Una nuova fase per l’Università della Basilicata si delinea attraverso due proposte avanzate dal circolo “La Scaletta” di Matera. Durante un’audizione con la quarta commissione del consiglio regionale della Basilicata, è stata presentata l’idea di trasferire la facoltà di agraria nel Metapontino e l’istituzione di un innovativo corso di laurea in restauro, risanamento e valorizzazione del patrimonio rupestre a Matera. Queste iniziative mirano al rilancio e allo sviluppo delle funzioni universitarie sul territorio.
La proposta di spostare la facoltà di agraria nel Metapontino
Il circolo “La Scaletta” ha suggerito di trasferire la facoltà di agraria nel Metapontino. Questa mossa sarebbe strategica per rafforzare i legami tra l’Università della Basilicata e il territorio, creando opportunità di crescita e sviluppo locale. Il Metapontino, con la sua vocazione agricola, offre un ambiente ideale per attività di ricerca e sperimentazione dirette nei campi dell’agricoltura e dell’ecosostenibilità.
In passato, l’Università aveva avviato il progetto Agrobios, un centro di ricerca e sperimentazione in agricoltura attivato in collaborazione con il CNR. Questo centro, sebbene affrontato con difficoltà gestionali, rappresentava un importante punto di riferimento per il settore. Riattivare un percorso simile, situando la facoltà di agraria nel Metapontino, consentirebbe di capitalizzare sull’eredità di Agrobios, fornendo a studenti e ricercatori l’accesso a terreni e risorse locali per attività pratiche.
L’approccio proposto non solo incrementerebbe il valore formativo dell’Università, ma rappresenterebbe anche un segnale di attenzione verso le esigenze del territorio, contribuendo a promuovere l’occupazione e la formazione di professionisti qualificati nel campo dell’agricoltura. In un momento storico in cui la sostenibilità e l’innovazione agricola sono temi centrali, disporre di una facoltà dedicata in una zona strategica può risultare fondamentale.
I vantaggi di un nuovo corso di laurea in restauro a Matera
Affiancata alla proposta di spostare la facoltà di agraria, c’è l’idea di istituire un corso di laurea specifico in restauro, risanamento e valorizzazione del patrimonio rupestre a Matera. Si tratta di un’iniziativa mirata a dare una spinta a uno dei corsi di laurea attualmente meno frequentati, come quello in Architettura, cercando di attrarre un pubblico più vasto.
Matera, riconosciuta a livello mondiale per il suo patrimonio culturale e architettonico, ha un profondo legame con la storia del restauro. Fondamentale ricorrere ad un approccio formativo che non solo istruisca gli studenti sugli aspetti tecnici del restauro, ma anche sulla conservazione e valorizzazione di un contesto unico. Questo corso potrebbe diventare un punto di riferimento per studenti provenienti non solo dall’Italia, ma anche dai Paesi del Bacino Mediterraneo, che hanno la necessità di recuperare e valorizzare il loro patrimonio.
La proposta mira a formare professionisti capaci di operare in un settore in grande espansione, che richiede competenze specifiche e un profondo rispetto della cultura locale. Con oltre quattromila anni di storia, la città è un campo di studio privilegiato per chi desidera approfondire le tecniche di restauro e conservazione del patrimonio storico e artistico.
Le implicazioni per il futuro dell’Università della Basilicata
Le iniziative proposte dal circolo “La Scaletta” rappresentano punti di partenza per un rinnovato interesse verso l’Università della Basilicata e le sue funzioni. Trasferire la facoltà di agraria nel Metapontino e l’istituzione di un corso di laurea in restauro a Matera possono non solo attrarre nuovi studenti, ma anche stimolare l’economia locale e favorire lo sviluppo di rapporti sinergici tra istituzioni, aziende e comunità.
Se il Consiglio regionale dovesse approvare queste proposte, si assisterebbe a un potenziale cambiamento nel panorama universitario lucano. L’attenzione verso tematiche di grande attualità, come la valorizzazione del patrimonio e la sostenibilità agricola, potrebbe anche portare a nuovi investimenti e opportunità di ricerca. L’Università potrebbe dunque giocare un ruolo chiave nell’armonizzare tradizione e innovazione, guardando verso un futuro di crescita e sviluppo per la regione.
Ultimo aggiornamento il 28 Gennaio 2025 da Armando Proietti
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