La Gumina e Quagliata: ripartenza felice con Cesena e Catanzaro

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I due siciliani presi come rinforzi da Cesena e Catanzaro si sono subito fatti valere a suon di gol e assist

Oscar Maresca

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Sono palermitani, entrambi hanno cambiato maglia a gennaio e nell’ultimo weekend di campionato si sono presi la scena tra gol e assist. Un rigore di Antonino La Gumina all’85’ ha salvato il Cesena di Mignani – rimasto in dieci nel primo tempo – contro il Bari. L’ex Sampdoria è entrato nella ripresa al posto di Shpendi, si è guadagnato il penalty e dal dischetto ha realizzato la sua prima rete stagionale: in B non segnava addirittura da un anno e mezzo. In blucerchiato ha avuto poco spazio, appena tre partite da titolare fino a dicembre. Cercava una nuova sfida per ricominciare: “Ho sentito la mancanza delle reti – ha spiegato dopo la gara – per un attaccante è vita. Quando capitano periodi complicati, l’importante è lavorare bene per arrivare agli obiettivi che si vogliono raggiungere”. Quello dei bianconeri sono i playoff, La Gumina lo sa ed è pronto ad aiutare i compagni. Così come ha fatto Giacomo Quagliata, nuovo rinforzo del Catanzaro. Contro il Brescia dal suo sinistro sono partiti ben tre assist. Risultato? Tre a due per la squadra di Caserta, colpo di testa decisivo di Bonini al 97’. Ma senza i cross dell’esterno ex Cremonese nulla sarebbe stato possibile. 

cuore rosanero

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La Gumina è un palermitano doc. Con i rosanero ha cominciato tra i Pulcini nel 2006, quando aveva appena 10 anni. Sognava di giocare in A e ci è arrivato: il 4 aprile 2015 ha debuttato al Barbera contro il Milan. Quella data ce l’ha tatuata sulla pelle. Insieme all’aquila, disegnata sul collo, simbolo della sua squadra del cuore. Nella scuola calcio di Capaci da cui è partito segnava così tanto che i compagni non gli passavano più il pallone. Lui allora indietreggiava, si piazzava davanti al portiere e dribblava tutti fino ad arrivare in porta. Al primo provino con il Palermo impressionò gli scout: “Chi è il biondino di Capaci?”, chiesero. Era il piccolo Nino. Nel 2016 ha segnato 23 gol in 21 partite con la Primavera, al Viareggio è stato premiato miglior marcatore e “golden boy” del torneo. Qualcuno aveva azzardato pure il paragone: “È il nuovo Dybala”. Troppe pressioni. L’attaccante classe ’96 chiuderà quell’anno con appena 4 presenze in A, prima di essere girato in prestito alla Ternana. In Sicilia ci è tornato un anno dopo, stavolta in B: 11 reti in 33 presenze. E la promozione soltanto sfiorata nella finale playoff persa con il Frosinone. Poi le nuove sfide con Empoli e Sampdoria, prima delle parentesi tra Como e Benevento. Lo scorso gennaio si è trasferito al Mirandes in Liga 2 spagnola: 16 gare e un solo centro. Con i blucerchiati qualcosa aveva iniziato a non funzionare. Al Cesena invece si è subito sbloccato. In questi mesi proverà a staccarsi finalmente ogni etichetta. I gol lo aiuteranno. 

dai dilettanti all’eredivisie

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Saldo e stralcio

 

Giacomo Quagliata la maglia del Palermo non l’ha mai indossata. Quella rosanero però sì. Erano i colori sociali della Polisportiva Calcio Sicilia, il piccolo club del capoluogo siciliano con cui ha cominciato a giocare. Passato nelle giovanili della Pro Vercelli, il classe 2000 è partito dai dilettanti: in D ha vestito le maglie di Latina e Bari. Il boom però è arrivato in Eredivisie con l’Heracles. Gli scout olandesi lo hanno notato quando cercavano il sostituto di Czyborra, poi finito all’Atalanta: “’All’inizio non è stato facile. Ho cambiato totalmente stile di vita – ha raccontato il giocatore – dopo un po’ ho cominciato a parlare inglese, a capire le dinamiche della città, gli orari. In Olanda gli attaccanti sono veramente forti, la qualità è alta e può capitare di tutto, sono partite imprevedibili”. Due anni fa il c.t. Nicolato lo ha pure convocato con l’Italia U21: per lui cinque presenze e una rete. Con la Cremonese ha debuttato in Serie A e dopo tre stagioni ha scelto di andare via, almeno fino a giugno. In Calabria ha già dimostrato di poter fare la differenza servendo tre assist perfetti. Da Palermo ad Almelo, nei Paesi Bassi, fino a Catanzaro. Il viaggio di Quagliata è ancora lungo.





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