Cominciamo dichiarando l’ovvio: la sinistra ha un problema.
Non è morta ma diciamo che non si sente tanto bene e questo morbo che la affligge non è endemico, non riguarda solo Gubbio ma vale anche per la politica nazionale e internazionale. Lo testimoniano i risultati elettorali, in Italia come oltre oceano.
Rimanendo tra le mura della città di pietra, la sinistra ha da riflettere su varie questioni. Una delle domande, per esempio, potrebbe essere: una coalizione di destra si trova a Palazzo Pretorio per la prima volta per propri meriti particolari o per demeriti delle forze di sinistra?
Comunque, pur col gran da fare che ha a raccogliere i cocci e magari cercare una coesione interna tanto preziosa quanto utopistica al momento, una parte della sinistra eugubina ha assunto una posa scomposta nei confronti della stampa.
L’errore di fondo sembra essere quello di considerare la stampa un attore politico.
Alt. Mi faccio una domanda e mi do una risposta: ma non è effettivamente capitato che la stampa locale si ponesse a sostegno di una determinata parte politica? Risposta: sì.
Ma è ciò che speriamo per questa città? Con la presunzione di interpretare il parere di tutti, dico: no.
Anche alcuni esponenti politici di sinistra, legati o meno all’ultima Giunta Stirati, dicono no ma poi, nei fatti, fanno confusione. Ci sta, il confine è sottile.
Provando a fare chiarezza.
Tempo fa ho letto su Facebook un’interessante analisi rispetto alle posizioni occupate da politica e stampa a Gubbio fino a una decina di anni fa. L’autore, Marco Fanucci, non un politico in senso canonico ma un analista che ha saputo ritagliarsi un ruolo attivo nella politica locale, scrive: “le sinistre nelle loro varie articolazioni e formule politiche (qui a Gubbio le diverse sinistre storicamente si detestano) vincevano sempre le elezioni e andavano a palazzo Pretorio, mentre le minoranze molto spesso risicate godevano dell’appoggio dell’informazione. Insomma, alle sinistre il sindaco e la giunta, alle destre il potere della tv locale e dei giornali in generale, un rapporto ideale che consegnava all’informazione il ruolo di contropotere”.
Potrebbe essere la descrizione di un arco parlamentare che vede a sinistra i politici e a destra i giornalisti, tutti seduti sui banchi del potere a spartirsi maggioranza e opposizione.
Fanucci rileva poi come, ora che a Palazzo Pretorio siede una coalizione di destra, sia oggi in atto un corto circuito per cui la maggioranza politica è di destra e l’informazione pure.
Per quanto incontestabile sotto alcuni aspetti, un’analisi di questo tipo assume la stampa a soggetto effettivamente politico e la conclusione del post Facebook, dove Fanucci auspica “che anche Gubbio possa conoscere un’informazione di taglio progressista che faccia le pulci all’amministrazione in carica”, può essere fraintendibile. Qual è la rivoluzione giornalistica che viene sperata? Si cercano davvero dei media votati all’oggettività o, semplicemente, è una richiesta di rimanere in quello schema descritto sopra ma di renderlo nuovamente “equilibrato” (si fa per dire), chiedendo un’informazione orientata a sinistra ora che la Giunta in carica è di destra?
La sinistra freme, giustamente, perché l’Amministrazione in carica abbia un’opposizione efficiente ed efficace ma questo è un compito della politica, in Consiglio Comunale o fuori, e non dei giornalisti.
Nel corso delle settimane è poi accaduto che l’insofferenza nei confronti della stampa è montata fino a spingere esponenti politici locali a esternazioni piuttosto pesanti nei confronti dei media eugubini. In particolare, Gabriele Damiani, ex assessore della Giunta Stirati, chiede ai giornalisti “uno sforzo di serietà” per “garantire ai cittadini il sacrosanto diritto ad essere correttamente informati”. Lo sfogo in questione è la conclusione di un post che Damiani scrive circa “le dichiarazioni [di Vittorio Fiorucci, ndr] sul presunto indebitamento di 12 milioni di euro del Comune di Gubbio […], vista la necessità di preservare la dignità mia, dell’ex Sindaco e degli ex colleghi”.
Non è chiaro in quale modo la stampa non abbia mostrato serietà, nel caso specifico. La differenza fra l’essere faziosi e il riportare ai cittadini quanto accaduto nel corso di una conferenza stampa è sostanziale. Qual è l’aspettativa? Che un giornalista faccia un’inchiesta su ogni dichiarazione di un politico? Che per ogni frase di un membro della Giunta, faccia una controintervista alla controparte?
Pochi giorni prima anche Francesco Zaccagni, ex consigliere comunale e assessore della Provincia di Perugia, commentando i dati sugli ingressi a Palazzo dei Consoli nel periodo natalizio, è intervenuto su Facebook: “la politica (ed è legittimo) tende a riportare i dati più favorevoli per evidenziare il proprio buon operato. Sarebbe apprezzabile che lo facesse con maggiore completezza, ma non è obbligata a farlo. I giornalisti, invece, dovrebbero farlo. Ne guadagnerebbero loro in credibilità e ne guadagnerebbero i cittadini in trasparenza.”
La stampa potrebbe essere più credibile di così? Perché? Per aver riportato i dati relativi al natale 2024-25, diffusi dal Comune tramite comunicato stampa, come accade peraltro ogni anno? Anche negli anni passati, mentre la carica di sindaco era ricoperta dal Prof. Stirati, arrivava lo stesso identico comunicato ma, vado a memoria, non sono noti episodi di particolare indignazione nei confronti di chi si è limitato a riportare i numeri ai cittadini.
Viene richiesta alla stampa una foga che è propria, appunto, della politica. C’è un equivoco. Prescindendo dal merito delle questioni sollevate da Damiani e Zaccagni e rimanendo soltanto sulle loro dichiarazioni circa la stampa locale, c’è da dire che la richiesta esplicita è troppo ambigua, sembra di leggere implicitamente un appello a schierarsi subito, sempre e comunque, persino su questioni francamente meno urgenti.
Dal canto nostro, noi di Media Video News abbiamo provato a interpretare queste ultime notizie e offrire la nostra chiave di lettura, diversa in qualche caso da quella degli altri colleghi.
Eppure si vuole appiattire la situazione con definizioni assolute, dicendo “la stampa è così” che quindi vuol dire che è “tutta” così.
È uguale al dire “i politici sono tutti uguali”. Continuare a ripetere questi mantra non fa altro che contribuire ad allontanare i cittadini dalle urne e dalla lettura dei giornali. A votare non ci andiamo, ché tanto uno vale l’altro (andiamolo a dire agli americani, se davvero uno vale l’altro, tra minoranze impaurite per le loro sorti, l’uscita dall’OMS e tutto il resto che li aspetta) e i giornali non leggiamoli, tanto ci informiamo sui social (dove il fact checking è a discrezione dei padroni e un algoritmo tarato secondo l’aria che tira decide i temi rilevanti e quelli da cestinare).
È rilevante come coloro che chiedono un’informazione più plurale siano anche gli stessi che, invece di contattare la redazione di un qualsiasi giornale, preferiscono affidare a Facebook i chiarimenti circa il bilancio del Comune, contribuendo a spostare la discussione collettiva sui social. In questo modo si continua con battaglie più personali e poco utili alla collettività.
Non solo. I social possono essere ingannevoli, quanto lo sono stati i famigerati sondaggi degli anni ’90. Pensare che le battaglie politiche possano svolgersi online è ingenuo: la partecipazione su Facebook è effimera, l’utente clicca il pollice in su mentre scrolla contenuti su contenuti, saturo di parole, di testi necessariamente privati di ogni complessità proprio per essere adattati ai social network.
A ogni utente che clicca “mi piace”, non corrisponde un elettore. Anzi, talvolta accade di autoassolversi dal divano di casa, pensando di aver fatto il proprio dovere civico su Facebook e poi mancando di presentarsi al seggio elettorale.
La confusione sul ruolo dell’informazione è tanta e riguarda anche la funzione che la stampa dovrebbe avere. Il Patto Avanti eugubino, composto da PD, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana e PSI, ha diramato un comunicato di commento alla conferenza stampa del Sindaco Fiorucci sui primi sei mesi di governo e scrive che l’incontro è avvenuto “solo alla presenza della stampa, senza apertura verso i cittadini, unici soggetti a cui invece va reso conto del proprio operato”.
La stampa, secondo loro, cosa fa? Prende le dichiarazioni del Sindaco e se le mette sul comodino? Non è anche attraverso i mezzi di comunicazione (non si chiamano così a caso) che la politica rende partecipi i cittadini? Forse, era un modo per ribadire un legame fra la Giunta Fiorucci e la stampa locale che sarebbe schierata a destra?
Tanta stizza che porta fuori strada. O, quantomeno, che porta a mirare al bersaglio sbagliato.
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