Il ministro degli Esteri turco Fidan in Arabia Saudita per rafforzare legami e coordinamento nella regione

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Il ministro degli Esteri della Turchia, Hakan Fidan, si è recato in visita a Riad, in Arabia Saudita, con l’obiettivo di consolidare le relazioni bilaterali, ma anche per rafforzare il coordinamento a livello regionale alla luce degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza e in Siria. Temi che, come riportato dalla stampa turca, sono stati al centro di un incontro tra Fidan e l’omologo saudita, Faisal bin Farhan. Le parti, infatti, hanno discusso delle modalità per sviluppare ulteriormente i legami in vari settori – che lo scorso anno hanno contribuito a portare gli scambi commerciali a circa 8 miliardi di dollari – e si sono confrontati sulla situazione nella regione e a livello internazionale. Fidan si era già recato in Arabia Saudita lo scorso 12 gennaio per una riunione ministeriale sulla Siria insieme a rappresentanti di Bahrein, Egitto, Francia, Germania, Iraq, Italia, Kuwait, Giordania, Libano, Oman, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti, Unione europea, Lega araba e Nazioni Unite. Il ministro saudita Bin Farhan aveva invece visitato la Turchia lo scorso luglio.

Prima della visita di oggi a Riad, fonti diplomatiche citate dall’agenzia di stampa turca “Anadolu” avevano anticipato che Fidan avrebbe sottolineato durante i suoi incontri nel Regno l’importante ruolo del Consiglio di coordinamento turco-saudita, istituito nel 2016 e la cui prima riunione è stata ospitata ad Ankara nel febbraio 2017. L’obiettivo del Consiglio è quello di esaminare nel dettaglio la cooperazione bilaterale in tutte le sue dimensioni. La prossima riunione si terrà a Riad sotto la presidenza dei ministri degli Esteri dei due Paesi, ma la data è ancora da definire. Secondo le stesse fonti, Fidan si è recato a Riad anche per ribadire l’importanza che Ankara attribuisce alla cooperazione con l’Arabia Saudita negli sforzi volti alla revoca delle sanzioni internazionali contro la Siria, e all’aumento della pressione su Israele da parte della comunità internazionale per rendere permanente il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, nonché per raggiungere la soluzione dei due Stati. A questo riguardo, negli ultimi mesi Ankara e Riad hanno tenuto uno stretto dialogo, anche nel quadro del gruppo di contatto su Gaza dell’Organizzazione per la cooperazione islamica e della Lega araba.

In un’intervista rilasciata questa settimana all’emittente saudita “Asharq”, Fidan ha dichiarato che la Turchia e l’Arabia Saudita “hanno fino ad oggi lavorato bene e continueranno a lavorare insieme”. Inoltre, ha elogiato lo “straordinario coordinamento” tra i due Paesi nel contesto della crisi a Gaza e della Siria. In merito alla nuova amministrazione siriana, Fidan ha spiegato che Ankara e Riad “non hanno differenze in termini di ciò che ci si aspetta” e “non ci sono divergenze o differenze di opinione”. Ribadendo la posizione della Turchia secondo cui in Siria non dovrebbe esserci più spazio per il terrorismo – in riferimento allo Stato islamico (Is) e ai gruppi militari curdi – Fidan ha espresso l’auspicio che le fazioni armate si possano unire in un solo esercito legittimo, sotto l’egida statale. “Ci stiamo concentrando su ciò che può essere fatto insieme alla Lega araba, ai Paesi del Golfo, all’Organizzazione per la cooperazione islamica, all’Ue, agli Stati Uniti e ad altre organizzazioni regionali e internazionali per la ricostruzione della Siria”, ha inoltre affermato il ministro turco, sottolineando come la leadership siriana post-Assad sia alla ricerca di un coordinamento non solo con Ankara, ma con tutti i Paesi. “Gli sforzi della Turchia, come quelli compiuti insieme ai nostri partner internazionali, daranno i loro frutti. Ce lo auguriamo”, ha detto Fidan. E in questo quadro, ha evidenziato il ministro turco, rimane “essenziale continuare a promuovere i rapporti tra Turchia e Arabia Saudita”, che sono due “Paesi fratelli”.

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In generale, la Turchia e l’Arabia Saudita hanno confermato di voler rafforzare ulteriormente le relazioni sotto un aspetto multidimensionale. Secondo “Anadolu”, attualmente le imprese turche hanno in attivo oltre 400 progetti nel Regno saudita. Inoltre, lo sviluppo dell’industria della difesa della Turchia sta attirando in particolare l’attenzione di Riad. Stando a un rapporto ripreso dal quotidiano turco “Daily Sabah”, la Turchia sarebbe orientata a finalizzare un accordo nell’ambito della difesa da 6 miliardi di dollari con l’Arabia Saudita – uno dei maggiori importatori di armi al mondo -, relativo a navi da guerra, carri armati e sistemi missilistici. La potenziale intesa potrebbe anche coinvolgere Riad nel programma di sviluppo di aerei da combattimento della Turchia.

L’accordo potrebbe essere annunciato a marzo prossimo, quando, secondo indiscrezioni dei media turchi, il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, potrebbe recarsi in Arabia Saudita. Già nel luglio 2023, in occasione di una visita di Erdogan a Riad, erano stati siglati cinque accordi sulla cooperazione in vari campi. Il più rilevante riguarda l’esportazione di droni di fabbricazione turca Baykar nel Regno. L’amministratore delegato di Baykar, Haluk Bayraktar, aveva celebrato l’accordo definendolo “il maggiore contratto di esportazione nel settore della Difesa nella storia della Repubblica turca”. Secondo il rapporto citato da “Daily Sabah”, lo stesso accordo potrebbe essere prossimamente esteso anche al carro armato Altay e a sistemi di difesa missilistica. Secondo i dati ufficiali, le esportazioni di prodotti per la difesa della Turchia sono aumentate di quasi il 30 per cento su base annua, raggiungendo un nuovo record di 7,2 miliardi di dollari nel 2024.

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