Ater Umbria, così come le altre aziende casa italiane è stata protagonista negli anni di un riposizionamento strategico caratterizzato da una evoluzione della propria missione, trasformandosi gradualmente da puro ente di gestione del patrimonio, a gestore di servizi per l’abitare al confine con il mondo welfare, per fornire risposte efficaci a nuclei in condizione di bisogno abitativo e in condizioni socioeconomiche talvolta fragili, mantenendo al contempo un equilibrio economico-finanziario.
Allo scopo di divulgare la componente economica e sociale del valore generato dall’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale della Regione Umbria, è stato sviluppato un progetto di ricerca con SDA Bocconi dal titolo: “Il valore generato da Ater Umbria: una prospettiva integrata”. I risultati sono stati presentati nel corso di un convegno presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, dell’Università degli Studi di Perugia, nel Complesso Monumentale di San Pietro. Si è trattato di un’importante occasione di dialogo aperto e di confronto, per tracciare ulteriori e nuove direttrici di sviluppo e di collaborazione per la filiera di attori istituzionali coinvolti nelle politiche dell’abitare, rappresentando un’opportunità di particolare rilevanza per costruire insieme una strategia territoriale di risposta al bisogno abitativo.
Ater Umbria si è evoluta da ente di gestione del patrimonio immobiliare a fornitore di servizi abitativi e sociali. La sua missione attuale è rispondere al bisogno abitativo delle fasce vulnerabili, garantendo al contempo la sostenibilità economica.
Per il presidente di Ater, Emiliano Napoletti: “Il lavoro che è stato fatto è stato segnato da molti passaggi importanti. Oggi vogliamo ricordare che tutto quello che è stato fatto è stato nell’ottica di generare valore pubblico, in un settore dove solo il pubblico può dare un contributo di natura inestimabile. Senza una rete di soggetti pubblici che si facciano carico del tema della politica abitativa, in una declinazione contemporanea, cioè con grande attenzione all’impatto sociale che questa attività ha, è impossibile pensare che ci possa essere un’alternativa. E’ una missione pubblica che nel pubblico deve rimanere e deve essere sviluppata. In questi anni abbiamo fatto anche attività di natura più classica, di costruzione, di realizzazioni, ma queste realizzazioni, queste costruzioni, di mutevole impatto per la nostra regione, dovranno essere valorizzate nella gestione e negli aspetti aspetti sociali delle politiche abitative. La sfida è quella di portare avanti una missione con la percezione che il ruolo di Ater nella gestione della casa è in qualche modo sempre più pregnante. La casa non è esclusivamente un involucro, ma è un punto di riferimento che consente alle persone di avere sicurezza, dignità e prima di tutto un’ occasione di inserimento in un tessuto cruciale, vitale e prolifico”.
Per l’assessora del Comune di Perugia, Costanza Spera, “Il rapporto che lega il Comune di Perugia e Ater Umbria è fondamentale. Per noi il tema della casa è il tema del futuro e purtroppo anche del presente. Anche noi siamo sempre davanti a cittadini che hanno questo bisogno, questa necessità quotidiana. Lavorare in energia tra enti significa dare risposte celeri, capaci di rispondere alle nuove necessità e fenomeni che si stanno verificando sul territorio. Significa poter garantire delle risposte efficaci ed efficienti ad una cittadinanza che ha il diritto di poter esigere il proprio diritto ad abitare e di conseguenza crediamo che sia davvero fondamentale poter collaborare al meglio possibile per il bene dei nostri cittadini, ma in generale nella nostra visione, crediamo che lavorare in sinergia, sia proprio la chiave di lettura giusta per poter innescare sinergie positive per la nostra città”.
“La collaborazione con Ater è importantissima. La nostra città dà una rilevanza all’edilizia pubblica molto importante, in quanto nel corso degli anni si è sviluppato un numero, sia per quantità che per qualità, di case di Ers, molto rilevante – ha sotenuto l’assessore del Comune di Terni, Giovanni Maggi – Per noi la collaborazione con Ater è fondamentale, sia per le condizioni generali di gestione, sia per gli interventi di carattere particolare. Ater non è più un semplice Istituto che gestisce edifici pubblici, ma un Ente che guarda anche all’aspetto economico e gestionale, senza però assolutamente perdere di vista l’aspetto sociale che è fondamentale per la gestione dell’edilizia pubblica”
“Siamo molto contenti di questa ricerca che rappresenta il punto di arrivo di un lavoro che è durato un anno e che offre la possibilità di raccontare il valore generato da Ater Umbria, che non è soltanto economico e finanziario, ma per il territorio e per gli inquilini. Questa ricerca ha due elementi importanti: il primo è quello di rendere tangibile questo valore, e quindi di dare informazioni importanti anche al territorio, e la seconda è di metodo, perché quello seguito da Ater Umbria può essere seguito anche in altri contesti ed è rilevante anche per gli altri attori istituzionali che collaborano per le politiche della casa in questa regione”. Così la professoressa Emanuela Saporoti che ha coordinato la ricerca.
Nel corso dell’evento sono stati presentati i risultati della ricerca e approfonditi, con tutti i soggetti attivi, i temi legati al fabbisogno abitativo sociale e alla capacità del sistema pubblico nel suo complesso, di rispondere alle esigenze emergenti dell’utenza.
Il progetto si è sviluppato attraverso un percorso partecipato, con l’attivazione di un processo di ascolto degli stakeholder di Ater, inclusi gli inquilini e gli organi di governo del territorio. E’ nato dalla necessità di introdurre e rafforzare pratiche e strumenti per monitorare e comunicare il valore sociale generato per gli inquilini e per il territorio attraverso l’erogazione di servizi abitativi e/o a collegare le risorse impiegate ai risultati sociali raggiunti, in modo da rappresentare e misurare il valore sociale, economico e abitativo prodotto dall’ente.
L’indagine è partita dunque dal basso, utilizzando metodi qualitativi e quantitativi, tra cui cinque focus group con 42 partecipanti, un questionario somministrato a 406 persone e l’analisi dei dati per valutare il valore generato nei tre livelli d’impatto: il territorio, gli attori della rete istituzionale e gli inquilini.
Gli elementi di valori riconosciuti sono: la risposta al bisogno abitativo, il sostegno allo sviluppo economico del territorio, l’attrazione e la buona gestione delle risorse pubbliche; il contributo alla sostenibilità economica e sociale dei Comuni, la funzione di abilitazione dell’operato del terzo settore, la gestione attiva del patrimonio abitativo regionale come leva di protezione sociale; la sicurezza abitativa, inclusione sociale, senso di appartenenza e radicamento.
Il progetto ha dimostrato l’importanza di strumenti di monitoraggio per rappresentare la multidimensionalità del valore generato da Ater, fondamentale il ruolo della cooperazione tra ricerca e pratica per affrontare le sfide sociali ed economiche.
Tra i dati che emergono dalla ricerca, i 50 milioni di euro banditi per lavori nel 2023, i 13,7 mesi per la riassegnazione degli alloggi a fronte di una media nazionale di 18 mesi, ma anche 2,4 milioni di euro fatti risparmiare ai Comuni umbri con procedure di rientro invece degli sfratti. Un dato che si traduce in minore tensione sociale ed eventuali spese per le amministrazioni per poter aiutare le famigliel.
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