«In FdI ho pochi amici, ma La Russa non mi molla. Non penso a dimettermi»

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«Quello che avevo da dire l’ho già detto». Eppure qualche sassolino alla fine se lo toglie, Daniela Santanchè, in una pausa sigaretta con vista sul Mar Rosso, le casse che sparano Andrea Bocelli e Ana Mena. Occhialoni da sole, cintura texana e cappellino della Marina: la titolare del Turismo stringe mani al Villaggio Italia, allestito lungo la banchina dello Yacht club di Gedda. Come va ministra? «Bene, benissimo», risponde a chiunque glielo domandi la “Pitonessa” di Fratelli d’Italia, nonostante da pezzi del suo partito continui sottotraccia il pressing per le sue dimissioni dal governo. «E chissenefrega, pazienza», replica lei: «Io non faccio nessun passo indietro. FdI è un partito garantista, mi stupirei se qualcuno chiedesse le mie dimissioni».

Il confronto

A pesare però c’è soprattutto il giudizio della premier, che aveva parlato di una «riflessione» da fare. «Le parole di Meloni vanno ascoltate, non interpretate», replica “Dani”. Che però una stoccata alla presidente del Consiglio la rivolge. Perché tre giorni fa, dalla “perla del Mar Rosso” dov’era in missione, Meloni – pur escludendo che al rinvio a giudizio per falso in bilancio dovesse seguire un addio – non solo non aveva preso le difese della sua ministra. Ma aveva palesato tutti i suoi dubbi: bisogna capire «quanto questo impatti sul suo lavoro», aveva detto, un punto su cui «non ho le idee chiare». Serve una valutazione, insomma? «Questa è un’idea del presidente», premette l’ex socia del Twiga. «Ma magari l’impatto sul mio lavoro lo valuto io», risponde. Una sfida? «Non c’è nessuno che dica che io non lavoro come ministra. Nessuno mi ha detto che sono assente, nessuno mi attacca sul mio lavoro. In due anni e mezzo abbiamo già attuato tutto il programma di governo sul turismo», scandisce: «Tutto». E «L’ha detto anche il presidente del Consiglio che svolgo il mio lavoro ottimamente».

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Con Meloni nei prossimi giorni «ci vedremo, certo, ci vediamo sempre ai consigli dei ministri», in un clima «sereno» e di «collaborazione». Eppure non è solo la premier a nutrire dubbi sul fatto che sia opportuno restare. Da via della Scrofa da giorni trapela perplessità. A tratti, irritazione. Santanchè lo sa ma non se ne cura. «Chissenefrega, pazienza», alza le spalle sorridendo. «Sono quello che sono, nel bene e nel male». Così come non le interessa di rispondere a chi la dipinge come ormai isolata nel suo stesso partito. «Io non mi sento mai lasciata sola. Perché è tutta la vita che conto solo su me stessa», rivendica.

Il tono è fiero, sicuro, anche se traspare l’amarezza. Perché «se si vuole cambiare il diritto, e dire che uno è già colpevole al rinvio a giudizio, si accomodino». Il messaggio è rivolto agli esponenti di FdI. «Un partito garantista», sottolinea Santanchè. «Se qualcuno al suo interno chiedesse le dimissioni per un rinvio a giudizio sarebbe una sorpresa». E così «vado avanti, guardo alle cose che devo fare». L’agenda è piena: «Oggi qui, domani a Riad, poi di nuovo a Gedda. Non c’è un’associazione di categoria che si lamenti» di ciò che fa e di come lo fa, ribadisce la titolare del Turismo. Consapevole che ormai può contare su pochi sostenitori. E che molti – c’è chi dice anche per scaramucce di potere tutte interne alle file meloniane – aspettano la prossima, possibile tegola.

Santanchè: «Non mi dimetto e vado avanti». La ministra del turismo visita l’Amerigo Vespucci a Gedda

La road map

Mercoledì si deciderà se un’altra indagine che la riguarda, l’accusa di truffa aggravata all’Inps per l’uso della cassa Covid, ben più pesante dal punto di vista politico rispetto al presunto falso in bilancio, resterà a Milano o passerà alla competenza della procura della Capitale. Nel primo caso, l’udienza preliminare si concluderà nel giro di due mesi, a fine marzo, quando potrebbe scattare un nuovo rinvio a giudizio legato ancora a Visibilia. «Se ho visto l’ultima puntata di Report? No», ride: «Si sono dette tante cose, ma oggi è una società pulita come ce ne sono poche in Italia». Se il caso passerà a Roma Santanchè potrebbe guadagnare tempo. E pazienza se da FdI qualcuno sosteneva che «la sua permanenza al governo è una vicenda con un esito già scritto». Per questo era stata attivata la moral suasion del presidente del Senato, Ignazio La Russa, per convincerla al passo indietro. «In politica è molto difficile avere amici, io ne ho molto pochi», constata la ministra. «Ma una cosa è certa: La Russa non mi abbandonerà mai». Perché con lui «ho un rapporto umano, oltre la politica». E amici «lo siamo, lo siamo stati, e lo saremo nei secoli. Come i carabinieri», chiosa la “Pitonessa”. Pronta, come sempre, a colpire la prossima preda.

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