rispetto all’anno precedente. Ma tutti gli indicatori di Digital Decade si basano su dati raccolti a fine 2023. Inoltre, gli indicatori soffrono di diversi limiti, tra cui completezza, rappresentatività, impossibilità di raggiungere alcuni dei target fissati. Per un quadro più preciso, l’Osservatorio ha calcolato un indice di digitalizzazione di Regioni e Province Autonome italiane, da cui emergono il forte divario interno di digitalizzazione tra le Regioni del Centro-Nord e quelle del Mezzogiorno. Un divario che emerge valutando la maturità digitale dei Comuni che, pur dispondendo di software a supporto di quasi tutti i processi chiave di back-office, sono ancora fortemente immaturi nei processi di gestione e valorizzazione dei dati e nella governance della trasformazione digitale. Un’immaturità digitale che l’Osservatorio evidenzia sia a livello geografico sia dimensionale.
Infine, per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale nella PA, sono oltre 1.250 i progetti censiti a livello internazionale dall’Osservatorio nel 2024. Ma degli oltre 130 avviati nel 2024, 41 sono solo semplici annunci a cui non è ancora seguita una vera e propria applicazione e 44 sono in fase di Proof of Concept con l’obiettivo di testarne la fattibilità e dimostrare l’adeguatezza. Solo 52 sono pienamente operativi, con benefici per dipendenti pubblici, cittadini o imprese.
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