Nuovo Giornale Nazionale – L’AFFAIRE ALMASRI: DILETTANTI ALLO SBARAGLIO

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Il cavillo giuridico che ha portato alla scarcerazione di Almasri si trova contenuto nel relativo documento che l’ha disposta nel quale si legge testualmente che “(omissis)nell’art. 2, comma 1, della stessa Legge 237/2012, secondo il quale “I rapporti tra lo Stato italiano e la Corte penale internazionale sono curati in via esclusiva dal Ministro della Giustizia, al quale compete di ricevere le richieste provenienti dalla Corte e di darvi seguito.”

Dalle considerazioni sopra riportate e dal commento che segue nella ordinanza di scarcerazione redatta dai giudici della competente Corte d’Appello di Roma si evince agevolmente che, nella fattispecie l’arresto è stato, invece, eseguito adottando la procedura “d’iniziativa” della polizia giudiziaria, prevista dall’art. 716 c.p.p. ma non dalla normativa prevista nella fattispecie”.

In altri termini nessuna congiura contro l’Italia come ipotizzato da qualcuno che ha adombrato la cosa per cercare di trovare una giustificazione al tutto, nessuna congiura volta a scaricare la patata bollente all’Italia perché alla fine l’increscioso episodio é stato generato da un errore procedurale della polizia giudiziaria che ha operato di iniziativa laddove non era previsto.

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Molto probabilmente se si fossero attenuti alla procedura avrebbero ottenuto un deciso parere contrario ed Almasri avrebbe potuto continuare il suo viaggio in Europa indisturbato.

Comunque sia il personaggio in questione è ben descritto in articolo intitolato “Chi è Almasri, torturatore ricercato dalla Corte penale internazionale che l’Italia ha liberato” il cui, alquanto significativo sottotitolo, recita:

“Considerato colpevole di crimini contro l’umanità. Per la sua liberazione, le opposizioni sospettano un “regalo” del governo alla Libia con cui l’Italia sta negoziando da anni, da quando è stato firmato un Memorandum con il governo Gentiloni”.

Di seguito riportiamo le parole con cui il Ministro dell’Interno italiano ha riferito al Parlamento:

“Lo scorso 19 gennaio, il cittadino libico Almasri, da poco arrivato a Torino dopo essere stato nei giorni precedenti in altri Paesi europei, è stato sottoposto all’esecuzione del mandato d’arresto internazionale a fini di estradizione, emesso il giorno precedente dalla Corte Penale Internazionale.

A seguito della mancata convalida dell’arresto da parte della Corte d’appello di Roma, considerato che il cittadino libico era ‘a piede libero’ in Italia e presentava un profilo di pericolosità sociale, ho adottato un provvedimento di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato.

L’espulsione è stata individuata quale misura in quel momento più appropriata a salvaguardare la sicurezza dello Stato e la tutela dell’ordine pubblico che il Governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente ad ogni profilo di tutela dell’interesse nazionale”

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THE ALMASRI AFFAIRE: AMATEURS ON THE ROPES!

The legal loophole that led to his release is found contained in the relevant document that ordered it in which we read verbatim that “(omissis)in art. 2, paragraph 1, of the same Law 237/2012, according to which “The relations between the Italian State and the International Criminal Court are taken care of exclusively by the Minister of Justice, who is responsible for receiving requests coming from the Court and following them up.”

From the above considerations and the commentary that follows in the release order drafted by the judges of the competent Court of Appeals of Rome, it is easy to see that, in the case in point, the arrest was, instead, carried out by adopting the “initiative” procedure of the judicial police, provided for by Article 716 of the Code of Criminal Procedure but not by the regulations provided for in this case.”

In other words, no conspiracy against Italy as hypothesized by some who have adumbrated the matter to try to find a justification for it all, no conspiracy aimed at dumping the hot potato on Italy because in the end the unfortunate episode was generated by a procedural error of the judicial police who operated on their own initiative where it was not provided for.

Most likely if they had followed procedure they would have obtained a decisive contrary opinion and Almasri would have been able to continue his trip to Europe undisturbed.

Be that as it may, the character in question is well described in article titled “Who is Almasri, torturer wanted by the International Criminal Court whom Italy freed,” whose, somewhat telling subtitle reads:

“Considered guilty of crimes against humanity. For his release, oppositions suspect a government “gift” to Libya with which Italy has been negotiating for years, since a Memorandum was signed with the Gentiloni government.”

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The following are just the words in which the Italian Minister of the Interior reported this to Parliament:

“Last January 19, Libyan citizen Almasri, who had recently arrived in Turin after having been in other European countries in previous days, was subjected to the execution of an international arrest warrant for extradition purposes issued the previous day by the International Criminal Court.

Following the failure of the Rome Court of Appeals to validate the arrest, considering that the Libyan national was ‘at large’ in Italy and presented a profile of social dangerousness, I adopted an expulsion order for reasons of state security.

Expulsion was identified as the most appropriate measure at that time to safeguard the security of the state and the protection of public order, which the government always places at the center of its action, together with every profile of protection of the national interest.”

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