Un territorio ad alta densità mafiosa dove apparenti atti di vandalismo e danneggiamenti, uniti ad una propensione all’omertà, nascondono invece preoccupanti situazioni che dovrebbero gettare un particolare allarme. È disponibile la relazione sull’andamento della Giustizia nel distretto della Corte di Appello di Palermo, a firma del presidente Matteo Frasca, in cui ricade anche Agrigento. Ieri è stato inaugurato il nuovo anno giudiziario ed è possibile tracciare un bilancio e misurare l’attuale stato di salute della giustizia agrigentina. Il tutto grazie ai dettagliati rapporti inviati dal Presidente del tribunale (nel periodo di riferimento guidato dal reggente Alfonso Malato in attesa dell’insediamento del giudice Giuseppe Melisenda Giambertoni) e dal Procuratore della Repubblica, Giovanni Di Leo. Ed è proprio dal puntuale resoconto del Procuratore capo che partiremo, pubblicando la relazione che ci consegna una fotografia esatta di quanto accade all’interno del Palazzo di Giustizia e, più in generale, nel territorio agrigentino: dall’atavica carenza di organico all’analisi di fascicolo e indagini passando anche al numero di intercettazioni.
“AGRIGENTO TERRITORIO AD ALTA DENSITÀ MAFIOSA”
Agrigento si conferma essere un territorio ad alta densità mafiosa. Soltanto in tale chiave di lettura si possono spiegare sia una rilevata comune propensione alla omertà, sia l’elevatissimo numero di atti di apparente vandalismo, gli incendi e i danneggiamenti in agricoltura, le intimidazioni con uso di armi da fuoco ecc. Nel periodo considerato i danneggiamenti a mezzo incendio contro IGNOTI ammontano a 138 [a fronte dei 145 censiti l’anno precedente], mentre quelli iscritti a mod. 21 NOTI sono risultati 25 [16 nel periodo precedente]. Sono dati che per le loro caratteristiche intrinseche non dicono apparentemente nulla sulla gravità del fenomeno che, al contrario, una volta analizzato nel dettaglio delle singole fattispecie, appare connesso a due principali tipologie che dovrebbero gettare un particolare allarme. I danneggiamenti di mezzi, immobili, impianti e colture, connesse o a servizio dell’attività agricola, o al commercio delle relative produzioni, appare sintomatico di una ripresa di fenomeni estorsivi in tale ambito, che genera un sostanziale controllo del territorio e della economia che vi si muove. Al contempo tale fenomeno promuove il silenzio delle vittime che, dipendendo massicciamente dalla loro attività agricola per la sopravvivenza economica, spesso dell’intero nucleo familiare, non sono in grado di sopportare economicamente il danneggiamento dell’attività o del raccolto, o peggio dell’impianto, ed i relativi costi di ripristino, essendo così indotte ad accondiscendere a pretese estorsive, alla cessione delle attività e degli immobili, o alla semplice connivenza con la criminalità organizzata che le vessa. In assenza di specifiche denunzie per reati come estorsioni o illecita concorrenza con violenza e minaccia, il dato numerico dei fascicoli destinati a rimanere ad ignoti rende evidente conto di un deficit di contrasto a fenomeni riconducibili all’alveo della più tipica attività mafiosa. Superfluo ricordare che in assenza di collaborazione da parte dei danneggiati anche le attività investigative possibili appaiono fortemente limitate dai limiti edittali di pena previsti dall’art. 635 c.p. Le fattispecie invece di incendio boschivo rilevate nel periodo sono risultati in leggero aumento, essendo passati da 21 a 28. Con riguardo all’andamento statistico delle altre tipologie di reato, non oggetto di specifica richiesta, si segnala il trend in ascesa delle iscrizioni in materia di delitti contro la P.A rispetto all’anno precedente [+ 24%] ed analoga tendenza manifestano le fattispecie della corruzione, concussione e del peculato. E’ appena il caso di rilevare, peraltro, che si tratta di tipologie di reato per le quali non vi è solitamente denunzia da parte di privati. L’emersione di tali fattispecie, stante l’evidente solidarietà criminale tra corrotto e corruttore, o tra funzionario pubblico e beneficiato, è solitamente legata ad altre indagini, su fenomeni di criminalità economica o organizzata, o a specifici accertamenti disposti magari d’ufficio, e sconta a monte la non utilizzabilità, a seguito delle recenti modifiche alle disposizioni in tema di intercettazioni telefoniche ed ambientali, di elementi probatori rilevantissimi, ma acquisiti ad altri fini [si veda la recente modifica intervenuta a seguito della nota SSUU Cavallo e le più recenti modifiche apportate dalla legge 9.10.2023 n. 137]. Se ne deve dedurre la necessità di una modifica della strategia di contrasto a tali fenomeni.
In aumento il dato [+ 40%] degli omicidi volontari consumati, passati da cinque a sette. Al riguardo occorre purtroppo segnalare l’aumento dei cosiddetti “femminicidi” [complessivamente
quattro le donne assassinate] una in ambito familiare [omicidio – suicidio da parte del coniuge ed un’altra per la quale il fascicolo pende attualmente contro ignoti. Di particolare efferatezza il duplice femminicidio commesso nella notte tra il 4 ed il 5 gennaio di quest’anno a Naro dove un giovane di nazionalità rumena, in preda ad un grave stato di alterazione alcolica ha assassinato due connazionali con modalità particolarmente brutali. L’omicida è stato tratto a Giudizio Immediato ed è in corso il relativo dibattimento. In lieve aumento il dato dei tentati omicidi, passati da sei a sette. In leggera diminuzione, invece, quello sugli omicidi stradali, diminuito del 63% rispetto all’anno precedente mentre risulta sostanzialmente stabile il numero delle denunce per lesioni occorse in seguito ad incidenti stradali [+1%]. Tale dato è da riconnettersi da un lato, all’abuso di sostanze stupefacenti e di alcool e, dall’altro, alla inefficacia complessiva delle sanzioni in tema di guida in stato di ebbrezza e/o senza patente di guida, perché ritirata. La sistematica adesione a programmi di messa alla prova o di recupero che si rivelano del tutto inefficaci, e la sottoposizione ai lavori di pubblica utilità, non sembrano costituire un valido deterrente a comportamenti del tutto privi di ogni considerazione verso la altrui incolumità. In aumento dell’8% il dato delle denunce per lesioni colpose per violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro, mentre si due sono stati i casi di omicidio colposo per violazione delle medesime norme. In calo anche le denunce per violazione della libertà personale e quelle sugli accessi abusivi e danneggiamenti informatici oltre che le aggressioni al patrimonio mediante l’uso di strumenti informatici. In tale ultimo caso va riferito che l’estrema complessità delle indagini e soprattutto la extraterritorialità di grande parte delle organizzazioni dedite a tali crimini, rende estremamente aleatoria la possibilità di ottenere un effettivo ristoro per i danni subiti con conseguente scelta di non denunciare il reato subìto.
Si conferma, per converso, l’aumento delle rapine [+3%] mentre le iscrizioni relative ai furti in abitazione sono passate da 588 a 451, a dimostrazione di un ritorno alla criminalità predatoria di piccolo cabotaggio conseguente al peggioramento di indicatori economici. In aumento invece le denunce per estorsione, passate da 97 a 121 [+25%] e sostanzialmente stabili quelle per usura [passate da 5 a 4]. In deciso aumento il numero di fascicoli iscritti in materia di rifiuti [ + 43%] cui vanno aggiunti 17 fascicoli annotati per inquinamento ambientale, anche quest’anno prevalentemente dovuti al loro deposito incontrollato da parte di esercenti attività economiche di ogni genere, con particolare riguardo al fenomeno dello sversamento nei corpi idrici dei sottoprodotti della molitura delle olive. Le misure di prevenzione personale richieste dall’Ufficio sono risultate essere 5 personali, 4 quelle patrimoniali, mentre sono state richieste 501 convalide di fermo/arresto e 143 misure cautelari personali a carico di 210 persone [+75%]. Le richieste di misure di carattere reale sono invece state 122 a fronte delle 109 richieste l’anno precedente.
LE INTERCETTAZIONI
L’ufficio è dotato di un efficiente servizio di intercettazione. Viene garantita attraverso spazi dedicati e idonea conservazione la segretezza dei dati e la loro conservazione, mentre è in corso la “depurazione” degli archivi di intercettazione ancora esistenti, attraverso una selezione che tiene conto della gravità dei reati di mafia commessi in questo Circondario dalla fine degli anni 80 ad oggi. Oltre alle accennate difficoltà normative circa la utilizzabilità degli esiti delle intercettazioni – qualora utili – in altri procedimenti, i numeri complessivi di bersagli attinti da attività di intercettazione [308 in un circondario di oltre 320000 residenti] appare in ogni caso ben al di sotto di qualsivoglia soglia di allarme circa un possibile abuso dello strumento. Nel periodo in considerazione vi è stato un ricorso assai limitato a tale mezzo di ricerca della prova, dovuto sia alla difficoltà in cui versa l’ufficio, sotto il profilo della impossibilità di una seria attività investigativa dovuta al preponderante carico di udienze che grava sui sostituti, ed ai connessi pregnanti obblighi di vigilanza sulla esecuzione delle operazioni che tale attività di ricerca della prova comporta, sia alla scarsa disponibilità della Polizia giudiziaria – già destinataria di attività investigative della Direzione distrettuale antimafia – ad investire risorse umane, che per effetto anche del contrasto all’immigrazione, non possono essere destinate ai servizi di ascolto e verbalizzazione, se non in misura limitata e in casi urgenti. È in corso di redazione una circolare da parte dello scrivente alle Forze di Polizia Giudiziaria contenente le istruzioni per l’attuazione delle modifiche apportate alla normativa in materia dalla legge n. 114 del 2024, e l’adeguamento delle misure tecniche correlate alla migrazione in ADI degli esiti intercettivi.
L’ORGANICO: CARENZA IN PROCURA, GRAVE LA SITUAZIONE VPO
Appare di preliminare rilevanza l’esigenza di riferire l’aggiornamento sulla situazione dell’organico dei magistrati togati nel periodo in esame. Come già segnalato, in occasione della precedente Relazione, alla fine del 2023 l’Ufficio lamentava una carenza organica del 50% anche in conseguenza dell’assenza per congedo di maternità della d.ssa Gloria Andreoli, dal mese di novembre, e del trasferimento definitivo, già deliberato ma non ancora operativo della dott.ssa Paola Vetro, [effettivo a decorrere dal 12.12.2023] al Tribunale di Torino. Per tale ragione, dopo avere infruttuosamente tentato la strada di una applicazione endodistrettuale, con nota del 22 novembre 2023, è stata richiesta l’attivazione di un interpello per l’applicazione extradistrettuale di almeno un magistrato, istanza alla quale il CSM ha risposto con Delibera del 7 Febbraio 2024 disponendo l’applicazione della Dr.ssa Rita Barbieri dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, che si è immessa in possesso il successivo 19 Febbraio 2024. L’applicazione, grazie alla perdurante disponibilità della collega, è stata su istanza del sottoscritto pro- rogata, da ultimo, fino al 19 Febbraio 2025. Il 22 Gennaio 2024, inoltre, si sono immessi in possesso tre nuovi Magistrati: la Dott.ssa Alessia Battaglia, la dott.ssa Annalisa Failla e la dott.ssa Giada Rizzo. Nel periodo preso in considerazione per la relazione annuale tuttavia sono stati trasferiti ad altre sedi, come accennato la dott.ssa Paola Vetro, nonché il Sostituto Procuratore dott.ssa Cecilia Baravelli, il 14 Febbraio 2024, e il Procuratore Aggiunto dott. Salvatore Vella a decorrere dall’1 Luglio 2024. A seguito dei predetti movimenti sono attualmente in servizio 10 Sostituti, di cui la dott.ssa Barbieri in applicazione extradistrettuale, sui 12 previsti mentre è vacante, e non ancora pubblicato, il posto di Pro- curatore della Repubblica Aggiunto. Permane gravissima, invece, la situazione degli organici della Magistratura Onoraria. A fronte dei 15 V.P.O che compongono la dotazione organica di questa Procura, anche nel periodo in esame, continuano ad essere effettivamente presenti solo in 7, ma la contemporanea qualità di dipendenti dell’Amministrazione Pubblica [2 a tempo pieno e 2 part time] di quattro di essi ne limita in modo drastico la loro utilizzazione, con l’effetto di un enorme numero di udienze che si riversa sui magistrati togati, com- preso lo scrivente. Uno dei V.P.O. in organico è stato dichiarato decaduto per incompatibilità dal C.S.M. La indisponibilità manifestata da alcuni dei V.P.O. ad un maggiore impegno settimanale, dovuto al necessario rispetto dell’orario di servizio, e le carenze nella vigente normativa in ordine alla valutazione della “incompatibilità oggettiva” tra le attività prestate professionalmente e l’incarico onorario, già segnalata a chi di competenza, ha impedito sino ad oggi di ottenere un impegno idoneo a sopperire efficacemente alla necessità di presidiare il rilevantissimo numero di udienze fissate tabellarmente dinanzi ai Giudici di questo Circondario. Conseguenza necessitata di quanto sopra, non è solo l’impegno anche del sottoscritto Procuratore in attività di udienza, cosa prevista in condizioni normali dalla circolare sugli Uffici requirenti, ma la mancanza di un numero complessivo di giornate mensili da dedicare alla attività istruttoria da parte dei Sostituti, alla cui abnegazione e spirito di sacrificio si legano i non negativi risultati raggiunti nel periodo di riferimento.
ANDAMENTO GENERALE DELLE ISCRIZIONI E DEFINIZIONI
Il tasso di smaltimento degli affari nell’anno in esame ha scontato sia le difficoltà di organico, come sopra rappresentate, che le problematiche tecniche legate all’avvio dell’Applicativo denominato “APP”. È infatti risultato leggermente inferiore al flusso dei procedimenti in entrata con riguardo agli affari iscritti sia contro Noti che contro Ignoti. Con particolare riferimento ai fascicoli iscritti a modello 21, le pendenze al 30 giugno 2024 sono così risultati pari a 4.010 procedimenti a fronte dei 3.409 censiti l’anno precedente e dunque in aumento del 18%. L’Ufficio ha definito 4.848 procedimenti iscritti a modello 21 [rispetto ai 6.515 rilevati l’anno precedente] ovvero il 26% in meno rispetto a quelli smaltiti l’anno precedente. In controtendenza invece il numero dei procedimenti rimasti pendenti a mod.21 bis [passati da 3.006 a 2.827]. Non può non rilevarsi, tuttavia ed ancora una volta, come le gravissime carenze organiche sofferte nell’ultima parte del 2023 solo in parte colmate, abbiano imposto un prezzo alla produttività dell’Ufficio nonostante l’impegno quotidiano profuso da tutti Magistrati. Si rimanda, in ogni caso ai i dati sull’andamento complessivo dell’Ufficio così come estrapolati secondo le specifiche ministeriali e Istat con il modello 313 PU qui allegati. All’andamento delle cifre sopra segnalate occorre far seguire alcune brevi precisazioni. Senza tema di smentita l’avvio di APP, seppure con riferimento alle sole procedure di archiviazione, ha comportato un rilevante rallentamento delle stesse operazioni, con contestuale aumento della pendenza residua di procedimenti già oggetto di richiesta di archiviazione non ancora esitata, o dei procedimenti destinati ad essere archiviati con ritardo nel materiale invio della richiesta a causa di malfunzionamenti o aggiornamenti del sistema. Altra causa di aumento della pendenza è attribuibile ai ripetuti avvicendamenti dei magistrati, con i connessi problemi di redistribuzione dei ruoli, necessità di nuovo studio dei fascicoli processuali e di tempo conseguente per le opportune determinazioni. Circa 150 procedimenti a mod. 21 risultano iscritti a seguito del riesame dei molti fascicoli pendenti a Mod. 45 [risalenti ad anni addietro specialmente in relazione a sentenze dichiarative di fallimento] nei quali gli accertamenti delegati sono pervenuti con estremo ritardo e soltanto a seguito di “perentorio” sollecito. Il responsabile della Sezione di p.g. delegata è stato rimesso a disposizione del corpo di appartenenza.
L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Allo stato attuale la Procura della Repubblica di Agrigento si articola in cinque gruppi di lavoro specializzati. Non si è ancora provveduto alla redazione del nuovo progetto organizzativo dell’Ufficio. Al contrario è stato redatto ed è entrato in vigore il 16.9.2024, dopo rituale interlocuzione con le organizzazioni sindacali, il nuovo Ordine di Servizio per la Segreteria [quello precedente risaliva al 2015]. L’adozione ed emanazione della nuova circolare consiliare sull’assetto delle Procure [Circolare n. P. 13900 del 10 luglio 2024 – Delibera del 3 luglio 2024], i tempi di adozione dei nuovi progetti organizzativi, ed i connessi preventivi adempimenti ai sensi dell’art. 12, 13 e 14 del nuovo testo, sono in fase di studio. Si è già provveduto a concordare con i sostituti nella riunione del 18 settembre u.s. la necessità di un calendario di riunioni volte all’esame delle varie parti del nuovo progetto organizzativo da redigere, in modo da rispettare tanto i tempi per la sua adozione, quanto la procedura individuata dal Consiglio Superiore con la citata circolare. Seguiranno naturalmente le specifiche previste interlocuzioni con il Tribunale ed il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati. L’Ufficio, tuttavia, ed è possibile affermarlo alla luce della esperienza direttiva di un anno circa, sconta un deficit di attrezzature e di efficienza delle dotazioni informatiche, e sconta una qualche carenza del personale di segreteria addetto a funzioni di assistenza ai magistrati ed a compiti operativi. Elevato è il numero di funzionari giudiziari, con conseguente disarmonia, spesso, nell’affrontare cari- chi di lavoro rimessi, in sostanza alla buona volontà del personale medesimo in termini di reciproca collaborazione. Permane tuttora la vacanza del posto di dirigente amministrativo, con ogni conseguenza sui carichi di lavoro gravanti sullo scrivente Procuratore della Repubblica [che ex lege lo sostituisce]. Quasi tutto l’hardware in dotazione appare oramai obsoleto, essendo le ultime assegnazioni di computer portatili e fissi risalenti al 2019. Di recente è stata avanzata una richiesta di nuove stampanti per le postazioni di lavoro fisse attesa la dismissione con “fuori uso” di 19 di esse. La rete, per quanto oggetto, secondo quanto comunicato dal CISIA, di aggiornamento e potenziamento appare troppo spesso lenta in relazione alla “pesantezza” delle costanti modifiche ed adozione di nuovi applicativi informatici, senza contare che il progressivo adattamento delle strutture amministrative al nuovo pro- cesso penale telematico, che in prospettiva oramai breve deve essere avviato, non è sostenuto da adeguata formazione del personale presente. L’Ufficio ha peraltro scontato, nel periodo in osservazione, il fisiologico pensionamento di alcune figure presenti in settori essenziali, come il funzionario giudiziario che reggeva il settore amministrativo-contabile, il trasferimento ad altre funzioni del funzionario addetto al pagamento su Si.Co.Ge, con assunzione diretta dei medesimi compiti in capo allo scrivente quale funzionario delegato ex lege, ed ha beneficiato di alcuni trasferimenti di personale amministrativo da altre sedi giudiziarie ai sensi della legge 104/92, acquisendo tuttavia risorse umane con rilevanti problemi familiari che ne compromettono l’effettivo servizio.
IMPATTO DELLA RIFORMA CARTABIA
Non si segnalano eventi di rilievo in relazione alle tematiche sulla iscrizione della notizia di reato. La applicazione APP con riferimento ai procedimenti di archiviazione, oltre a rallentare considerevolmente la produttività, ha inciso anche sul numero di opposizioni alle richieste di archiviazione.Tuttavia, l’impatto sull’Ufficio G.I.P. dell’applicazione della nuova formula sulla “ragionevole previsione di condanna” non è allo stato valutabile pienamente, a causa della mancata previsione di detta formula nelle ragioni dell’archiviazione ricavabili da S.I.C.P. e dai modelli 313 ricavabili da Consolle Penale, entrambi non aggiornati alle modifiche normative. In ogni caso l’effetto paradossale, a suo tempo segnalato, della “ragionevole previsione di condanna”, di cui al novellato articolo 408 comma 1 c.p.p., o gli altri casi di archiviazione indicati nell’art. 411 comma 1 c.p.p., va confermato, determinando di fatto una sorta di sostituzione della parte privata nella indicazione di temi di indagine e di prova asseritamente sottovalutati dal P.M. che laddove trovano adesione nel Giudice, finisce con il vanificare l’ispirazione chiaramente deflattiva della normativa introdotta. In sostanza, concetti del tutto privi di un certo confine semantico – come “la particolare tenuità del fatto” o la “ragionevole previsione di condanna” – espongono il procedimento alle più diverse valutazioni di parte, a scapito sia della certezza del diritto che della parità di trattamento di situazioni identiche, con un aggravio delle attività processuali tale da far privilegiare al P.M. l’esercizio dell’azione penale stessa perché più rapida. Un solo procedimento è stato oggetto di avocazione nel periodo di riferimento, questo a memoria dello scrivente in quanto non esiste presso l’Ufficio di primo grado un estrattore informatico che consenta tale verifica.
RAPPORTI CON IL PROCURATORE EUROPEO
Nessuna problematica da segnalare in particolare, se non il prevedibile “rimpallo” di fascicoli prima attratti dal Procuratore Europeo e successivamente restituiti a questo Ufficio, censiti comunque nella appo- sita tabella relativa all’andamento dei reati in materia di frodi comunitarie. Il ritardo nell’avvio delle indagini preliminari rispetto alla data di pervenimento della notizia criminis, conseguente al meccanismo risultante dalla direttiva e dalla legge di attuazione, non appare congruente con la ricerca di maggiore efficienza nel contrasto ai crimini de quo.
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